Le vite de' più eccellenti pittori, scultori e architettori (1568)/Descrizione della Porta al Prato

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Descrizione della Porta al Prato

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Accademici del Disegno e il Bronzino Giorgio Vasari

[p. 852 modifica] DESCRITIONE DELLA PORTA AL PRATO.


Iremo adunquecon quella niaggior distintione, & brevità, che dall’ampieza della materia ne sarà concesso, che intentione in tutti questi ornamenti fu di rappresentare contante pitture, & scolture quasi, che vive fussero, tutte quelle cirimonie, & affetti, & pompe, che per il ricevimento, & per le nozze di Principessa si grande pareva, che convenevoli esser dovessero: poeticamente, & ingegnosamente formandone un corpo in tal guisa proportionato, che con giuditio, & gratia i disegnati effetti operasse. Epperò primieramente alla Porta, che al Prato si chiama, onde S. Altezza nella Città introdursi doveva con Mole veramente heroica, & che ben dimostrava l’antica Roma nell’amara sua figliuoIa Fiorenza risurgere d’architettura Ionica si fabbrico un grandissimo, & ornatissimo, & molto maestrevolmente composto Antiporto, che eccedendo di buono spatîo l’alteza delle mura, che ivi eminentissime sono, non pure a gl’entranti nella Città, ma lontano ancora alquante miglia dava di se meravigliosa, & superbissima vista: & era questo dedicato a Fiorenza, la quale in mezo a quasi dua sue amate compagne la Fedeltà, & l’Affetione (quale ella sempre verso i suo! Signori si è dimostra) sotto forma d’una giovane, & bellissima, & ridente, & tutta fiorita Donna nel principale, & piu degno luogo & piu alla porta vicino era stata dicevolmente collocata: quasi, che ricevere, & introdurre, & accompagnare la novella sua Signora volesse: havendo per dimostratione de figliuoli suoi, che per arte militare fra l’altre illustre renduta l’hanno quasi ministro, & compagno seco menato, Marte lor duce, & maestro; & in un certo modo primo di lei Padre: poi, che sotto i suoi auspicij, & da huomini martiali, & che da Marte eran discesi fu fatta la sua prima fondatione; la cui statua da man destra nella parte piu a lei lontana con la spada in mano quasi in servitio di questa sua novella Signora adoperar la volesse tutto minaccioso si scorgeva: hauendo in una molto bella, & molto gran tela, che di chiaro, & scuro sorto a piedi dipinta gli stava, molto a bianchissimo marmo, si come tutte l’altre opere, che in questi ornamenti furono simigliante, ancor egli quasi condotto seco ad accompagnarla sua Fiorenza parte di quegl’huomini della invittissima Legion Martia tanto al primo, & al secondo Cesare accetta primi di lei fondatori. & parte di quelli, che di lei poi nati havevano la sua disciplina gloriosamente seguitato. Et di questi molti del suo Tempio (benche oggi per la religion Christianaa san Giovanni dedicato sia) si vedevano tutti lieti uscire; havendo nelle piu lontane parti collocato quelli, che sol per valor di corpo pareva, che nome havuto havessero: nella parte di mezo gl’altri poi che col consiglio, & con l’industria, come Commessarij ò Proveditori (alla Venetiana chiamandogli) erano stati famosi: & nella parte dinanzi, & piu agl’occhi vicina come di tutti piu degni ne piu degni luoghi havendo i Capitani degl’eserciti posti, & quegli, che col valor del corpo; & dell’animo insieme havevano chiaro grido, & fama immortale [p. 853 modifica] acquistatoi: fra quali il primo, & il piu degno forse si scorgeva come molt’altri a cavallo il glorioso Signor Giovanni de’ Medici dal natural ritratto, padre degnissimo del gran Cosimo, che noi honoriamo per ottimo, & valorosissimo Duca: maestro singolare dell’italiana militar disciplina: & con lui Filippo Spano terror della turchesca barbarie: & M. Farinata degl’Uberti magnanimo conservatore della sua patria Fiorenza: Eravi ancora M. Buonaguisa della Presla; quegli, che capo della fortissima gioventù Fiorentina meritando a Damiata la prima, & gloriola Corona murale s’acquistò tanto nome: & l’Ammiraglio Federigo Folchi Cavalier di Rodi, che co duoi figliuoli, ed otto nipoti suoi fece contro a saracini tante prodeze. Eravi M. Nanni Strozi, M. Manno Donati, & Meo Altovin, & Bernardo Ubaldini detto della Carda padre di Federigo Duca d’Urbino Capitano eccellentissimo de' tempi nostri. Eravi ancora il gran Contestabile M. Niccola Acciaiuoli, quegli, che si puo dire che conservasse alla Regina Giovanna, & al Re Luigi suoi Signori il travagliato Regno di Napoli, & che ivi, & in Sicilia s’adoperò sempre con tanta fedeltà, & valore. Eravi un’altro Giovanni de’ Medici, & Giovanni Bisdomini illustri molto nelle guerre co Visconti; & lo sfortunato, ma valoroso Francesco Ferrucci: & de piu antichi v’era M. Forese Adimari, M. Corso Donati, M. Veri de’ Cerchi, M. Bindaccio da Ricasoli, & M. Luca da Panzano. Fra i Commessarij poi non meno pur da natural ritratti vi si scorgeva Gino Capponi, con Neri suo figliuolo, & con Piero suo pronepote; quegli che tanto animosamente stracciando gl’insolenti Capitoli di Carlo ottavo Re di Francia fece con suo immortale honore (come ben disse quell’arguto Poeta, nobilmente sentire, la voce d’un Cappon fra tanti Galli.

Eravi Bernardetto de Medici: Luca di Maso degl’Abizi, Tommaso di M. Guido detti oggi del Palagio; Piero Vettori nelle guerre con gl’Aragonesi notissìmo: & il tanto, & meritamente Celebrato Antonio Giacomimi, con M. Antonio Ridolfi, & co molt'altri di questo, & degl’altri ordini, che lungo sarebbe, & è quali tutti pareva, che lietissimi si mostrassero d’havere a tanta alteza la lor patria condotta; augurandole per la venuta della novella Signora accrescimento felicità, & grandezza: il che ottimamente dichiaravano i quattro versi, che nell’Architrave disopra si vedevano scritti.

Hanc pepercre suo Patriam, qui sanguine nobis
     Aspice magnanimos Heroas, nunc, & ovantes
     Et Leti incedant, fælicem terque quaterque
     Certatimque; vocent, tali sub Principe
FLORAM.


e _. Neminoreallegreza fi scorgeua nella statua bellissìima d’una delle noue Muse, chedirimpetto, & per coponiméto di quelladi Marte postaera: & né. minore nellefigure degl’huommi scientiati, chenella tela sotto i suoi piedi dipinta della medesima grandeza, & per componimento fimilmente dell’op postale de Martiali fi uedeua: p laquale si volse mostrare, che fi come gl’huo mini militari, cosi i letterati di cui ell’hebbelempre gran copia, & di non pù tominor grido(poi che per concelsione di ciascuno le lettere iui arifurgere incominciarono) erono da Fiorenza sotto la Musa lor guidatrice stati anco [p. 854 modifica]886 TERZA PARTE

racsicondottiad honerare, & riceuerela nobile Sposa: la qual nusa coni dò nesco, honesto, 8 gétil habito, & con un libro nella destra, & un Flauto net la finistra mano parcua, cheton un cerro affetto amoreuclevuolesle inuntare iriguardanti adapplicar gl’animialla uerautrtù: & sotto lacostei tela (pur fempre, cometurtel’altre, di chiaro, & scuro)fi uedeua dipinto un grande, et n1cco Tempio di Mineruazia cui statua coronata di bianca Oliua, & conlo fcudocome è coftume) del Gorgone, fuor d’eslo posta era: innanzi alquale, & dat lati, entro ad un ricinto di balaustri, fatto quasi per pasleggiare, fi uedeua unagrande schiera di grauiffimi huomini, i quali(benche tutti lieti, & festanti)rireneuano nondimeno nella lembianza un certo chedi uenerabile. Erano questi ancor esli al natural ritratti nella Teologia, & perfantità H chiarissimo frate Antonino Arciuescouo di Fiorézaza cui un Angeletto ser baua la ucscouil Mitria: & con lui fi uedeuail prima frate, & poi Cardinale Giovanni Domenici: et con loro don Ambrogio generale di Camaldoli, et M. Ruberto de Bardi, Maestro Luigi Marsili, Maestro Lionardo Dati, et altri molci: 1 come da altra parte, et questi cerano i Filosofi fi uedeua il platoni co M. Mardùilio Ficino, M. Francesco Cattani da Diacceto, M. Francesco Venniiluecchio, et M. Donato Acciaiuolizerper le leggiuiera col gradeAccur fio Francesco suo figliuolo, M. Lorenzo Ridolfi, M. Dino Rofloni di Mugel lo, crm. Forese da Rabatta. Haueuaui i Medici anch’esli i lor ritratti, fra qua li uacstro Taddeo, Dino, et Tommaso del Garbo con Maestro Torrigian Va lori, et maestro Niccolo Falcucci haucuano i luoghiprimi. Non restaronoi Matematici fi cheanch’hi dipinu non uifuslerozerdi questi oltre all’antico Guido Bonatto ui lì uedeua maestro Paolo del Pozo, etil molto acuto, etingegnoso, et nobile Lconbatista Albertizet con efli Antonio manetti, er Lorézo della Go!paiazquello per man di cui habbiamo quel primo merauiglioslo Oriuolo de Pianeti, che oggi con tanto stupordi qlla età hi uede nella Guar daroba di questo Eccellentiflimo Duca. Eraui ancora nelle nauigationiilpe ritiffimo, er fortunatiffimo Amerigo Vespucci, poiche fi gran parte del mon do per ellere tata dalui ritrouata ritiene per luiil nome d’Amecriga. Pi uariapoi, et molto gentil dottrinaui eramesser Agnolo Politiano; a cui quanto la Latina, etla Toscana fauella da lui cominciate a risurgere debbino, credo, che al mondo sia aslai basteuolmente noto, Eran con lui Pietro Crinito, Giannozo Manetti, Francesco Pucci Bartolommeo Fontio, Aleflandro dec Pazi, et M. Marcello Vergilio Adriani padre dell’igegnofissimo, et dot tilsimo M. Gio. Batista detto oggiil marcellino, che uiue, ctche co tato hono= re legge publicamente in qsto Fiorentino studio, et che nouellamente di còmelsione di lor Eccell. Illust. fcriue le Fiorentine Historie: etui era n. Cristo fano Landini: x. Coluccio Salutati, etser Brunetto Latiniil maestro di Dante. Neui mancarono alcuni Poeti, che latinamente haucuano scritto come Claudiano, etfra piu moderni Carlo Marsuppini, et Zanobi Srrada. Degl’Hi storici poidi uedeua M. Francesco Guicciardini, Niccolo machiauelii, nu. Lio" nardo Bruni, M. Poggio, Matteo Palmieri, etdi quei primi Giovani, et Mat= to Villanizetl’antichissimo Ricordano Malecspini-Hancuano tutti, o la mag gior parte di questi a soddisfatione de riguardati quali, che acaso posti ui fus deco nelle cartc, o nelle coperte de libri, che in man tencuano ciascuno il suo pome [p. 855 modifica]DEGL' ACCADEMICI 887

nome,o dell’opere fue piu famole notato:eti quali tutti fi come imilitari p dimoſtrare 4h iuiafare uenut fuſſero i quattroucrh, che come a qlli ncl Farchitrauc dipinti crano, chiaramente lo faceuano manifeſto, dicendo,

Artibus egregijs latie Graie; Minerue
     Elorentes ſemper quis non miretur Hetruſcos?
     Sed magis hoc illos euo Florucre neceſſe eſt

      COSMO genitore,& COSMI prole fauente.

A canto poiallaſtaruadi Marte,et alquanto piu a quella di Fiorenza uici na(er qui è da notare come con atte fingolate, ct giuditio fuſle ogni minima coſa diſtribuita) perciocho uolendo con Fiorenza accompagnare quali dire mo ſei Deità,della potentia delle quali ella poteua molto bé gloriarli, le due finoad hora di Marte, et della Mula deſcritte;perche altre Città potcuano p auuentura non men dileci attribuirſele,come manco ſue propriele ha anche meno dell’altre uicinca lei collocate:eſſendoſi all’ampio ricetto, ct quaſian dito,che le quattro, che feguicano alla porta faceuano, ſeruito di queſte due narrate come per ali,o per teſtate, che al ſuo principio poſte l’una uerſo il Ca ſtello crariuolra,etl'altra ucrlo lArno:ma qFaltre due, che principio delri Certo faccuano, pcioche cò poche altre Citradi gli farano comuni , ando ans che alquanto piu approllimadogliele:{i come le duc ultime, pche ſonoal tut toalciproprij{sime,et cò neſluna altra l’accomuna,o p meglio dire, che nel- ſun’altra puo con leiin elle agguagliarſi(ct fia detto con pace di qualche al- tra nation Toſcana, laquale quado hara un Date, un Petrarca, et un Boccac- cio da proporre potra per auuentura uenire in diſputa, gliele melle profsi- miſsime,er piu de tutte l'altre uicine. Hor ritornando dico) che a cato alla ſtatua di Marte né men dell’altre bella, & ragguardeuole era ſtata poſta vna Cerere la Dea della Coltiuatione,er de campi: la qual coſa quarto utile, et di quato honor degna fia p una ben ordinata Città ne fu da Ro maanticaméte inſegnato,che haucua nelle Triburuſticane deſcritta tutta la ſua nobiltà:co meteſtimonia oltre a molr'altri Catone chiamadola il nerbo di qlla porétis- lima Rep. er come nò meno afferma Plinio;quado dice i campi ellere ſtati la uorati per le mani degli Impadoriz& poterſi credere,che la terra li rallegraf fed'eſlere arata col uomere laureato, & da triofante Bifolco.era qlſta( come è coſtume)coronata di spighe d: varie ſorti, hauédo nella deſtra mano vna fal ce,& nella finiſtra vn mazo delle spighe medeſime. Hor quanto in qlta par- tegloriare Fioreza lì poſſa chuariſcafi chi m dubbio ne ſtelle mirado il ſuo ornatiſsimo,er coltiuatiſsìmo corado:dal quale(laſciamo ſtare la innumera- bile quarità de lupbillim1,& agiatiſſimi palazzi, che p ello ſparſi fi ueggano s nodimanco egl'è rale,che Fioréza quantunque fra le piu belle Città di che fi habbia notitia vttéga per auuentura la palma, reſta da lui di gra lunga uinta &ſuperata:talche meritamentepuo attribuiclele il titolo digiardino dell'Eu ropazolwealla fertilicà:laquale benche per lo piu montuoſo, & non molto largo fia nulla di meno la diligentia,che ui fi uſa è tale, che non pur!argamé tepaſceil ſuo zrandiſli mo popolo, & l’infinita molttudine de foreſtieri, che ni cocorrono;ma beneſpello corteleméte ne louiene i uicini, &1 lotani paeſi [p. 856 modifica]886 TERZA PARTE

Sotto latelartitornando, che nel medesimo modo, & della medesima grani deza sotto la di costei statua medesimaméte fi uedeua, haueua l’eccellére pit torefigurato un bellissìmo paesetto ornato d’infiniti, 8 diuersi alberi; nella parte piu lontana dicui fi uedeua un’antico, & molto adorno Tempietro a Cerere dedicato; zin cui percioche aperto, & su colonnatisospeso era; li uede uano molti, che religiosamente fagrificauano. In altrabandapoi Ninfe cacciatrici per alquanto piu soletaria parte fi uedeuano stare intornoad una chiarissima, & ombrofa fontana, mirando quasicon merauiglia, & offeren doalla nouella Sposa di que piaceri, & diletti, che nel loro execcitio li pigliano; & de quali per avventura la Toscana non è a neruialtea parte d’Italia in feriore: & in altra con molti Contadini didmerli avimalisaluatichi, & dime ftichi carichi, fi uedeuano anche molte Villanellebelle, /& giouahi in mille gratiose, benche rusticane guise adorneuenire anchresse(relledofiotite ghit lande, & diuersi pomi portando)auedere, & honorar’lalor Signora, & iver fi, che come nell’altre sopra questa erano cò gra gloria della Toscana da Ver gilio cauatidiceuano. Li Hanc olim ueteres uitam colucre Sabini: IAN Hanc Remus, & frater, sicfortis HE TR VRIA creuit

Scilicet, & rerum fatta est pulcherrimma Etora °°‘ ia

Vrbs antiqua, potens armis, at; ubere glebe.

Vedeuali poi dirimpetto alla statua della descritta Cerere quella dell’Industria: & non parlo di quell’Industriasemplicemente, che circa la mercantiali uededamolti in molti luoghi usare: ma d’una certa particolare eccelléza, & ingegnosa uertù, che hanno i Fiorentini huomini alle cose oue metter fi uogliono: per lo che molu, & quel giuditioso Poeta mallimamente ben pa re, chea ragioneiltitolo d’I NDVSTRI gl’artribuisle. Diquantogioua mento lia stata questa corale Industria a Fiorenza, & quanto conto da leine fia sempre stato fatro si uede dall’hauerne formato il suo corpo, & dall’hauer uoluto, chenon poresle eller fatto di lei Cittadino chi sottoil tritolo di qual che arte non fusle ridotto: conoscendo perlei a grandezza, & potenza non piccola ellerperuenuta. Hora questa fu figurata una femmina d’’habito tut todisciolto, & snello, tenente uno scettro; nella cui cima cra una mano con un occhio nel mezzo della palma, & con duealette oue con lo scettro fi con giugnena a fimiglianza in un certo modo del caduceo di Mercurio; & nella tela, che come l’altre sotto lestaua fi uedeua un grandissimo, & ornatissimo portico è Foro molto sfimigliante al luogo ouei nostri mercatanti a trattare ilor negozij firiducono, chiamatoil Mercato nuouo: ilche faceua anche piu chiaro il putto, chein unadellefacciate fi uedeua batter l’hore: in una banda delquale, essendo maestreuo!mente stati accomodatiilor particolari Dij da una parte cioè la statua della Fortuna a sedere sur una Ruora, & dall’altra van Mercurio col caduceo, & cò una borsa inimano, fi uedeuano ridotti mol ttdepiu nobili Arteficicioè quelli, che con maggiore eccellenza, che forle in altroluogo in riorenza lalor Arteexercitano: & di questi con le lor mer «i in mano quali che all’entrante Principesla offeric le uoleslerozaltri fi ucde wano

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LEE E [p. 857 modifica]“DEGL’ACCADEMICI 887

vanocon prappi d’Oro, zalrridi sera, altri con finislimipanni, & altri con rica mi bellislimi; & merauiglioli, tutti lieti mostrarsi: fi come in altra parte altri finedeuano poi con dmersi habiti passeggiando negotiare, & altri di minor

rado con uarij, & bellissimi intagli di legname, & di Tarfie: & altri con Pal fara Maschere, 8 con Sonagli, & altre cole fanciullesche nella medesimaguisa mostrare il medesimo giubilo, & contento. Iche, & il giouamento delle quali, & l’urile, & a gloria, chea Fiorenza ne fia venuto lo dichiacauas noi quattro uersi, che come a gl’altri disopra posti erano, dicendo.

‘Qui artes pariat SOLERTI A, znutriatusus, AurcamonArauit, quondam FUORENTI A’cunétis. Pandere nam; acri ingenio, atque enixa labore est Prestanti, unde paret utamsibi quis beatam.

Delle duc ultime Deità, oVertù poi, che come babbian detto per la quans rità, 8& eccellenza in esse de figliuoli suoi fon tantoa Fioréza proprtie, che ben puo sopra Paltre gloriosa reputarli, da man destra; & a canto alla statuadi Ce rere era posta quella d’Apollo: preso per quello Apollo Toscano, cheinfondene Toscani Poeti i Toscani uetsi, questi sotto i suoi piedi(si come nell’ala rré tele)haueua dipinto in cima d’un amenisfimo vonte conosciuto eslere d’Helicone dal Canal Pegasco, un molto bello, & spatioso prato: î mezo acui sorgeuail sagrato fonte d’Aganippe, conosciuto anch’egli per le noue Muse, cheintorno gli stauano sollazandosi, con le quali, & all’ombra de nerdeggianti Allori, di’che tutto’l monteera ripieno fi aedeuano uarij Poeti in varie guise federsi, o palleggiando ragionate, o cantare al suon della Lira; men tre una quantità di piccoli Amorini sopra gl’Allori scherzando altri di loro saectrauano, & adaltri pareua, che gettalsero lauree Corone: di questi nelpiu degno luogo ii uedeua l’acunitlimo Dante, il Petrarca legz: adro, & il facondo Boccaccio, che in atto tutto ridente pareua, che promettelslero all’entran teSignora, poi che a loro no era tocco li nobil subbietto di infondere ne Fio rentiniingegni tanto ualore, chedilei degnamente cantar poteflero; ache conl’exemplo de loro seruti, purche fi troui chi imitar gii appia hanno ben aperto larghifima strada. Vedeuasi a lor uicini, & quali, che con loro ragionassero tutti fi come gl’altri da natural ritratti M. Cino da Pistoia, il Mo temagno, Guido Caualcanti, Guittone d’Arezo, & Dante da Maiano, che furono alla medesima età, & secondo quei tempi aslai leggiadramente poeta rono, Erapoida un’altra parte Monfignor Giovanni della Casa, Luigi Ala manni, & Lodouico wartelli con Vincentio alquanto da lui lontano: & con loro Mesler Giovanni Rucellai lo scrittor delle; Tragedie, & Giro= lamo Benivieni: fra quali se in quel tempo stato uiuo non fufle fi sarebbe dato meriteuol luogo al ritratto ancora di M. Benedeétto Varchi, che poco doa po fece a miglior uita passaggio. Da un’altra parte poi fi uedena Franco Sac chetti, che fcrislele rrecento nouelle; & quegli che benche oggi di poco gri do sieno, pur perche a lor tempi non piccolo augumento a i Romanzi diede to, non indegni di questo luogo giudicati furono, Luigi Pulci cioè con Bermacrdo, & Luca suoi fratelli, col Cco, & con l’Alulssimo. Il Bernia UE

padce [p. 858 modifica]850 ‘TERZA PARTE

padre, & ottimo padre, & inuentore della Toscana burlesca poctia parena, checol Burchiello, & con Antonio Alamanni, & con l’ Vnico accolti, chein disparte starua, mostrafle non degl’altri punto minoreallegreza: métre, che l’Arno al modo solito appoggiaro sul suo Leone, & con dueputti che d’AlLloro ilcoronauano, & Mugnone noro per la Ninfa, che sopra gli stauacon Ia Lunain fronte, & coronata di stelle, alludendo alle figliuole d’Atlantepre faper Fiesole, pareua, che anch’esli mostrassero la medesima letitia, 8 conten to. ilche, & il soprascritto concetto dichiararono ottimaméte i quattro ver. fi, che come gl’altri nell’Architraue furon posti, & che diceuano. y

Musarumhicregnat chorus; ata; Helicone uirente Posthabito, ucnere tibi Florentia nates Eximij, quontam celebrare hec regia digno Nonpotucre suo, & connubia carmine sacro.

Erarincontro di questo da man finistra posto, non men forse agl’ingegni Fiorentini di quello proprio fi uedeua la statua del Disegno, padredella pit tura, scultura, & architetrurazilquale se non nato fi come ne pallati scritu fì puo uedere, posfian dire chc in Fiorenzaal tuttorinato, & come in proprio nido nutrito, & cresciuto fia. Eraper questo figurata una statua turca nuda con tretelte eguali perle tre atti, che egli abbraccia, tenendo indifferente mentein mano di ciascuna qualche instrumento: & nella tela, che sotto gli staua fi ucdeua dipinto un grandissimo Corule: per ornamento di cutin di uerse guise poste cra una gran quantità di statue, & di quadri di pittura anti chi, & modernizi quali da diucrsi maestri lì ucdeuano in diuersì modi dilegnare, & ritratte: in una parte del quale facendosi una Anotomia pareua» che molti steslero mirando, & ritraendo fimilmenie molto intenti: altri poi Ia fabbrica, & le regole dell’Architertura considerando pareua, che munutamente uoleslero misurare certe cole, mentre, che il diuino Michelapnolo Buonaruoti pricipe, & monarca di tutticoi tre cecchiettii mano(sua antica impresa) accennando ad Andrea del Sarto, a Lionardo da Vinci, al Puntormozal Kollo, a Pieri del Vaga, & a Francesco Salviati, & ad Antonio da sà Gallo, 8& al Rustico, che gl’eron con gran reuerenza intorno mostraua con fomma letitiala poposa entrata della nobil Signora. Faceua quali il medefimo effetto l’antico Cimabue uerso certr’altri, & da un’altra parte posto: di cui pareua, che Gioto fi ridesle, hauendogli come ben disse Dante tolto il campo della pittura, che tener fi credeua, & haueua seco oltre a Gaddi, Buffalmacco, & Benozzo con molt’altri di quella ctà. In altra parte poi, & in al tragoisa postu fi uedeuanio tutti giubilanti ragionarsi quelli, che tanto augu mento all’Arre dicdero, et acui tanto debbono questi nouelli maestrizil gra Donacello cioè, er Filippo di ser Brunellesco, er Lorenzo Ghiberii, ettca Filippo, er l’eccellente Masaccio, et Desiderio el Verrocchio con molr altri da natural ritratti, che p eslersene ne palati libri trattato, fuggédo il tedio, che alettori replicando uenir ne potrebbe andrò senza piu dirne trapallando lì. quali, er quel che ini afare uenuti fuslero, come negl’altri, da quattro

foprascritci uccli fu dichiarato. Non [p. 859 modifica]DEGL’ACCADEMICI 89r

Nonpidturasatis, non possunt marmora, & «ra Tuscaq; non arcus, testari ingentia fatta» At; caprecipue, que mox uentura trabuntur " Quisnune PRA XZITELES celet, quis pingat APELLESè

Hora nel basamento di tutte queste sei grandissime, etbellissime tele li ve devadipinto una gratiofa fchiera di tanciulletti, che ciascuno nellasua profelsione alla fopraposta tela accomodarta exercitandoli, pareva oltre all’ornamento, che molto accuratamente mostrasflero, con quali principijalla perc ferione de sopra dipinti huomini fi peruenisse: fi come giuduiosimente, et con fingolarearte furono le medesime tele scompartiute ancora, ctornate da altissime, et tonde colonne, er da pilastri, et da diuerle Troterte tutte alle ma terie acui uicine erano accomodare. ma gratiose, et uaghe apparuero malsi maméte le diece Impsse, o p meglio direi diece quasi rouesci di medaglie parteuecchi della Città, etparte nuouamenteritrouati, che negli spartimenti lo prale Colonne dipinti, andavano ledescritte statue diuidendo, cr l’inuenrione di elle molro argutamente accompagnando: il primo de qualierala de durione d’una Coloniazfignificata con un Toro, et con una Vacca insieme ad un giogo, et con l’arator dietro col capo uelato; quali fi ueggono gl’antichi Auguri, col ritorto litno in mano, etcon la ua anima, che diceva. COL: IVL: FLORENTIA. Jlsecondo, et questo è antichissimo della Città, etconcuiellale cole publiche fuggellar suole, era l’Hercole con la Clava, et

lapelle del Leon Nemeo, fenzaltro motto. mail terzo erail Cavalpegha

sco, che copicdi dietro pcoteval’ Vrna tenuta da Arno nel modo, che fi dice del fonte dElicone, onde vsciuano abbodarissime acque, che formavano vn chiariss. fiume tutto di Cigni ripieno lenz’’anima anch’esso: fi come ancheil quarto, che era coposto d’’yn Mercurio col Caduceo in mano, er cò la borsa, ercol Gallo qualein molte Corniuole antiche fi uede. ma il quinto accomo didofi a qll’afferione, che come nel principio fi disse fu p c@pagna a Fiorenza data era via giovane dona messain mezo, et laureata da due, che del militar paludaméro adorni, er di laurca ghirlàda an-h’essì incoronati sébravano cf sere ò Cosoli ò Impadori: c6 le sue parole che dicenano GLORIA POP: FLOREN: Si comeil sesto accomodadofi in fimil guisa alla Fedeltà, di FioIéza ancirella copagna era fimilméte d’yna fémina a feder posta figurato, che cò vn’Altare vicino sopra ilquale pareva, che mertelle Pauna delle mani, et cò l’altra alzatatenendo il secodo dito elevato alla gnisa, che comunemente giurar fi uede, pareva, che col motto di FIDES POP: FLOR: dichiarasse Pintention fua: ilche faceva anche la pittura del fettimo senza motto, che era no1duoi Corni di Douttia pieni di spighe intrecciate insieme. Etlo faceva l’ottauo pur séza morto cole tre Arti pittura, Scoltura, zet Architertura, chea guisa delle tre Gratie prese p mano denorado la depédétia, che l’una arceha dall’altrazerano fur una plot cuifivedeva scolpito va Capricorno n6 me nodell’altre teggiadramére poste. faccualo ancora Hl nono piu verso l’Arno collocato, che era la folita Fiorenza co! suo Leone acanto, acui erano daalcune psone circunstanti offerti diuerli rami d’Alloro, grate quasi del benefitio dimolstrandou; voi chemi lelertere come kigille azisurgere incomicia

raonozetlo [p. 860 modifica]290 TERZA PARTE

& lo facevaildecimo, & ultimocolsuo mottochediccua TRIBV SCAPTIA, chefulapropria d’Augusto suo conditore, scritto fur uno scudo tenuio da un Leoneznella quale anticamente Fiorenza folcua rallegnarki.

Ma digrandissimo ornaméto oltrea bellissimi scudi ou’eran l’Armidell’una & l’altra eccell. & della Serenissima Principessa, & l’Infegna della Città, & oltre all’aurea, & grande, & Ducal Coronazche Fiorenza di porger mostraua fu unaprincipalissìima impresa sopra tutti gli tcudi posta, & aproposito della Città messa, che era composta di dua Alcioni faccenti in mare il lor nidoal principio del verno: ilche fi dimostrava con quella parte del Zodiaco, che dipinto ui era: in cui fi vedevail sole entrare a! punto nel segno del Ca pricorno, con la fuaanima, che diceva HOC FIDV NT. volendo figni ficare che si come gl’Alcioni per privilegio della natura nel tempo, che il So leentra nel pderto legno di Capricorno, cheréde tranquillissìmo il Mare possono farui ficuraméte i lornidizonde sono quei giorni Alcionij chiama ti, coli anche Fiorenza sotto il Capricorno, ascendentez & per cio antica, & honoratissima impresa del sua ottimo Duca, puo in qualunque stagione il mondo neapporti feliciskimamente come ben fariposarsi, & fiorire. Ettut ro questo con tutti gl’altri sopradertti concetti erano in buonaparte dichiara

ti dall’inscritione, che all’alullima Sposafauellando, accomodatamente, &

in bellitlimo, & ornatissimo luogo era stata messa dicendo.

Ingredere urbem fcelicissìmo coniugio factam tuamAngustissima Virgo Fide, Ingeniis & omni laude prestantemzoptataq; presentia tua, e7 eximia uirtute sperataG; fe cunditate, optimorum Principum, paternam, & auitam claritatem fidelissìmorunt ciutum, letitiam, Elorentis urbis gloriam, & foclicitatemange,

Dellentratadi Borgo ogni Santi.

EE EGvITANDO poiuerso il Borgo d’Ogni santi strada coÙ CH IL meognun fa, & bellissima, & ampissima, & dirittiMima fu

E QU all’entrar d’essa con due molto gran Colossì figurato in È AE Ì uno l’Austria per una giovane tutta armataall’antica, con y uno scetro in mano significante la bellica sua potenza, p +2 l’umperialdegnitazoggi appresso a quella nation riseden te; & ouepare, cheal tutto ridotta fia; & nell’altro una To scanadi religiose vesti adorna, & con il facerdorallituo in mano, chedimostravaanchella l’eccelléza, cheal diuin culto la Toscana natione fin dagl’an tichi tempi ha sempre havuto: perilcheancor oggi lì ucde, che i Pontefici, et Ia Santa Romana Chiela in Toscana hannoillor seggio principale uoluto porre, Di queste hauendo ciascuna un gratiolo, ctignudo Angeletto acan ro, cheall’una parcua, che serbasse l’imperial Corona, et all’altra quella, chei Pontefici usar fog!iono: molro amorcuolmente pareva, che l’unala mano al

l’altra porgelse; quasi, che l’Austria con le sue più nobil Cuttà; lequali PE tela [p. 861 modifica]DEGL’ACCADEMICI + fo

cela grandissima che per ornamento, & per testata all’enttare di quelia ftrada, & uerso il Pratoriuoltasotro diucrse imwaginicrano descritte, lignificar uolesle d’ellere parenteuolmente uenuta adinteruenirc all’allegreze, & he noranze de serenislimi Sposi, & riconoscere, & abbracciare l’amata sua Tescana, congiugnendo in un certo modo le due mallimo potentie spirituale, 6 temporale meme. Ilche ottimamente dichiararonoi sei ucrli, chein accomodato luogo posti furono dicendo. |

Auguste en adsum sponse Comes Auftria, magi Cesaris hec nata eft Cesaris atq; soror.

Carolus est patruus, gens, e f«ecunda triumphis, Imperto fulget, Regibus, & proauis:!

Letitiam, & pacemadferimus. dulces@; Hymeneos, Et placidam requiem, Tuscia clara tibi,

S1 come dall’altraparte la Toscana, hauendoa Fiorenzafua Regina, & Sì gnora il primo luogo alla prima porta concedutotuttalicta diriceuere tanra donna parcua, che fi dimostrafte: hauendo in sua compagna anch’ellain una fimiltela acantoa le dipinto, & Fielole, 8 Pisa, 8& Siena, & Arezo con l’altre sue Città piu famose, & cò lOmbrone, & con l’Arbia, & col Serchio, & con la Chiana tutte in uarie forme secondo il solito ritratte hignificando

il contentosuo con i sei leguenti uerli in simigliante modocome gl’altri, & in comodo luogo posti.

è Ompibus fauistis, e5 Letor imagine rerum: Virginis afpettu Cesarecq, fruor:: =. He nosire infignes urbes; hecoppidi, & ’ Agri Hc tua sunt: illis tu dare iure potcs. Audis ut resonent Letis clamoribus ether: / Et plausu, & ludis Austria cuntta fremant. i‘

‘Del Ponte ala Carraia.

= T accioche con tutti iprosperi auspitij le splendide noze

celebrate fuslero, al Palazo de Ricasoli che al pricipio del

Pontealla Carraia come ognun fa è posto, fifece di com=| pommento Dorico il terzo ornamento a Himeneo lo pie I diquelle dedicato: & questo fa oltrea una fingolare, &

uaghisi. Testatain cui gl’occhidi chi perBorgo ognisantineniva

con metauigliolo diletto fi pasceva, di dua altib‘fimi, & molto magnifichi portoni, che in mezo la mettevano, sopra l’‘uno de quali, che dava adito a trapaslanti nella strada chiamata la Vigna era giuditiofamente posta La statuadi Venere genitrice: alludendo forle alla cala de Ccsari, chec daVenere hebbeoriginezo forle augurandu a nouelli Sposi gente ’ RKRrrr [p. 862 modifica]294 TERZA PARTE -tione, 8fecodità, 6 vn motto cavato dall’épitalamio diTeocrito, che dicewa ΚΥΠΡ1S ΔΕ ΘΕΑ ΚΥΠΡΙS ΙΣΟΝ ΕΡΑ. SΘΑΙ ΑΛΛΑΛΩΝ.


Et lopral’altropcronde passò la pompa, & che introdnceva lungo la riva ‘d’Arnoquella di, Latona nurtrice; chivando forse la sterilità, è l’imporruna gelofia di Giunone; con il suo morto anch’ella di ΛΑΤΩ ΜΕΝ ΔΟΙΗ ΛΑΤΩ ΚΟΥΡΟ NIΡΟΦΟS ΥΜΜΙΝ ΕΥΤΕΚΤΗΝ.

Per finuméro de quali, cò fingolareartifitio adotti, sopra una gra Base co | l’un deportoni appiccata, quasi dell’acque vicito fi vedeva da una parte fotto | forma d’un bellis. & di gigli inghirlandaro Gigante l’Arnocomesedinoze cxéplo dar uoleste cò la sua Sieue di frodi, 8 di pomiingairladata anéor ella abbracciato. i quali pomi alludédo alle palle de" Medici, che quindi hebbero origine rosleggiati, stati farebbero fe i colori in ful biaco marmo fuslero con | wehuti; ilquale tuttoliero parcua che alla nouella Signora fauellalle nel mo | do, che contengano i seguenti uerli. ì

Inmare Nunc auro flaucntes Arnus arenas , Voluam: atque argento purior undafluet. Hetruscos Nunc inuiétis comitantibus armis Cesarcis, tollam sydera ad alta caput. " à Nunc mibifama etiam Tybrim, fulgore rerum / Tantorum longe uincere fata dabunt. ‘

Etdall’altraparre per coponimento di quello sur una fimil base, & in fi-" mil modo cò l’altro portone appiccata quasi ali l’una verso l’altra riuolgédo | fi, & quasi d’una fimil formail Danubio, & laprava abbracciati fimilmére fi uedevano; che fi come qlliil Leone, haucuano questi l’Aquilap insegna, & | fostenimétori quali incoronati anch’essi di rose, & di mille uariati froretti, Pareva, che a Frorenza fi comequelli ale stessi diceslero iseguenti ucrlì

Quamuis Flora tuis celeberrima finibus errem Sum scptecm geminus Danubius4; ferox: | Virginis Augute comes, & uestigia lustro \ Vtreor: & fi quod flumina numen habent | Coniugium fastum, & fcundum, @& Nestoris annos | Thuscorum, & late nuntio regna tibi. |

Nella sommità della testata poi, & nel piu degne lnogo molto abianchif Limo marmo somigliante fi uedeva la statua del giovane Himeneo inghirla | dato di fiorita Persa con la face, & col velo, & con l’inicritione apiedi a _BONI CONIVGATOR AMORIS melloin mezo dall’Amore che rutto abbandonato sotto l’un de fianchi gli stava, & dalla Lealtà marita | le, che: l braccio fotto l’altro appoggiato gli tencua: laquale tato bella, tato | uaga, tanto ucezosa, & tanto bene scompartita a gl’occhi de riguardanti fi dis | mostrava, che ucramentepiu dire non li porrebbe: hauendo per principal. «corona di quello ornamenio(percioche a. tutti una coral principal corona, | Suna [p. 863 modifica]DEGL’ACCADEMICE 805

s-unaptincipale impresaposta era)in mano al descritto Himeneo formato neducdella medesima Perla di che inghirlandato s’era; lequali con sembia ga tencua di uolerlea felici Spoli presentare. ma massimamente belli, & uaghi, & ottimamente condotti fi mostravano i tre capaci quadri, che in tanti apunto da doppie colonne divisi, era scompartita tutta quella larghilima facciata, & che con somma leggiadria a pie dell’Himenco posti crano, deferi uendoin essi tutti quei comodi, tutti i diletti, & tutre le delidereuoli cole, che nelle nozeritrovar hi logliono: le dispiaceuoli, & le noiose con una certa ac corta gratia da quellediscacciando: & però nell’unodi questi, & in quello del.: mezo cioè, fi uedevano le tre Gratie nel modo, che fi costumadipite tut te liete, Stutte feltanti, che pareva, che cancaslero con unacerta soaucarmo nia isopraa loro scritti uerli, dicenti,

Que tam preclara nasceturstirpe parentum Inclita progenies: digna atauis&; suis?

Hetrusca attollct se quantis gloria rebus EF ’ Coniugio Austriace, Medicee@; Domus? é

Viute foclices: non esispes irritaznanque Diuina Charites talia uoce canunt.

Hauendo da una parte, & quali, che coro lefacessero couenientemérein fieme accoppiau la Gionentù, el Dilerto, & la B-Ilezza che col Còtento ab bracciata stava, & dall’alurain fimil guisa, l’allegreza col Gioco, & la tecodi+ tà col Riposo ruta cò atti dolcillimi, & a loro effetti fimiglianti, & in manieradal buon pittore corrasegnati, che agcuolmére conoscere fi potevano. In quellopoi che alla destradi qsto era, fi uedeva oltre all’Amore, & la fedeltà i medelimi Allegreza, & Cotento, & Diletto, 8& Riposo cò accelefacelle in. mano, che del m& do cacciavano, nel profodo Abislo rimettendo la Gelosia Ia Cérentione,!’Affanno, il Dolore, il Piaro, gl’Inganni, la Sterilirà, & fimili altre cose noiole, & dispiaceuoli, che li speslo solite fono pturbare gl’hanimi humani: & nell’altro dalla bada finistra fi uedevavo le medelime Graticin. copagniadi Giunone, & di Venere, & della Cécordia, & dell’Amore, & del Ia Pecodurà, & del Sono, 8& di Palitea, & di Talassio mettere in ordine1l genial letto cs qlieantiche religiole cirimonie di facelle d’incensi di ghirlade & di fiori, che costumar fisolevano, & de quali n6 piccola copia una quatità d’Amorinloprallerro scherzaii, & uolari spargédo andavano. Erano poi lo pra qsti cò bellillimi spartiméri accomodati duc altri quadri, chein mezo Ja statua dell’Hime: neo mettevane; alquanto dei descritti minori: nell’unode

. quali imitando l’antico costume, fi ben 4a Catullo descritto, fi uedevua la sé renislima Principesla da natural rittattain mezo ad un leggiadro drappellet rodi bellissime giovani in verginal habito, tutte di fiori incoronate, & cò fa celle accele in mano, che accénando uerlo la Stella Espero, che appatire fi di mostrava sébrava quasi daloro eccitata cò una certagratiosa maniera muo verli, e verlo l’Himeneo caminare: co il motto O DIGNA CONIVNCTA VIRO. Si come nell’altro dall’altra parte fi ucdeva l’Ecc. Priucipein mezo a molu fimi!mére inghirladati, & amorosi giovani, no meno delle uergini dò

RRrre nefolle [p. 864 modifica]856 TERZA PARTE

folleciti in eccenderlenuttialifacelle, & non meno accennanti uecso l’appa rita atellafar fembianza uerlo lei carnmmnando deLmedelimo; o maggior de fiderio con il suo motto anch’egli, che diceva O TADIS FOFLICIBVS AVCTLA topraiqualiin molto gratioso modo accomodata tì uedeva per principaleimpresazchecomes’è detto atutti gl’Archi posta era una dorata Catechnartuttadi marirtali anelli con le lor pietre compotta, chedal Cielo pen dendo parevazche questo terreno mondo lostenelle; alludendo in un certo modo all’Homerita Catena di Gioue: & fignificando mediante le noze vné dosilecelekti cagioni con le marerieterrene; la Natura, & ilpredetto terte= no Mondo consernathi, & . quali perpetuo rédersiz: 611 mortro» che diceva

NATVRA SEQVITVICVEISDE. Vna quantità poi, Stutti vezosi, et rarti ieri, & tutti in accomodato luogo posti di Putri, & d’A morini li uedeva

no lparsi, & per le Bah, & peri pilastri, & per i Felton1, & per gl’oltri ornamé ti, che infiniti u’erano, che con unacettaletitia parcua, che rutti è spargeslero fiori. & ghirlande, ò soauementecantaslero la seguente Ode, fra gli spazij dell’accoppiate Colonne, che come s’è detto, i gran quadri, & lagran faccia

diuidevano con gratiosa, & leggiadramaniera accomodata.

Auguftisoboles regi Cesuris Staruno nubtauiro Principi Hetrurie piBdustis anspicijs descruituagum ci Mirumzregnaq; Patria

Cul srater: genitor: patruns: atque auì Fulgent innumeristemmate nobiles ‘Preckro Imperij, prisca ab origine + Dizno nomine Cesares.

Erzo magnaninae uirgini e@ inclyte Lam nunc Arne pater suppliciter manus. Libcs: @5 uiolis nerficoloribus | PuichramFlora premas comam

Assirgant proceresì acuclut aurcum EtceleReiubarrite colanteam. Ommes accumulét templa Deum, et pijs Arasmuneribns sacras. .

Tali contugio Pax bilaris redit. Fruzes alma Ceres porrigit uberes, Saturniremeant aura secula, Orbis letitia fremit.

Quindire Eumenides, monftra& Tartari His longe Duce te finibus exulant. Bellorumrabies binc abit effera, Mauors sanguincus fugit,

Sed iam noxruit; e sidera concidunt. Et nymphe aducniunt: iuno@; pronuba: Arridet pariter blandaq; Gratia Nudis iunéta /ororibus.

Heccingit niucis tempora Ulijs. Hecepurpureis /ertageritrosis. Huicmolles utole, & suauis amaracus Nettunt uirgineuncaput.

Lusus: leta Quies cernitur, & Decor. ) i Quos circum uolitat turba Cupidinamt Et plaudensrecinit hec Hymeneus ad Regalis thalamifores.

Quidstatis tunenes tam genialibus Indulgere toris immemorcs?ioci Cessent, & chore«: ludere uos fimul Poscunt tempora mollius.

Ronuincant edere bracchiaflexiles. Conch«non superent oscula dulcia Emanet pariter sudor, & ofiibus Grato murmure ab intimis.

Det summunt imperium, regna; Iuppitet Det Latonaparemprogeniempatri. Ardoré unanimè det Venus, atq;, Amor Aspirans face mutua. [p. 865 modifica] Del palazzo degli Spini.


T accioche nelluna parte dell’uno, & dell’altro imperio in die tronon rimanesle, che non fnsils alle noze felici interuenuta, | al Ponre asanta Trinira, & al Palazo degli Spinizche al suopri 2 cipio li ucde d’archirettura compolta non meno magniticam& te fuil quarto ornamenrto fatto d’una testata di tre faccie l’yna delle qualiuersoil Porealla CarraiatacigeloDi uenivacogiunta con quele Jadel mezozche alquanto piegata era: & che anch’ella con quella, che uerso gli Spini, & Santa Trinita in fimul guisa fuolgeva era appiccata: onde pareva che per uedura cofi dell’una, come dell’altra strada principalmente stara ordinata fusle. in tal maniera dall’una, & dall’altra tutta a gl’occhi de riguarda ti sidimostrava: cosa a chi ben confidera, d’artifirio fingolare, & che rendeva quella contrada, che per se è uistosa, & magnifica quanto alcun’altra, che in Fiorenza fi rittoui, & uistohiffima, & bellissima oltre a modo: hauendo nella faccia che nel mezo nentua tormatoui sopra una gran Base due gravdislimi, & in uista molto superbi Giganti, fostennti da due gran Mostri, & da altri stranagiiipelci, chepil mare d! nortar sébravano, & da 2. matine Ninfe acco pagnatiprehi l’uno per il grande Oceano, & l’altro per il Mar Tirreno, che in parte giacendo pareva con una certa affetruosaliberalità, chea serenissimi Sposi presentarmoleliero non pur molte, & bellilkime branche di coralli, & conche grandiflime di Madriperle, & altre loro marinericcheze, che in ma tenenano; ma nuoue Isole, & nuoue Terre, & nuoui Imperij, cheiui con ler condotte fi uedevano: dietro a quali, & che leggiadro, & pomposo faceva tutto questo oriamento, fi uedeva dal polare, che in fula bale facevano, a po co apocoergersi due grandislime meze colonne sopra le quali posado la sua cornice, & fregio & acchitraue lalciavano dietro amari descritti quali ia tor ma d’Arco trionfale un molto spanolo quadro: sorgendo sopra l’architraue, s& soprale due colonne due ben intesi pilastri auuiticcian: da quali muoucn

deli due cornici tormavano in fine un fuperbo, et molto ardito frontespiuo

in cima dicuz. et soprai utticci de due descenti pilastri fi uedevano posti tre

gràdissi. uali d’oro e tutti pieni, ercolmi di mille, ermulle uariate matine ric

cheze: ma nel uano, che dall’architirauc alla punta del frontespitio rimaneva «6 lingolar dignità fi uedeva una macestcuol Ninfa giacere, figurata per Te tide, o Anfirrite marina Diva, & Regina, che in atto molto graue per principal Corona di questo luogo porgeva una rostrata Corona sola dac avin citori dellenavali batragliezcol suo motto di VI NC E MARI. quali, che foggiugnesse quel che segue IAM TERRA TVA EST: ficomenel quadro, & neilafaccia dictro a Giganti in-una grandissima nicchia, & che di naturele, & werace Antro è Grottasembianza haucua, fra molti altri marivi mostri fi uc-deva dipinto il Proteo della Georgica di Vergilio da Ariîtco legato, che col diro accennando ucrsoifopralcrittigli ucrii, parcua, che profe tando uolesie annuntiare a ben congiunti Spolinelle cole matittime telizixà, & uitictie, & trionfiz dicendo. [p. 866 modifica] Germatta aducniet, felici cum alite uirgo FLORA tibi, aduenict ſoboles Kuguiîta Hymenet Cul pulcher luuenis iungaturfedere certo Regius Italie columen,bona quantaſequentur Coniugium?Pater Arne tibi, & tibiFlorida Mater Gloria, quanta aderit:Protheum nil poſterafallunt.

  • Etperche come s'è detto qſta faccia dell’Antro era dalle due altre faccieg

di cui l’una uerfo Santa Trinuta, & l’altra uerſo il Ponte alla Cartaia ſuol- geua meſſa in mezo; fi uedeuano ambe due, che della medefima grandeza & alteza erano, in fimil modo da due fimili mezecolonne melſlefimilmens tcin mezo:lequali in fimil guiſa reggeuano il loro architraue, fregio, 8& cor- Rice di quarto tondo: in ſu la quale coſi di qua come di la ſi uedeuano tre ſta rane diputti in ſu tre piediſtalli, che foſtencuano certi ricchiſlimi feſtoni d’o ro;di chiocciole, & u.cchie,er coralli,con fala,et con alga matina molto mae ſtreuolméte copoſtizet da quali non men gentilméte era dato atutta queſta machinafine. Maritornando allo spatio della facciata,che ſuolgendo al pa lazo degli Spini s'appoggiana: fi uedeua di chiaro oſcuro dipintain ello via Ninfa tuttainculta,& poco meno, che ignuda,in mezo a molti nuoutanima li: & era queſta preſa per la nuoua Terra del Pern con l’altre nuoue Indie Occidétali fotto pl'auſpitij della fortunatiflima caſa d’Auſtria in buona par teritrouatre,& rette; che uolgendoli uerlo un lelu Chriſto noſtro Signore, che tutto luminoſo in una Croce nell’aria dipinto era(alludendo alle quat tro chiarillime Stelle)che di Croce fembianza fanno, nouellamente apprel. ſo aquellegentiritrouate,pareuaa guiſa di Sole, che con gli ſplendidiſlimi ragzi alcune folte nugole trapaſfaſle: di che ella ſembranain un certo modo, rendere a quella caſa molte gratic;poiche per lei ſi uedeuaal diuim culto, & alla ucrace Chriſtiana Religione ridotta con i fotto ſcritti uerli .

Ditibipro meritis tantis Auguſta propago a Premia dignaferant: que utnetam mille catenis Heu duris ſoluts:que clarum cernere Solcm E tencbris tantis; & Chriſtum noſcere donas.

Si come nella Baſe,che tutta queſta faccia reggeua; & che bencheal par

di quella de Giganti ueniſle non perciò come quella ſporgeua in fuori,ſi ue, deua quali per allegoria dipinta la fouola d’Andromeda dal crudo moſtro, martino per Perſeo liberata. Main quella,che inuerſo l’Arno,& il Ponteal la Carrata ſuolgendofi rig uardaua,fi uedeua in fimil modo dipinta la famo= fa benche piccola Hola dell'Elba fotto forma d'una armata guerriera ſedere fopra un gran faſlo col Tridentenella deſtra mano:hauendo da l’un delati vn piccolo fanciulletto,che con un Delfino pareua, che uezoſamente ſcher- zaſle; & dall’altro un’altro a quel fimile,che un’Ancora reggeua:con molie Galee,che dintorno al ſuc rorte,che dipinto ui cra, aggirar fi ucdeuano:a ie dicuj,& nella di cuiBalcifimil modo corriſpodédo alla ſopra dipinta fac

ie [p. 867 modifica]PDEGL’ACCADEMICI 899

cia fi uedecua fimilmente quella fauola, che da Strabone è mesla, quando cò

ta, che tornando gl’Argonaunti dall’acquisto del Vello d’oro; all’Elba con

Medea arrivati, uitizarono Altari, & ui fecero a Gioue faprifizio; preuc dendo torsed augurando. chead altro tempo questo glorioso Duca perl’or «dinedel Tosone quali della loro squadra douesle fortificandola, & aflicn: 3

tdoitrauogliati nauiganti rinovare l’antica di loro, & gloriosa memoria: 1l

che iquattro uersi in accomodato luogo postini oujmamente dichiarau3“no dicendo,

€ Eiurnere, olin Heroes, que littore inisio Magnanimi uotis petiere. en Ilua botentis É Pe Auspiciis COSMI multa munita operazacuà ia Pacatum pelagus sccurtcurrite Naute.

’ Mabellissima, & bizatra, & capricciosa, & moltoornata vista faccuano oltre alle uarie imprese, & trofei, & oltre ad Arione, che sul notante Delfino per mezo il mare sfollazandofi andava, una innumerabile quantità di stravaganti pesci marini, & di Nereidi, & di Tritoniz che per fregi, & piedistalli, & basamenti, & ouunquelo spario, & la belleza del luogo lo ricerca ua sparsi erano: fi comeapie del gran basamento de Gigantu gratiosa uista faceva ancora una bellissìima Sirena sopra il capo d’un molto gran pesce se«denté; dalla cui bocca fecondo il uoltar d’una chiaue, alcuna uolta non sen. za desiderato riso de carcunftanti, fi uedeva getratre imperuolamente acqua - adoslo a troppo auidi dibereil bianco, & uermiglio uino, chedalle poppe della Sirena abbondantemente in un molto capace; & molto adorno Pilo ‘cascava. Etperche lariuoltadella facciaou’era dipinta l’Elba, chea chi dal -pontealla Carraia lungo l’Arnouerdso gli Spini fi come fece la pompa andava, batteva di prima giunta negl’occhi: paruealritrovatore nascondendo labrutezadell’armadure, & de legnami, che dietro necellariamente posti erauo di tirare alla medefima alteza un’altra fimile alle tre descritte nuoua faccietta, che rendesle(li come fece tutra quella vista lietissìma, & ocnatisfima. Etin questadentro ad un grandeovaro parle, che ben fusle) turco il co certo della machina abbracciado(collocare laprincipalissìma impresa) & però per questa u: fi uedeva figurato un gran Nettunno sul’u fato Carro, & con l’usato Tridente, quale è descritto daVer gilio discacciare gl’importuni venti per motto ulan— do le sue medesime parole MATVRATE FVYGAM. qualuolesle tranquillità, ex quiete, er felicità nel luo regno a fortunati Sposi proancirere [p. 868 modifica]Della Colonna.

A A dirimpetto al uezosetto Palazo de Bartolini per piu ftabile, & fermo ornaméto era di poco né lenza singolare artifizio sta taritta quella antica, & grandissima Colonna d’oriental gra» nito, che dalle Romanc Antroniane trattaera daPio 4. stataa questo glorioso Duca concesla; & dalui(benche con non piccolo dispendio, a Firenze condottaza lei magnanimamente, & per publico dilei decoro fattone ache cortese dono. Sopra cui, e soprail dicuibellislimo Capitello, che di bronzo li come la base sembrava, & chedibronzo uahor facendosi, fu posta, b: nche di terra, madi color di porfido; perche cosi ha elsere, una molto grande, & molto eccellente statua di donna tutta armata cò Iacelatain testazrappresentante per laspada nelladestra, & per Icbilacie nel Ja sinistra mano una incorruttibile, & molto ualorola Giustizia.


Del Canto à Tornaquinci.


UV fatroil sesto Ornamento al Canto de Tornaquinci: & dirà à | cofa, che incredibile parrebbe a chi ueduta non l’ baucile: per c ioche questo fu tanto magnifico; tanto pompolo, & con ranta arte, & grandeza fabricato, che benche congiuntocol super bishimo Palazo degl: Srrozi, atto a fat parer nulla le grandissìmecose, & benche in sito al tutto difastrolo, pla ineguale rottura delle strade, che ui concorrono, & per certi altri inconuenientiz tanta nondimeno fu P’eccellentia dell’artefice, & con tantaben intesa maniera fu condotto: che pareva, chetante difficultà per piu ammirabile, & per di maggiore belleza renderlo a posta concorse ui tuslero, accompagnando lariccheza degl’ornamenryl’alteza degl’archi, la grandezazdelle Colonne, tutte d’armi, & di trafei conteste, & le grandi starue, che sopra la cima di tutta la machina torreggiavano quel bellissimo valazo in guisa; che ciascuno giudicato haurebbe, che ne quell’ornamento ricercalle altra accompagnatura, che d’un Palazo tale; zneche a tal Palazo altro ernaméro, chequello li richicdesle, ilche accio» che maggiormente s’intenda, & per piu chiaramente, & piu distintamente mostrare in che maniera questo farro fusle, neceslaria cosa è, che da qlii, che fucr dell’acrefono, ci fia alqui: o perdonato, le a quelli, che di essa fi dilcttauoandie forse più minutaméte, che lor couencuole né parrebbe descriuen do la qualità, de siti, & la forma degl’Archi: & queto per. mostrate come inobili ingegni fanno accomodaregl’ornamenti aluoght, & l’inuentionea Éticon gratia, & co uagheza. Diremo adunque, che percioche la strada, che dalla Colonna a Tornaquinci uicne è (come ognun fa) larghislima; & douendoli quindi quella de Tornabuoni trapaliare: laquale per la sua firetteza cautava, che gl’occhi di chi ueniva in buona parte neila nò molto 3adornatorre [p. 869 modifica]DEGL’ACCADEMICI get

fiatorre de Tornaquinci, che piu che la metà della strada occupa, percuoteuano; parue necessario per maggior uagheza, & per fuggire questo inconue niente di formare nella largheza della prederta strada d’ordine composto duc archi, da una ornatissimacolonna diuisfi; l’uno de quali dava libero aditoallapompa, che nella prescritta uia de Tornabuoni trapaslava, & l’altro la uistadellaTorre nascondédo, patevaper uirtu d’unaattifitiosa prospettiva che dipinta ui era, che in un’alrra strada fimilea quella de derti Tornabuoni conducelle: m cui con piaceuolissimo inganno fi uedevano non pure le cale & lefinestre di Tappeti adorne, & d’huomini, & di denne, chepermirare intente stessero piene: ma cò gratiosa uista, pareva che quindi tnuerso gl’entranti una molto uaga gionane sur’un bianco Palafreno da alcuni staffieri ac compagnata nenisle: ralche apiu d’uno, & il giorno della pompa, 8& mentre, chepoiui stette, fece con graticsa beffe nascer deliderio, d di andarcadincon trarla, 6 diattenderlafinoa tanto che trapassata fusle. Erano questi due archi olire alla prescritta colonna che gli diuideva mesliin mezo da altre cols ne della grandeza medesima, che reggevano gl’architraui fiégi» & cornici, & sopraciascuno con leggiadro ornamento finEdEaa un bellfimo quadro in cui pur di chiaro oscuro fi uedevan dipinte l’historiedelle quali poco di fotro parleremo; chiudendo disopra ogni cosa un grandiflimo cornicione con gl’ornamentialla grandeza, & alla magnificentia, & uagheza del resto corrispondenti: sopra: lquale posavano poi le statue; zle quali quantunque ve nislero alre dal pian della terra ben uenticinque braccia con tanta nondime poproportione eran fatte, che nel’alteza roglieva loc la gratia, ne la lontananza |a vista d’ogni particolare ornamento, & belleza. Stavano nella medelima guisa quali ali di questi due archi di testa, dall’uno, et l’altro lato due altri archi, l’uno de’quali congiunto col Palazo degli Strozi trapassando alla predettaTorre deTornaquinci dava adito!’a quelli, che uolgerhi uerso il mer cato vecchio uolevano; hi come l’altro dall’altro lato posto, facena il medesimoeeffetto a qquelli, che uerso la strada chiamarta la Vigna d’andar defideralfino: onde lauiadi Santa Trinitadi cui s’è detto che era tanto larga uenival questi quattro descritti archi terminando, a porger tanta uagheza, etfi bella & fi heroica uista che maggiore fodisfatione a gl’occhi de riguardanti pareua che porgere non fi poresie. er questa era la parte dinanzi, composta come fi è detto di quattro Archizdi ducdi testa cioè, l’un finto, etl’alrro che nella uiade Tornabuoni pasllava vero, erdi due altri dai lati aguisa d’Ali chenel ledueattrauersanti strade fi riuolgenano. ma perche entrando nella predet tastrada de Tornabuoni dal lato finistro acanto alla Vigna sbocca ( come ciascun sa)la ttrada di san Sisto, laquale anch’ella neceslariamente percuotenelfiancodella medesima Torre de Tornaquinciz nascondendo la medefimabrutteza nella medesima maniera, et col medesimo inganno della medefimaprospettivaz(i fece parere, che anchyella in una fimile strada trapassa fe, di uarij casamenti in fimil modo postizer con arufiziosa uista d’una molto/adorna Fontana, traboccante di chiarissime acque: della’quale chi punto lontano stato fusle di certo affermato haurebbe, che una donna con un putto, che di prenderne faceva sembianza uivaal tutto, et non punto fimulata era. Hora questi quattro Archi tornando a quei dinanzi erano da cinque

(CC [p. 870 modifica]912 TERZA PARTE

nel modo detto ornate Colonne, & lospeli, & diuisi, tormando quasi una quadrata piazzaz& era al diritto di ciascuna d’esle colone sopra l’ultima cor nice, & lommita dell’edifitio un bellissimo seggio; ellendonenel medesimo modo posti quattro altri foprail mezo diciaschedunoArco, iquali tutti face uano il numero di noue: in otto de quali filuedevaa fedetein ciascuno una ftatuacon molto maesteuol lembianza, delle quali altra fi uedcua armata, altrain pacifico habito, & altra con Fimperarorio Paludamento, secondo le qualità di coloro, che ritratti ui crano, & in uccedel nono seggio, & della nona statua sopra la Colonna del mezo hi uedeva collocato una grandissima Arme di cala d’Austria da dua gran Vittoriecon l’imperial Corona lostenutazacui tutta questa machina fì dedicava. ilche faceva manifesto un grandissìmo Epuafhio che con molto bella gratia loro l’’Armepostoliucde uadicére

Virtuti seclicitati&; inuittissine Domus Austrie, Maiestatiq; tot & tantorunt Impe ratorum acRegum, qui in ipsafloruerunt, et nunc maxime florent, Elorentia Augu sio coniugio particepsiliius scelicitatis grato, pio animo dicat.

Etera stato intentione come hauendo condotto a queste splendidissime noze la Prouincia d’Austria (& lelue Cittad1, & fiumi, & col uo Mare Ocea no; z& fatrole dalla Toscana, & Aalle sua Cittadi, & dall’, Arno, & dal rirreno(comes’è detto) riccuere: di condurre adeslo i suoi glorichi, 8 grandifsìmi Augustitutti pomwpoli, & tuattiadornizsi come ordinariamente, quando anoze s’interuiene, usar fi suole: 1 quali quasi, che coloro la serenissìima Spo sa condotto nauellero, fuslero innanzi uenuti per fare con la casa de Medici il primo parenteuole abboccamento, & mostrare di quale, 8 quanto glorio fa iaia lanobilvergine, che elsì lorprelentar uolcuano: & percio delPorro fopradettestatue, sopra gl’otto seggi poste, & per otto Imperadori di questa augustissima cala fatre, i uedeva alla man destra dell’Arme predetta, & lopral’Arco donde la pompa trapallava qlla di Malsimiliano secondo, al presente ottimo, & magnanimo Imperadore, della Sposa fratello: sorto a cui in un molto capace quadro fi uedeva con bellissìima inuentione dipinta la fuamirabile aslunzioneall’Imperio, fiando egli a sedere in mezoaglispirituali, & a temporali Elettori: quegli conosciuti, oltre all’habito lungo, per una Fede, chealorpiedi li uedeva; & quest’altri per una Speranzain fimil guisa posta. Vedevansi nell’aria poi, soprailsuo capocerti Angeletti, che ldembravano di cacciar fuori di certe oscure, & tenebrose nugole molti malia gni spiritizuolendo cs elsi accennare, laspanza, che li ha, che quando che fia, in quella inuittillima, & costantislima natione fi andranno dissipando, et fpegnendole nugoledi tante turbationi, che intorno alle cole della Keligio neuilonooccorle, 8& li ridurrà allapristina candideza, & serenità di tranquillulima concordia: o uero quali, che in quest’atro tutte le diflenfionifus fer uiauolatesene, mostrare quanto micabilmente in tanta uariatione dime |

ti, & di Religioni coralcalsuntione con tanto consenso della Germania, le= guira fulle: ilche denoravano le parole che sopra ui furono poste dicendo.

Maximilianus. IL. salutatur Imp. magno consensu Germanorumatq; ingenti letitiabo

20rum cmniunz& Christiane pictatis feclicitate.

Acanco


LL —

RE" E rn". _—_—s —— — [p. 871 modifica]DEGL’ACCADEMICI 91

+ “A canto poialla statua di massimiliano sopradetto in luogo conrisponden te alla colonna dell’angolo ui fi uedevaquella del ucramente inuittislimo Carlo quinto: fsi come sopral’Arco di questa riuolta, & che soprastava alla strada della Vigna era quella del secondo Alberto huomo di speditiflimo va . lore, benche piccol tempo imperasle. Ma sopra la Colonna di testa fu mella Thee del gran Ridolto: ilquale primo di questo nome, primo ancheintrousle i questa nobiliflima casa l’Imperial dignità, & che primo l’arricchi del grandeArciducato d’Austria: quando per mancamento di succelsione, ellen doall’Imperioricaduto; ne inuesti il primo Alberto suo figliuolo, onde ha poi preso la cala d’Austria il cognome: ilche per memoria di tanto importan refatto, fi uedeva con bellissìma maniera nelfregio sopra quell’Arco dipinto; con l’inscritione a piedi, che diceva

Rodulphus primus ex bac familia Imp. Albertum primum Audtrie principatudonat

Maritornando poi alla parte finistra, & cominciando dal medesimo luo godel mezo; li uedeva a canto all’Arme, & sopra il finto Arco che Ia Torte de Tornaquinci copriva la statua del religiolissimo Ferdinando della sposa padre, sotto i cui piedi in un gran quadro fi uedeva dipinta la ualorosa resisenza per suaopera fartal’anno uentinouenella difesa di Vienna contro al ribilzimolto Turchesco: denotata con il soprascritto motto dicente

Ferdinandus primus Imb. ingentibus copijs Turcarum cum Rege ipsorum pulsis Vien

nam nobilcm Vrbem fortifiime felicifimeq, defendit.

Si come nell’angoloera la statua del primo, & chiarissìmo Malsimiliafio, e fopra l’Arco che piegavauerlso il palazo degli Strozi quella del pacifico Fe: derigo appoggiata ad un troncon d’Oliva, del medesimo Malsimilià padre; ma sopra l’ultima colonna congiunta col sopradetto palazo degli Strozi fi ve devaqlladel fopraderto primo Alberto; quello chec(ome fi difle)fu primo da Ridolfo suo padre degli stati d’Austria inuestito; & che dette l’arme, che ancor oggi fi uede, a quella nobilissì ma cafa, laquale folevaprima esflere di ci que Allodolette in campo d’oro: douequesta, che, come ognun uede, è tutta rosla con unallistra bianca che la diuide, dicono, che tale da lui fi meslei vlo; percioche come iui in un gran quadro dipinto sotto i suoi piedi fi uedeva, ta lefitrouò ezliin i fanguinosissima battaglia da lui fatta con adolfo sta toprimadepolto dell’imperial sede: oue1l predetto Alberto fi uedevadi sua mano ammazare ualorosaméte adolfo, et riportatne l’opime spoglie: et pcio che fuor che il mezo della plona, che p l’arme biaca era, in tutto il resto mac chiaro, & imbrodolato ql giorno di sague fi ritrovaua, con la medesima ma+ niera di forma, & di colori p Glla memoria dipigner uolse l’Arme chepoi da fucceslori di qlla casa gloriosamente seguitata eller douesle, leggendoli sottoil quadro ù come agl’altri una fimile inscritione che diceva.

Albertus. L. Imper. Adolfum cui legibus imperi abrogatum suerat magno prelio uin

cit, & spolia opima refert. ‘

Er pche ciascuno degl’otto descritti Imp. oltre alluniuerfale arme di tutta la

casa viuédo n’usò ancora una sua particolare, et ppria: p piu manifesto réde xeariguarditi, pcui ciascuna delle statue fatta fulle, fi mise ancora sotto i lor

piedi in bellissìmi scudi qll’Arme, che, come è detto, portata propriaméte ha

weva. ilche oltre ad alcune uaghe, & accomodate PE nepiedistal SSL 2 [p. 872 modifica]904 TERZA PARTE

dipinte erano rendeva heroica, & magnifica, & molto ornata vista: sicome non meno facevano nelle Colonne, & in tutti i!luoghi cueaccomodatamétemetter li potevano oltre a Trofei, & l’Armi, le Croci di santo!/Andrea, & i fuaili, & le Colonne d’Hrcole col moitodel PLVS VLTRA, principale impresa di questo Arco, & moltealtre finuli usate dagl’huomini di quella Imperzalilluma famiglia. Ertale era la uista principale, che fi offerivaa chi per diritta uia con la pompa trapaslar uoleva: maa quelli, che per il contra= rio della uia de Tornabuoni uersoi Tornaquinci uenivano faceva forse co non men vago ornamento per quanto la stretteza della strada ne concedeuail medesimo sperracolo proportionatamente accomodaro: percioche iui, che lapartedi dierro chiameremo, quali un’altro corpo simileal descritto formaroerazeccetto, che per la stretteza della strada doue quello di quattro questo di tre foli archi fi uedeva composto; l’un de quali con fregiature, & cornici congiungendoli, & per cio doppio rendendo quello sopracui si dis se, che fu la statua del secondo Maslimiliano oggi imperante polta; & l’altra con la descritta prospettiva, che la torre nascondevaanch’egli appiccandosi faceva, cheil terzo lasciando fimilmente dietro ase. una quadrata piazettare ftava l’ultimo di. chi con. la pompa usciva: & (i dimostrava il primoa chi p il contrarioper lastrada de Tornabuoni tornava: foprailquale(che fu nella medesimaformache idescruti)era fi comeiui gl’Imperadori in questi fi uedevano trorreggiate main piedi stando dueRe Filippi padre l’uno, & l’altro figliuolo del gran Carlo qui nto: quello, & il secondo cioè, cheripieno di tà ra hberalità, & giustitia honoriamo oggi per grandissimo, & potentislimo Redi tanti nobilisfimi regni. frail quale, & la starua del predetto suo Auo a uedeva nelrigirante fregio dipinto questo medelimo secondo Filippo con maestà sedere, & innanzi stargli una grande, & armata Donna: conosciuta Ia Croce bianca, che in petto haucuaeller Malta, dalui con la virtu dell’Illua ftrislimo Signor don Garzia di Tolledo, che ritratto ui era, dall’assedio turchescoliberata; & pareva, che come memoreuole del grandissimo benefino uoleslc porgergli l’oslidional coronadi gramigna: ilche era fatto manifesto dal sorroscrurogli Epitaffio, che diceva.

Melita crepta è saucibus immanisoimori hostium, ftudio& @ auxilijs pijsiimi Rezis Phi

. lippi conseruatoremsuum corona graminea donat.

Erpercheîaparte che uerlo la strada della Vigna risguardava haucsse an ch’ella qualche ornamento, colsa conueneuole parle fra l’ultima cornice oue posavan le statue, & l’arco; che grande spatio era, con un grande Epitaftio di

. chiarare il concetto di tutta questa grandulima mole dicendo.

Amperio late fiulgentes aspice Rezes Austriaca hos omnes edidit alta Domus. His inutCta fuit uirtus: his cunta subacta

His dota esi tellus, seruit, @& ’ Ocecanus.

‘Sicomenellamedelimaguisa, & perla medefima cagione li fece diuetto

il Mercato vecchio anche in questo dicendo

ia——— — [p. 873 modifica]

DEGL’ACCADEMICI 905

Imperijs gens nata bonis, & nata Triumphis Quamgenus è celo duccre nemo neget: Tuq, nitens germen diuine Rirpis Ethruscis Traditumagris nitidis, ut sola culta becs: Simibi contingat uestro de scmine frudtum Carpcere, @& in natis cernere detur Auos: O \fortunatam, uero tunc nomine florens Vrbs ferar, in quan fors congerat omne bonum.

Del Canto a Carnesecchi.

AA conueneuole cosaparue, hauendo nel descritto Iuogo condotto i trionfanti Augusti, di condurre anche al! Can to, che de Carnesecchi è detto, & che da quello non lonta no era, con tuttalalor pompa similmentei magnanimi Medici: quasi che gl’Augusti riuerétemente riceuédo (co me li colstuma)per la condotta, & deliderata Sposa festeg giare, & honoraruolellero. Qui non meno sarà necessa tio, fi come in alcuno de seguenti luoghi, che da quelli, che fuor dell’Arte so no ne fia conceslo il minutamente descriuereil sito del luogo, & la forma degl’Archi, erdegl’altriornaméti: pcioche intétion nfaè di mostrare non me no l’eccellenza delle mani, & de pennellidi quelli artefici, che l’opereelleguirono, che la fertilità dell’ingegno, & l’acutezadi chi dell’Historie, & di tutta l’inuentionefuilritrovatore. Et mastimamente, cheil sito di questo luogo fa il piu difastroso forse, & il più malazeuole ad accomodare che nelfuno degl’altri descritti dò da delcriuerhi: percioche uolgendo iui la stradaver sosanta Maria del Fiore, et alquanto nel largo pendendo, zuienea farui quel l’Angolo, che da questi dell’arte è chiamato Ortuso: et questa era a patte de stra. maal dirimperro, et nella parte finistra ellendoui una piccola piazetta nella quale due straderispondono; luna, che dalla piaza grande di Santa Ma ria Nouellauiene, er l’altra dall’altra piaza fimilmente Vecchia chtamataz in questa corale piazetta, chein uero è sproportionatiflima i formò in com ponimento di teatro ottangulare tuttala parte di fotto; lecui porte erano quadre, & di ordine Toscano: er li uedeva fopra ciascuna d’elle una nicchia daduecolòone i mezomella, còo fue cornici, architraui, & altri ornamenti ric chi, & pompos di dorica architettura. ma crescendo in alto fi creava l’ordia neterzooue li uedeva lopralenicchiein ciascuno spatio un quadro co suoi ornamenti dipittura bellissimi. Hora conueneuo| cosa è d’auuertire, che quanriique si fia derto che quadre fullero le porte da ballo, ee Toscane, che Ie due nondimeno oue entrava, etusciva la strada principale; & onde doues ua trapallar la pompa furono fatte a lembianza d’arco: allungandofi aon pie colo spatio l’uno in uerso l’entracazet l’altro uerso l’uscita aguisa di Veltibu

jo: er hauendo nella faccia del difuori reso l’uno, & l’altro ricchillimo; et or nati [p. 874 modifica]516 E TERZA PARTE natissimo quanto proportionatamente fi doucua. Descritta hora la forma generale di tutto l’edifitio, & alla particolare discendendo, & dalla parte dis nanzi, & che prima a gl’occhi de camminant fi offeriva, & che a guisa d’Arco tr16fale, come li è detto, & d’ordine Corintio, era incominciando; zfiuede uail predetto Arco ellere dall’una, & dall’altra parte meslo in mezo da due armate, & molto bellicose starue; zdi cui ciascuna lur una gratiosa porticella posandoh, fi uedevano fimilmente fuori d’una nicchia mesla da due propor tionate colonneanch’ella in mezo ufcire. Er erano queste(quellacioè, che dalla parte destra fi dimostrana)fatta per il DucaAlessandro gencro delchia rissimo Car!o Quin to, Principe spiritoso, & ardito, & di molto gratiole maniere; tenentein una mano la spada, & nell’altra il bastò Ducale, col mot to per la sua acerba mortea piedi postogli, chediceva. SI FATA ASPE= RA RVMPAS ALEXANDER ERIS. manqlla dallaparte sinistra (i ve deva fi come tuttigl’altri da natural ritratro il valorofissimo Signor Giovan nicol Calce d’una lancia rottain mano, & col suo titolo anch’egli sottoipie di ITALVM FORKTISS. DVCTOR. Erperchesopral’architraue di queste quattro prima descritte colonne era proportionatamente posto un’ Jarghissimo fregio; per quella largheza, che tencua la nicchia, fi uedeva sopra ciascuna delle statue un quadro melslo in mezo da due pilastrizoucin qla lofopra’ Duca alestandro fi uedeva di pittura ladi Iui usata impresa del Rie nocetotecol mottodi NON BVELVO SIN VENCER. Ersopra qlla del S. Giovanni nella medesima guisa ilsuo ardente Fulmine. Ma sopra l’ac co del mezo, che adito capace per piu di fette braccia di largheza, & per piu didue quadri d’alteza alla trapallante pompa dava, & sopra alla cornice, & afrontelpitij, li uedena con bella maestà a feder posta quella del ualoroso, & prudentissimo Duca Cosimo padre ottimo del fortunaussimo Sposo cò il suo motto apiedi anch’egli, che diceva PIETATE INSIGNIS ET AR MIS. & con una Lupa, & un Leone, che in mezo lo mettevano prese p Fio renza, & per Siena, che da luitette, 8& accarezateinsieme amicheuolmente di riposarsi sembravano. Laquale statua fi uedeva situata a punto nel fregio & nella dirittura, & in mezo mella da quadri delle descritte umprele, nascen do per quanto teneva questa largheza sopra l’ultima cornicein alto co suoi pilastri proportionati, & cornice, & altri abbigliamenti un altro quadro di pitrura, in cui alludendo alla creatione del predetto Duca Cofimo, molto p priathente si nedeva figurata l’historia del giovane Dauit, quando da Samuel fu unto Re: col suo motto. A DOMINO FACTVM EST ISTVD. ma fopra quest’ultima cornice, che s’alzava molto grande patio da terra fi uedevapoi l’Arme di quella ben aunenturosa famiglia, grande, & magnifica quanto fi conueniva, che da due Vittorie finte pur sempre di marmo era anch’ella con la ducal Corona sestenura: hauendo sopralaprincipale entra tadell’Arcoin accomodatissimo luogo l’inscrittione, che diccua. V’iirtuti felicitati; ilustrifinue Medicee familie, que flos Italic: lumen Hetrurie: ccus patrie semper fiit: nunc ascita sibi Casaria sobole, ciuibus securitatem, @& Omm suo imperio dignitatem auxit, gr ata patria dicat. Ma cniraado dentro aquelto Arco fi trovaua quali una loggia assai capa ce, & lungacon lafuauolta disopra bizarrissimamente, & con bellislimo gar bo | | [p. 875 modifica]DEGL’ACCADEMICI 917

bo, & di diuerse imprese tutta abbigliata, & dipinta, dopo la quale in duepiIastrifopra cui girava vn arco pil quale s’haucual’érrata nel prima detto tea tro, fi vedevano arincotro l’una dell’altra due molto gratiose nicchie: tra le quali(che quali cogiiite cé qsto secodo arco erano) & ilprima descritto, fi ve devano ne vani dellefinte pareti, che laloggia reggevano due capaci quadri dipitrura lecui historie diceuolmére accopagnavano ciascuno la sua statua, & erano qlte, in qlla da manrittacioè, l’una fatta pilgran Cofimo detto il vecchio, ilquale quatunq; nella famiglia de medici fussero prima stati parmi & pation civili molti egregij, & nobili huomini, funodimeno: l prime foda roredellalua straordinaria gradeza, et quali radice di qlla piata, ch’è por tito felicemente a tantagrandeza peruenura. nel cui quadro fi uedeva dipinto il supremo honore dalla fua patria Fiorenza attribuitogli: quando dal publi co senaro fu padre della patriz appellato: ilche ottimamente dichiarava l’in fcrittione, che sotto li uedeva dicendo. COSMYVS KMediccs, uetere honestifumo omnium Senatus consulto renouuto, Parents, Patrie appellatur. Eslédo nellaparte disopra del medelimo pilastro in cui lanicchia posta era vn pportionato quadreuo nelqualei! Mag. Picro suo figliolo ritratto era, padre del glorioso Lorézo detto anch’egliiluecchio uerace, & unico Mece natedetépi suoi, etottimo céleruatore dell’Italica traquillità: la cui statua fi vedevanell’altraPdetta nicchia corisp6édérea qlla del vecchio Cosimo: haué do nel quadretto, cheisimil modo dopra il capo dipico gl’eraultitratto ach’e gli del mag. Giuliano suo fratello, et di PP. Clemére padre: e nel quadro mag giore corispodéte all’historia di Cofimo, I’historia del publico cécilio fatto datutti i Pricipi Italiani: oue fi uedevacol cofiglio di Lorézo fermarsi qlla tà to ltabile. ettaro prudére cogiuntione; p cui l’Italia métre, chrei uille, & ch’el la durò, fi vide cédortta al colmo delle felicità: fì come poi morédo egli, et ve nédoellameno, fi uide pcipitarein tatiincedij, & n tate calamità, & roui» ne. ilche né meno chiaraméte molstraval’infcritione, che sotto haucadicédo Laurentius Medices, belli, & pacis artibus excellens!, diuino suo consilio coniundtis aninis, & opibus Principum Italorum, & ingenti Italie tranquillitate parta paz rens optimi seeculi appellatur. Ma venédo poi nella piazetta in cui(comes’è detto)l’ottazular Teatro, che cosi lo chiameremo posto era comiciàdomi dagita prima étrata, etda ma de stra girado diremo, che qsta prima parte era da qll’arco dell étrata occupata sopra ilqualein vn fregio corispòdére nell’alteza al terzo, & ultimo ordine del teatro, fi vedevano i quattro vuatii ritratti di Gio. di Biccipadre del vecchio Cofimo, erglio di Lorézo suo tigliuolo del medelimoCosimo frarello, da cui qsto fortunato ramo denedicioggi regnanti hebbeorigine, et qllo di Picrhac. di qsto Lorézo figliuolo cò qllo d’un altro Giovani fimilméce; padre del prima detro bellicoso S. Gio-na nella lecoda faccia put dell’ottavoIo, er cò l’érrata cogiara, fi vedeva fra dueornanis. col6nein unagranicchiaa sedere, ei di marmo come tutte l’altre statue figuratacò la regal bacchettan manoCaterina la valorosa xeginadi Fracia co tutti Ggl’altriornameti, che al Ia leggiadra, er heroica architet. i ricexcano. va il terzo ordine disopra ouc li Sdetto, che ucnivano i quadri di pit. cra p lacoitcibistoria igurarala mede » sima Reina [p. 876 modifica]jo8 TERZA PARTE

Regina con gran maesta a sedere, che dinanzi haucua due bellissime donne armate: l’una delle quali presa per la Francia, che inginocchiata stava, pare

ache gli presétasle un beilislimo purto di regal Corona adorno: li come l’al train piede, che la Spagna era, pareva, che in fimii guisa gli presentasse una

leggiadrissima fanciulla: uolendo pel putto intendere del christianissìmo

Carlo nono; cheoggi per Redalla Francia è reuerito: et per la fanciulla l’elet tissìma Regina di Spagnazmoglie dell’oriimo Re Filippo. Vedevali poiin torno alla medesima Caterina con molta reucrentia alcuni altri piu piccoli putti stare, psi pgl’altri fuoi graviofiss. figlino!citi: a quali pateva, che via For tunaserbatle Scettriyet Corone, et Regni. Er perche fra questa nicchia, et lF’Arco dell’entrata p la sproporiion del fito avanzava alquanto di Juogo cau faro dal non fi cller uoluto farl’Arcosgratiatamentea fgembo, ma proportionato, etrettozper tal cagione fu iui ancora quali iuna nicchia, un quadro di pittura meslo: in cui con la Prudenza, etcon la Liberalità, che insieme abbracciate stavano molto argutamente fi dimostrava con quali guide la casa de Medici fusle a tanta altcza peruenura: hauendo sopraloro m un quadrettosimile per larghezaa gl’altri del terzo ordine dipinto una humile, & deuo taPietà: conosciuta per la Cicogna, che l’eraa canto: iotorno alla quale fi ue devano molti Angeletti, che gli mostravano diuecrsi disegni, & modelli, delle molte Chiesez& Monisteri, 8& Conuenti da quella magnifica, & religiosa famiglia fabbricati. ma seguitando nella terza faccia dell’ottangolo, p cheiui uenzua l’arco, onde fi ufcraa del Teatro, sopra il frontespizio di quello, comequore di tanti nobiliflimi membri fu posta la statua dell’eccellencil fimo, & affabilifimo Principe, & Spofo con il motto a piedi di SPES ALTERA FLOR#; essendo nella fregiaturadisopra(intendendosi lempre, che arrivasle all’alteza del terzo ordinc)a corrispondéza dell’altro Arcozoue Ccomesi è detto erano stati posti quattro ritratti ) in questo luogo ancora quattro altri ritratii fimuli de suo illustriflimi fratelli ini imil modo accomodati: quelli cioè de due Reuerendillimi Cardinali, Giovanni di ueneranda memoria, & del gratiofissimo Ferdinado, & quelli del belliflimo Signor d& Garzia, & dell’amabilissìmo Signor don Pietro. Ma ritornando alla, quarta faccia dell’ottangolo; conciolia, che il canto dell: case, cheiui fono non lasciando sfondare in dentro non permettesle, che porelle faruisi la solita nicchia, in quella uece con bello artifitio ui fi uedeva accomodato, & conrispo» dentea quelle un grandissimo Epitaftio dicente

Hi, quos sacra uides redimitos tempora mitra Pontifices triplici: Romam, totumq; piorum Concilium rexere Pij, sed qui prope fulgent Illustri è gente insignes sagulisue, togisue Heroes claram Patriam, populumq; potentem Imperijs quxere suis, certacy salute Nam semel Italiam donarunt aurcasecla Coniugio Augusto decorant nunc, & mage firmani

Eslende [p. 877 modifica]DEGL’’ACCADEMICI 9

Éssendogli disoprain luogo d’historia, & di quadro in due ovati dipinte te ducimprele, del fortunato Ducacioè il Capricorno cò le sette stelie, & col FIDVCIA FATI, & la Donnolacon il motto del’AMAT VICTORIA CVRAM dell’Eccellentislimo Principe. Eranopoinelletre nicchie, che nelle tre faccie seguenti uenivano le statue, de trePontefici maslimi, che sono di quella famiglia usciti: ucnuti anch’essi tutti lieti adinteruenure ed honogare cotanta festa: quafi, che ogni fauore humano, & divino, & ogni eccellé tiad’Arme, erdi lettere, et di prudenza, et di Religione, etogni sorte d’ime perio fuslea gara concorso a fare auguste, & felici quelle splendidissìme no ze. S& erano questi Pio quarto poco innanzi 2 miglior uita trapaslato: foprail cui capo nella sua historia dipinto fi ucdeva, come dopo, cheà Trento furopo terminate leintricate dispute, & fornito il sacrofanto Concilio, 1 dua Cardinali Legati gli presentavano gl’inuzolabili Decreti di quello: fi comei quella di Leon decimo fi uedeva l’abboccamento da lui fatto con Francesco primo Re di Francia: per ilquale con prudentissimo consiglio raffrenò l’im peto di quel bellicoso, & uittorioso Principe; si che nen myle sorto fopra come harebbe per auuentura fatto, & certo potena fare tutta l’Italia: & m quel Ia di Cleméte fertimo lacoronatione da lui fatta in Bologna del gran Carlo quinto. Ma nell’ultima faccia poi percuotendo nell’acuto angolo delle cale de Carnesecchi, dal quale ueniva non poco la dirittura della faccia dell’ottà golo intercila, con artifzio nondimeno gratioso, & uago li fecea slembianza dell’altro, ma alquato infuori rigirare unzaltro macestreuole Epitaffio, che diceva

Pontifices summos Medicum domus alta LEONEM CLEMENTEN deinceps, cdidit indc PIVA. Quidtot nunc referam insignes pictate, ucl armis Magnanimos@; Duces, egregios@; uiros® Gallorum inter quos late Reginarefulget. He& cRegis coniux, hec cadem genitrix.

Quali rale cra di dentro il prescritto Teatro: ilquale benche assai minuta mente descritto pata; non per cio resta, che una infinità d’altri ornamenti di pitture, d’imprese, & di mille bellissime, & bizartissime, fantasie, che per le cornici doriche, & per moli uani!, che secondo l’occasione poste erano, & che faccuano di se ricchislima, & grauofifsima uista come non cslentiali, per non tediate il per auuentura stanco lettore lasciate non fi fieno! potendosi chi di fi fotre cose fi diletta immaginare, che nefluna parte rimanesse che cs forama maestria, & con fommo giuditio, & con infinita leggiadria cendortanon fusle: dando uaghissimo, & piaceuolissimo fincall’alteza sua le mole armi, che proportionatamente scompartite lì uedevano: & queste erano Me dici ed Austria per l’Illust. Principe sposo con sua Alteza. Medici, & Tolledo per lo Duca padre. Medici & Austria un altra uoltazconosciutaper letre penne esler dell’anteceslor suo Aleslidro. et Medici, & Bologna di Piccardia perLorenzo Duca d’Vrbino. Et Medici, 8& Sauoia per lo Duca Guiliano. Et Medici, et Orsini per il doppio parentado di Lorenzo il vecchio, erdi Pie zo suo figliuolo. Et Medici, etVipera pil giadetto Giovani marito di Chatert na Sforza, Etuedicizer Salviati pil glotn1oso Sig. Gionanni suo figliuolo, &

TTrrirt [p. 878 modifica]920 TIE/RIZIATP ARTE

Francia, & Medici per la Serenissima Regina. & Ferrara, 8 Mediciperlo pu ca con una delle sorelle dell’eccellentissimo Sposo. & Orsini, & Medici per Paltra gentilissima sorella maritata all’Illustrissimo Signor Paulo Giordano Daca di Bracciano. Resta hora a descriuere l’uscita del Teatro, & l’ultima parte di quella, laquale corrispondendo con la grandeza, con la proporttio ne, & con ciascuna altra sua parte alla prima detta entrata crederrò, che poca |

faticaci restera adimostrarla a discreto lettore. eccetto però chenell Arco, che pet faccia di questa era, & che uerso Santamaria del Fiore riguardava co me luogo meno principaleera stato senza statue, & con alquanto minor ma gnificentia fabricato hauendo in lor nece sopra l’Arco meslo un grandislimo Epitaffio dicente.

Virtus rata tibi Nirps Mustrifima quondam Clarum Tuscorum detulit Imperium.

Quod COSMVS forti prefunétus munere Martis Protulit, & iuita cumditione regit.

Nunc cadem maior diuina € gente JONNAM | Allicit in Regnum, conciliat@; toro.

Que sicrescet itemuentura în prole nepotes

Aurea gens Tuscis exoricntur agris.

Maneduoipilastri, che era nel principio dell’andirto d uestibulo che chia mato ce’ habbiamo; sopra i quali si rigirava l’Arco dell’uscita, & sopra cui era la statua dell’inclito Sposozsi uedevano due nicchie, in una delle quali fi uedeva posta la statua del gentilissimo Ducadi Nemors Giuliano il giovane fratello di Leone, & Gonfaloniere di Sata Chiesazche anch’egli nel quadret to, che sopragli stava haueail ritratto del magnanimoCard. Hippolito suo fi gliuolo, con l’historia, che uerlo l’uscita fi distédeva, del Teatro Capitolino

dal popol Romano l’anno MDXIIJI, dedicatoglicon l’inscrittione, che

per nota tenerla diceva.

Idlianus Medices eximia uirtutis, e probitatis ergo summis 4 Pop. Rom. honoribus de

coratur: renovata specie antique dignitatis ac letitie.

Etnell’altracorrispondente aquesta; &; fi come questa, ritta ed armatasi uedeva similmente posta la staruadel Duca d’ Vrbino Lorenzo il giovane te nente in mano laspada, che. soprase nel quadretto anch’egli haucuailritrat

todi Piero suo padre, hauendonell’historia figurato, quando da Fiorenza.

sua patria glifu con tanto fausto dato il bastone del generalato con lasuain scrittione anch’egli per dichiararla, che diceva.

Laurentius Me, iunior maxima inuicte uirtutis indole, summum in re militari Impe=

-riumzmaximo suorum cininni amore, spec adipiscitur, [p. 879 modifica]

Del Canta alla Paglia. AA alcanto, che dalla Paglia, che continuamente ui fi uen de alla paglia è chiamato si fece l’altro bellissimo, & ns men di nellun degl’altri ricchislimo; & pomposilsimo ar co. Parrà forse ad alcuno; percioche tutti, dla maggior partedi questi ornamenti in supremo grado di bellezza, & d’eccellenza d’artifizio, & di pompa, & di riccheza fono stari da noi celebrati; che cio fiafatto per una certa ma

  • nera di scriucre al lodare, & al!’éplificare mclinata: ma rendasfi purcerto cia

scuno, che olireall’essersi di gran lunga lasciato con esli a dietro quante mai di fi fatre cosein questa cirrà, & forse altroue si fien fatte, cheelle furone taIi, & con tantagrandeza, & magnificenza, & liberalità da magnanimi Signo ri ordinate, & dagl’artefici condotte, che elle avanzavano di moltroognicre denza, & tolgono a quali fi uoglia scrittore ogniforza, & ogni poslanza di potere con la penna all’eccellenza del fatto atrivare. Hor rirornando dico, chein questo luogo, in quella parte cioè one la strada, che dall’Arciuescova do camminando per entrare nel Borgo di san Lorenzo fa diuidendo la prifha detta strada della paglia una perfetta Croce, & un perferroQuadriuio, fu fatto il predetto orna mento: molto al Pao antico Tempiodi lano fimiglianre: & questo, percioche quindi la Cattedral Chiesa fi uedeva, fu da questi religiosillimi Principi ordinato, chealla Sagrofanta Religione li dedi calsle: in cut quanto la Toscana tutta, & Fiorenza particolarmente in tuttii tempi stata eccellente fia, non credo che di mestier faccia, che molto in dimo strarlo mi prenda fatica. Etin questa, intentione fu, che hauendo fatto da Fiorenza per sua ministre, & compagne(come nel principio li disle)còdurre feco ariceuere nel primo abboccamento la nouella Sposa alcune delle sue doti è proprietà, che posta in grandeza l’haucuano, & delle quali ben gloriar fi potevadi mostrare, che quia non men neceslario ufitio lasciato hauelle la Religione, che aspettandolain un certo modo la introducesle nella grandis fima, & otnatissima Chiesa aleiuicina. Vedevasi adunque Asto Arco, che in molto larga strada era(come fi è detto) formato di quattro ornatissime fac cie: la prima delle quali fi rappresentavaa gl’occhi di chi uerso i Carnesecchi ueniva; l’altra il gambo della Croce seguendo, & uverlo il Duomo di san Giovanni, & d1santa Maria del Fiore riguardando lafciava per traucc so della Croce ducaltrefaccie; di cui l’una guardava uerso san Lorenzo, & Palrra uerso l’Arciuescovado. Etper descriuere ordinatamente, & con qua ta piu facilità fia pollibile la belleza, & il componimento del tutto, dico anco ra dalla parte dinanzi incominciandomi; a cui senza punto mancare era nelIa composition degl’ornamenti quella di dietro fimigliantislima che nel me zo della larza strada fi uedeva la molto larga entrata dell’Atco, che hi alzava conuenientissimo spatio, nell’uno, & l’altro lato del quale fi uedevano due gradissime nicchie messe in mezo da due fimili colonne Coriatie tuttedi ni triedi Turriboli di Calici di fagrati libri, & d’altri a iinstrumentiia tut [p. 880 modifica]S22 TERZA PAR TE

ucce di trofei, & di spoglie dipinte. Sopra le quali, & sopral’ordinate corni ci, & fregi, che sportavano alquaro piu in fuori di quelli, che sopra l’arcodel mezo uenivano; madi alteza apunto gli pareggiavano, li uedeva fra l’unaco lonna, & l’altra girare un’altra cornice come di porta, o di finestra di quarto tondo, che sembrando di formere una particolar nicchia faceva una uista leggiadra, & uaga quanto più immaginar fi posla. Sorgeva sopra quest’ulti ma cornice poi una fregiatura alta, & magnifica quanto conueniuzallapro portione di tanto principio; certi mensoloni intagliati, e melli ad oro, che foprale descritte colonne perpendiculare apunto uenivano: soprai quali fa posava un’altra magnifica, & molto adorna cornice con quattro grandissimi candellieri pur adoro messi, & come tutte le colonne, bali, capitelli, cornici & architraui, & tuttel’altre cosedi diuerli intagli, & colori tocchi: i quali an ch’esial diritto de mensoloni, & delle descritte colonne uenivano. ma nel mezo poi, & loprai detti mensoloni alzandoli fi uedeva due cornici muouer si, & apocoa poco fare angolo, & finalmentein un frontespitio conuertirla sopra ilquale in una molto bella, & riccha base fi posava aledere con unacro ce in mano una grandissima starua presa per lafantislima Christiana Religio ne: apiedicui, & chein mezo la mettevano li uedeva duealtre statue simili, che lopra la cornice del frotelpitio gia derto, di giacer sembravano: l’una del le quali, cioè quella da man destra, che tre putti d’intorno hauena, era per Ia Carità figurata, & l’altra per la Speraza. nel uano poi, per dir meglio nell’a golo del frontespitio si uedeva per principale impresa di questo Atco l’antis co Labaro cò la Croce, & col motto IN HOC VINCES aColstantin ma dato, fottoacui con bellissima gratia fi uedeva posare una molto grand’Armede Medici con tre Regni Papali accomodandosi al cocetto della Religio neperitre Pontefici, che in ella di quella casa stati fono. Etun sul primo cor nicion piano fi nedeva poi una statua corrispondente alla nicchia gia detta, chefrale due colonne ucniva: l’una delle quali cioè quella dalla parte destra era una bellislima giovane tutta armata con l’Aste, & con lo Scudo, quale lo leva figurarsi anticamente Minerua, eccetto che im. uecedella testa di Medu fa li uedeva a questa una gran Croce rosla nel petto: ilche faceva ageuolmen teconoscerlaper la pouella Religion di Santo Stefano da questo gloriolo, er magnanimo Duca religioslamente fondata. sì come la sinistra, chetn ucce d’armi tutrasi nedeva di sacerdotali, & pacifiche ucsti adornata, & in uece d’Aste con unagran Croce 1n mano: col bellilimo componimento dell’altre torreggiadosoprarutta la machina faceva una uista pomposissima, & me rauigliosa. Nella fregiatura poi, che ueniva fra questa. ultima cornice, & Farchurauc; che posava sopra le colone, oue p l’ordine dellospartimento ve nivan tre quadri, li uedevano dipintelz tre eredi uera Religione, che sono state dalla creation del mondo in qua: ncl primo de quali, & che da man destra era uenendo sotio l’armatastatua fi uedeva dipinta quella forte di RE ligione, che regnò nel tempo della legae naturalein quei pochi, che l’ Lebbo no uera, & buona: se ben non hebbero perfetta cognitien di Dio: onde fiue deva figurato Melchisedech offerire Pane, & Vino, 8 altri fruti della terra fi come in quello dalla parte sinistra, & cheanch’egliin fimil manierasotto «Jastatua della pacifica Religion ucniva, li uedcual’alita Religion da 1A 122

«QUI [p. 881 modifica]DEGL’ACCADENICI 95

dinataper le man di Mosè piu perfeta della prima; ma tutta d’ombre, & di lì gure talmente uelata, che interamente l’ultima, & perfetta chiareza del diuin culto scoprite non lasciavano: per fignification della quale fi uedeva Mo sè, & Aron fagrificate a Dio il pasquale Agnello. ma in quello del mezo, che ueniva appunto fotto le grandi, & prima descritte statue di Religione, Cari tà, & Speranza, & sopra l’Arco principale, & cheera a proportion del maggiorespazio degl’altri molto piu capace ui fi uedeva figurato un’Altare fopraui un Calice con un Ostia, chetil uero, et cuangelico sagrifitio: intorno al quale fi uedevano inginocchiati alcuni, & disopra uno Spirito Santoin mezo a molti Angeletti, che tenevano un Cartiglio in mano; in cui percioche scritto era IN SPIRITV, ET VERITATE, pareva, cheanch’essi ca tando lo replicassero intendendo per lo spirito quello in quantoriguarda alfacrifitio naturale, & corporeoz& uerità p qllo, che appartiene al legale,

che tutto fuper ombra, & figura. eslendo sorto a tutta l’historia un bellillimo Epiraftio, che da duealtri Angeli retto si posava su la cornice dell’Arco

del mezo dicendo.

Vere Religioni: que uirtutum omnium fundamentum: publicarumrerum firmamentum privatarumornamentumz@& @ bumana totius uite lumencontinet: Hetruriasen= per Dux & magistra illius habita, & @ cadem nunc antiqua, & sua propria laude maxime florens, libentisoime consecrauit. "i:

Ma uenendo alla parte piu bassa, & tornando alla nicchia, che dalla parte destra frale due colonne, & sorto l’armata Religione uenivaz & che benche di pittùra, per uirtu del chiaro, & scuro rilevata sembrava; dico chemi la sta tuadelpijisimo presente Ducain habito di Cavaliere dell’ordine di Santo Stefano fi uedeva, con la Croce in mano, & con la seguente inscrittione foprail capoz& foprala micckia, cheintagliata ueramente pareva dicendo.

COSXYVS MEDIC. Floren. @& @ Sen4r. Dux. ILsacr. nn. D. Sicphani militiam Chris fliane pictatis, @ bellica uirtutis domiciliumfundanit ano MDLXI.

Si come nella base deila medefima nicchia fra i duoi piedistalli delle co!s ne, con la proporti& Corintia composti lì uedeva dipinto lapresa di Damia taseguitaper opera de fortislimi Cavalieri Fiorentini: augurando quasi a Gsti suoi nouelli una fimil gloria, & walore. Ernella lunerta, o mezo tondo, che soprale duecolonne ueniva, li uedeva poi l’arme ua propria, & partico laredelle palle, che perla Croce rossa, che con bellillima gratiaccomodataci era faceva chiaramente conoscere quella cslere del gran Maestro, & capo di ella Religione. Horaper uniuerlale, & pablico contento, & per rinnovare la memoria di coloro i quali di questacittà è di questa provincia uscin per mn tegrità di costumi, & per santità di uita chiari furono, & di qualche uenerata Religion fondatori, & per accendere gl’animi detiguatdanti all’imitazione della bonta, & ptetione di essi, parse che diccuol cosa fusle hauendo dalla par tedeltra(come li è derto)mello la starua del Duca della sagra militia di caro Stefano fodarore, dall’altra collocare qlla di S. Gio. Gualberto, che Cavaliece fecodo l’ vso di qépifuanch’ezli di concedo; er fu primo fodatore, & padre

«dellancligiò di Valébrolailquale covencuolméte(fi come il Duca fotto, l’ax . maza [p. 882 modifica]624 ITIEIRZAVLPARTE

anch’egli fotto la sacerdotale statua di Relizione in habito fimilmente di ca ualiere chealnimico perdonava posto fi vedevazhauendo nel frontespizio foprala nicchia una fimil Armede Medici con tre cappelli Cardinaleschi, &

nella base l’historia del miracolo occorlo alla Badia a Settimo del Frate, che |

per ordine del predetto san Giovangualberto a confusione degl’heretci, & fimoniaci, paslò con lasua beneditione, & con una crocein mano per mezo d’unardentislimo fuoco; & hauendo l’inscrittione similmente in un quadret to disopra, che tutto questo dichiarava dicendo.

Ioannes Gualbertus E ques nobilifs. Floren. Vallis Vmbrosix samilie auttor fuit anno MLXI,

Col quale veniva terminata questa bellissima, & ornatislima principal faccia. Maentrando sotto l’Arco ui fi vedeva una aslai spatiosa loggia, 0 an dito, ò vestibulo, che chiamar celo uogliamo, nella cui guisa si vedevano stareapunto letreentrate, le quali congiugnendosi a punto insieme nella crocedelle due strade lasciavano in mezo un quadrato patio di circa otto brac= cia per ciascun verlo: ouc i quattro Archi alzandodi all’alteza di quei di fuori, & girando i peducci in uolta come sea nascer sopra una Cupoletta u’haues& , quando eran peruenuti alla intorno rigirante cornice, & oue a cominciarehauuto haurcbbe auolgersi la volta della Cupola; nasceva un Ballatoio di dorati balaustri fopra ilqualesi vedevano molto vezosamente in giro bal lare un coro di bellislimi angeletti, & cantare con un concento soauillimo ri manendoui per piu gratia, & perche lume sotto l’Arco per tutto fi vedelslei cambio di cupola il ciel ibero, ed aperto. Negli spatij poi, è spigoli, che fi chiamino de quattro angoli, che nafcendo stretti di necelsità quarto piu s’al zavano verso Ia cornice fecondando il giro dell’arco piu s’aprivano, erano con non men gratia in quattro tondi i quattro animali dipinti; misticamene da Ezechiel, & dal diuino Giovwanni mesli peri quattro scrittori del lagro Euangelio. Ma tornando alla prima di queste quattro loggie, d vestibuli che chiamati cegl’habbiamo, ui (i vedevano le uolte con molti vaghi, & leggiadri spartimenti tutte adorne, & dipinte con varie historiette, e d’Armi, ed imprese di quelle Religioni di cui ell’eran fotto è d’accanto, & alle quali elle principalmente serutuanu: fi come nella facciata di questa prima da man destra, & che con la nicchia del Duca congiunta era, fi vedeva in uno spatio lo quadro dipinto il medesimo Duca dar l’habiro a suoi Cavalieri con quegl’ordini, & cirimonie, che colueti sono di fare; scorgerdosi nella parte piu lontana che Pisa rapprefentana la nobile edificatione del palazo della Chicfa, edello spedale; & nell’umbasamento uo1n uno Epiialio per dichiaratio ne dell’historia fi leggevano queste parole,

COS MVS Med. Flor. e Senar. Dux. IL equitibus suis diuino consilio creatis magni fice, pie q, infignia & sedem prabet, large; rebus ommbus insiruit.

Si come nell’altraa rincontrodi questa appiccata con la nicchia di sà Gio

uan gualberto fi vedeva quando questo medesimo santo in mezo ad asprissimi [p. 883 modifica]DEGL’ACCADEMICI 925

fimiboschi fondavail primo, & principal Monistero con l’ilfcrittione anch’egli nella Base che diceva,

Ss. Io. Gualbertus in Vallembrosiuno Monte, ab interuentoribus & illecebris omnibus remoto loco Domicilium ponit sacris suissodalibus. Maspeditala faccia dinanzi, & a quella di dietro trapaslando per maco im pedire l’intelligentia, nel medesimo modo descriuendola, diremo come and che s’è prima detto, che & nell’alteza, & nella gradeza, & negli spartimenti, & nelle colonne, & finalmentein tutti gl’altri ornamenti era del rutto alla descritta corrispondeme: eccetto, che doue quella nellapiu altacima del me zo haueva letre gia dette grandi statue Religione, Carità, & Speranza, que stain quella vece haucua solo una belliMima Ara tutta fecondo l’uso antico composta ed adorna: sopralaqualedsi come di Vesta fi legge)fi nedeva arde re unanivacissima fiamma; & da man destracioè diuerso il san Giovanni er gerli una grande statua honestamenteuestita tutta verso il Ciel fisla, presa p Ia vita contemplativa: laqualeper pendiculare dirittura venivaa punto fopra la gran nicchia un mezo alle duecolonne: fi come nell’altra faccia s’è det to: & dall’altra parte unaltra grande staruaa questa fimigliante; ma tutta sbracciata, & tuttafnella, & con latestadi fioriincoronata: presa per la uita attivacon le quali ventuano attamentecompresetutteleparti, che alla Cri strana Religione appartengono. ‘Nellafregiaturafra’un cornicione, &!al tro poi, che corrispondevaa quello dell’altraparte, & che come quello era anch’egli scompartito intre quadrizfi vedevanel maggiore, & che nel mezo cra, tre huomini in habito Romano presentarexi1. fanciulletti ad alcuni ve nerabili vecchi Tofcani: accioche daloronellalor Religione ammaelstrati, dimostraflero di quanta eccellentia appreslo i Romani, & tutte l’altre nationi fusle anticamente laToscana Religione hauuta: col motto per dichiaratio nedi questa da quella pfetta legge di Cicerone cavato, chediceva ETRV= RIA PRINCIPES DISCIPLINAM DOCETO. Sorttoacui era l’Epitaffio fimile; & conrispondente a quello nell’altxa faccia descritto, che dicevaanch’egli.

Frugibus inuentis dotte celebrantur Athena, Roma ferox armis, imperioq; potens.

Atnostrahecmitis prouincia Ethruriaritu Diuino, e cuitunobiliore Det.

Vnam quam perhibent artes tenuisse piandi Numinis, & ritus edocuisse sacros,

Nunc cademsedes vere est pietatis, e& illi Hos nunquam titulos auferet ulla dies.

Ma nell’un de due quadri. minori, & in quello che da mah deftra veniva, perche pare, che l’antica Religiongentile, che non senza cagione dall’occaso era posta, in due parti diuisa f12, & in augutio, & in fagrifitio, massimamente

«confista, li vedeva dipinto secondo que!l’uso un antico Sacerdote con ia mirabile [p. 884 modifica]

  1. 26 TERZA PARTE

mirabile star tutto intento a mirare l’interiora de fagrificati animali, che in

un gran nappo da ministri del fagrifizio l’erano messe innanzi:: et nell’altro:

un Augure a quelto simile col ritorto lituo in mano disegnare in aria le region comode a pigliare gl’augurij con certi vecelli, che disopra uclarui fembravano. Hora discendendo piu a ballo, & alle nicchie venendo dico, che in quelli, che da mon destra era, fi vedeva S. Romualdo, ilqualein questo no stro paese terra appropriara, et quasi naturale di Religione, et di satità su gl’as prfsimi monti Apennini seminò il sagro Eremo di Camaldoli: ond’’bebbe ql laReligione nome, et principio; con | inscrittione sopra la nicchia che diceua.

Romltaldus in bacnoRraplena sanditatis Terra, Cantaldulensium ordinemcolloca=

uit. Anno MXII.

Eccon l’historia nella base detll’addormentato Romito, che in sogiho ves= deva la sca’afimile a quella di lacob, che sopra le nugole trapassando ascendevafinoal Cielo: ma nella faccia, che con la nicchia era congiunta, et che sot co ilvestibulo, come dell’altra fi disle, trapasava, fi ucdeva dipinto l’edificae tione nel predetto asprissimo luogo fatta con cura, et magnificentia mirabiledel predetto Heremo, con l’iscrittione, che dichiarando diccua,

Sanétus Romualdus in Camaldulensi syluestri loco diuinitus sibi oftenso, & ’ diuine contempluationi aptisimo: suo grauisoimo collegio sedes quictisimas extruit. .

Nella nicchia dalla parte sinistra fi vedevapoi il beato Filippo Benizi no stro Cittadino poco manco, che fondatore, et primo fenza dubbio ordinato redell’ordine de Serui. ilquale benche fulle da sette altri nobili Fiorentini accompagnato, non entrando tutti in una nicchia ui fa egli folo(come il piu degno)collocato: con l’inscrittione fopra, che diceva.

Filippis Benitius ciuis nostcrinstituit, & rebus omnibus ornauit Seruorum Familiant. Ano MCCLXNEXRV.

Con l’historia similmente nella base dell’Annuntiata, cheda molti Angeletti era sostenuta, et con uno fra gl’altri, che un bel vaso di fiori sembrava di versore sopra un grandifsimo Popolo, che chiedendo gli stava; preso per leinnumerabili gratie, che per sua intercelsione tute li giorno fi veggano fareaquefedeli, che con deuoto zelo legli raccomandano, etcon l’altrahisto ria nel gran quadro, che fotto l’andito paslava del medesimo S. Filippo, che co’serte predetti nobili Cittadini lasciando l’habito ciuile Fiorentino, etpig liando quello della Religion de Serui fi mostravano molto occupati in fate edificareil bellissîìmo nonistero, che oggi in Fiorenza di lor fi vede, et che allora fuori era: et la venerabile, et ornatissima, et per gl’infiniti miracoli per tutto’! mondo celebratissima Chiesa dell’Annuntiata: stara poi lempre capo di quell’Ordine, cen l’inscrittione, che diceva.

Sptem nobiles ciues no tri in sacello nostre urbis, toto nunc orbe Religionis, & @& Sancti tatis fama clarij-im se totos Religioni dedunt, & semina iaciunt ord: nis Servorum D-Marie Virg.

Reltae [p. 885 modifica]è DEGL’’ACCADEMICI 223

— Restano le duefaccie, che braccia quasi, come fi è detto, al diritto gambo della Crocefacevano minori assai delle due gia descrittezcausato dalla stretRezadelle due strade, che quindi fi partono: onde per cio maco spatio alla ma gnificentia dell’opera venendo a concedere, et per conseguente per no vlcir della debira proportione dialteza molto minore ellendo, si vedevagiuditio famente in vece delle duenicchie l’Arco, cheiui adito dava da due sole colo nein mezo meslo: lopra ilquale nasceva una fregiatura proportionatazin me zo di cui con un quadro di pittura fi finiva l’ornamento di questa faccia ion ia lenza quegl’altri infiniti abbigliamenti, et imprese, et pitture quali in tai lioehi pareva, che diceuoli fuslero. maeslendo tutta questa macchina alla gloria, et potenza della vera Religione, et alla memoria delle luegloriole vit torie dedicara; pigliando le due piu nobili; & principali, ottenutecorro a due particulari, & potentislimi auuersarij, la pienza humana cioé, sotro cui li comprendono i filosofi, & gl’Hereticiz & la mondana potenza: dalla parte che verso l’Arciucscovado riguardava fi vedeva figurato quando San Piero & San Paulo, & gl’altri Appostoli pieni di diuino spirito dispuravano con unagran quantità di Filosofi, & di molti altridi humana sapientia ripieni. de quali alcuni piu confusi si vedevano gettare, ò stracciare ilibri, che in ma tenevano, & altri come Dionisio Areopagita, lustino, Panteon, & simili rutti humili, & deuoti venirea quelli in segno di conoscere, & accettare la verita Euangelica, col motto p dichiaration di questo, che diceva. NON EST SAPIENTIA NON EST PRVDENTIA. Manell’altre verlo l’Arciuc scovado arincontro di questo si vedevanoi medesimi San Piero, & Paulo, ‘& gl’altri presente Nerone, & molti armati suoi Satelliti intrepidamente, & lberamentepredicare la verità dell’Euangelio con il motto. NON EST FORTITVDO NON EST POTENTIA. Intendendoli quel che in Salamoneondel motto èprelo legue CONTRA DOMINVM. Nelle rito facciepoi, che sotto le due uolte di questi Adua archi venivano di ver o l’Arciuescovado in una fi vedeva il beato Giovanni Colombini honoras +0 Cittadin Sanese dar principio alla compagnia degl’Ingiesuati spogliando finel campo di Siena l’habito Cittadinesco, & vestendoli da uile, & poucro dareil medesimo habitoa molu, che con gran zelo neloricercavano cò l’in fcritiione, che diceva. Origo collegij pauperum qui ab 1ESV cognomen acceperunt: cuius ordinis Princeps fuit JOANNES Colombinus domo Scnensis, «anno MCCCLI. Ernell’altra arincorro fi vedevano altri géril’huomini pur Sanesi dinazi al Vescouo d’Arezo Guido Pietramalesco acui dal pp. era stato comeslo, che ri cercasle la uita loro, star molto intéti a mostrargli la volérà, & desiderio, che haueano di crear l’ordine di m6re Vliueto: la quale fi vedeva da ql Vescouo approvare; cofortadogli a mettere in arco; l’edificatione di ql satill, & gradis fumo Moniltero, cha poi a Mor’Vliuero nel corado di Siena fabbricarono, di cui mostravano hauer portato quiui un modello cò l’inscritione, che diceva Instituitursacer Ordo Monacorum, qui ab Oliueto Monte nominatur Auctoribus no= bilibus Ciuibus Senensibus Arno MCCCRIKR, Ma dalla parte di verlo S. Lorenzo li vedeva l’edificatione del famosisi. Ora torio della Verniaaspelein buona parte de religiosi Cori Guid1 Signori alVVuuu [p. 886 modifica]

914 TERZA PARTE

Ihora di gl paese, 8 popa del glorioso S. Franc. il quale mosso dalla folitutudine del luogo ui fi ridusle, & vi fuvifiraro, 8& segnaro dal nostro Sig. lesu Christo crocifisso delle stimare, co l’inifcritionezche tutto questo dichiarava dicendo. Uarianzi oliva 50565 2924 2212401

Asperrimum agri nostri montem Diuus Franciscus elegit: in quo summo ardore, domi ni nostrisalutàremnecem contemplaretur: isque notis plagarum incorpore ipsi= us expresiis, diuinitus consecratur. i ll i Si come al dirimpetto ui fi vedevala celebratione fatta in Fiorenza del Concilio fotto Eugenio quarto, quando la Chiesa greca stata tanti anni discordante con la Latina fi riuni, & reintegrofli fi può dire lauera fede nella pristina chiarezza, & fincerità: ilche faceva similmente manifestola suainfcrittione dicendo. Nunine Dei optimimax. & @’singulari ciutum noltrorumRelizionis stulio, eligitur urbs no/tra, in qua Grecia amplifinum membrum À Christiana pictate disiunétura reliquo Ecclesie corpori coniungeretur.

Di Santa A aria del Fiore».

Lla Chiesa poi Cattedrale, & al principalissimo Duomo quantunque per se ornatislimo, & stupendo fia: paruens dimeno doucdo (come fece)rincontrata da tutto’i Clero la nouella Signora fermaruifizdi abbellirta quanto piupò posamenre, & religiosamente fi poteva, & di lumi, & di fe stoni, & di scudi, & d’una innumerabile, & molrobene scompartira quantità di Drappelloni: facendo massimamentealla principal Porta di conponimento Ionico un merawigliolo, & gra tiofillimo ornamento. in cui oltre al resto chefa in vero ottimamente inte so, molto ricche, & molto fingolari masllimamente apparuero dieci historiet tedegesti della gloriosa Madre del nostro Signor Jesu Christo di ballo rilie

uo fatte: le quali percioche di mirabile ariifizio furono dachi le uide giudi-.

cate; fi spera, che un giorno a concorrenza di quelle stupende, & merauigliose del Tempio di San Giovanni; ma come in piu fiorito secolo piubelle,

& pi vaghe fieno drbronzo per vedersi: maall’hora benche di terra tutte | d’oro li ucdevano coperte, 8 coh gratiolo spartimento nella porta dilegno che d’oro anchella sembrava erano commesle. sopracuioltre auna grandisfima Arinede Medici con le chiaui Papali, 8 col Regno tenuta dall’Ope ratione, & dalla Gratia ui fi vedenano in una molto bella tela dipinti tuttii Santi tutelari della Cirtà: che verso una Madona, & il figliuolo, che in brac cio tenevariuolii, pareva, che lo pregaflero per la falute, & felicita d’esla: fi come disopra con belliimainuentione, & per priacipale impresa fi vedcua una Nauicella, che col fauore d’un prospero ventoparena cheauele piene giricamminasie versoun tranquiliiffimo porto: lignificante le Christiane at. tioni esser bisognose, & della diuinagrartia, & aquellenon comeortioli esler neceslario ancora dalla nostra parte aggiugnere la buona dispositione, & operatione:; ilche era anche chiaramente mostro dal motto che diceva, ‘9? [p. 887 modifica]

DEGL’’ACCADEMICI 925

EYN TE AYO, Ma molto piu dal breuissimo Epitaffio che sotto legli vedeva

dicendo. COoNFIRMA HOC DEVS, QVOD OPERATVS ES IN NOBIS.

Del Cavallo.


U IV lapiaza poi di San Pulinariznon riguardando al Tribu= nalewiuicino: maaccioche ranto spatio dal puomo all’al tro Arco uoto né tulle, quarungq; bellisli. la strada fia, fi fe cecon meraviglioso artifitio, & con arguta inuentione figurare un gradillimo, & molto eccellente, & molto feroce & ben condotto Cavallo di piu di noue braccia di alteza che tutto sule gambe di dietro filevaua: fopracuisi vede

uaun giovane Heroetutto armaro, & tutto alla sembianza divalor pieno: inarto d’haucre con l’Aste(il cui troncoa piedi segli vedeva)ferito a morte un grandissimo Mostro, che sotto il cavallo tutto languido disteso gl’era; & giafur una lucida spada la mano messa quasi per uoler di nuouo ferirlo sem bravadimirare achetermineperil primo colpoiluostro ridotto folle.

Eraquetlto figuraroper quella vera Erculea uirtu, che discacciando come

ben dilleDare p ognivilla, & rimettendo nell’Inferno ladislipatrice de Re oe delleRep. la madre delle discordie, delleingiurie, delle rapine, & del c’ingiustitie, & finalmente quella checomunementeil Vitio, o la Fraude si

chiamz, fotto forma d’honelta, & giovane Donna, ma con una gran coda di scorpione ridottazlembrava d’haucre uccidendola mello la Città in quella tranquillità, & quietcin cui mercè degl’uttimi luo1 Signori riposare, & felia cemente oggi fiorire li vede: ilche non meno era maestreuolmentedichiara todall’impresa, accomodatamente nella gran Base posta: in cui si vedeva dé tro, & in mezo ad un Tempioaperto, & sospeso da molte colonne sopra un religiolo altare l’Egitiano Ibi, checol becco, & con l’unghie mostrava di lacerarealcune serpi, che intorno alle gambe anuolte segl’erano,: & col motto che accomodaramente diceva. PREMIA DIGNA.


‘Del Borzo de Greci.



I I comeancoraal canto del Borgo deGreci, perche gl’occhi in quella suolra, che fi fecegandando nerlo la Dogana hauelslero oue pascersi con diletto: uolle d’architettura Dorica formare un piccolo, & chiuso Archetto dedicandolo alla publica allegreza: ilche fi dimostrava per la statua d’una femmina inghicrJandata, & rutta gioiola, & ridente; che nel principal luogo eracon il morto perdichuaratione dicente HILARITAS Per. FLORENT. fotto acuiin

mezo a molte grottesche, 8& a moltegraticse historierie di Bacco li ucdevaF Vuww 2 [p. 888 modifica]

926 TERZA PARTE

no due vezofisfimi Satirini, che con dua Otti, che in spalla tenevano versa

uano(come nell’altra fi fece)in una bellissi. fontana uino bianco, & vermi»: glio: et come a Hlla il Pesce, a quali 2. Cigni, che fotto iduepurtti stavano fa cevano a chi troppo beeva la beffe co zampilli dell’acqua che fuor del vaso tal uolta con impeto schizavano con un gratioso morto che diceva ABITE LYMPHA VINI PERNICIES. Ma difopra, e d’intorno alla maggiore starua fi vedevano molraltri, & Satiri, & Baccanti, che con mille piaceuoli modi fembrando, & dibere, & di ballare, & di cantare, & di tutti quei giuo chi fareche gl’Ebbri sogliono quasi di dir mostravano il soprascritroglimot ‘

to. Nuncestbibendum, nunc pede libero Pulsanda Tellus

Delt Arco della Dogana.

Areva fratanteprerogatiue, & eccellentie, 8& gratiecon cui l’alma Fiorenza adornandosi, & un varij luoghiécome s’è mostro) ariceuere, 8& accompagnare lasua serenislima Principesla distribuite hauendole: pareva dico, chela fola fourana, & principal Vertu è Prudenzaciuile, regina, & maestradi ben reggere, & gouernarele popolartioni, & gli stati fi fusse senza mention farne finoa qui trapassata: la

quale-quantunque con molta laude; & gloria dileidi potesleinmolti suor fi

gliuoli de trapassati tempi largamente dimostrare: hauendone nondimeno neprelentiil piu frelco, piu verace, & senza dubbio il piu splendido ellempio degl’eccellentisfimi suoi Signori, che maifino aqui inlei vedutofi fiaz paruecheilormagnanimigeRi adouereottimamente esprimerla, & dimo ferarlaatriffimi fussero: ilche con quanta ragione, & quarto senza alcun liscio d’adulatione: ma ben con grato animo degl’ottimi Cittadini farro lor fufle, ciascuno che dalla cieca Inuidia occupato non#a: dal cui velenoso morso chiunque mai resle fuin rutti tempi molestato puo ageuolmente giudicarlo



mirando non pureal diritto, & santo gouerno del bene auuenturolo stato.

loro, & alla difficile conseruatione di ello, ma al memorabile, & amplo, & . glorioso suo accrelcimento; non meno certo per l’infinita forteza, & costan zazet patientia, ert vigilanza del suo prudentissimo Duca, che per benignità diprospera forruna fucceflo «ilche ottimamente tutto il concetto di tutto Fornamento abbracciando venivaspresto nell’Epitaffiocon bellissima gra tiain accomodato luogo meslo dicendo,

‘Rebus Vrbaris constitutis: fimb. Imperij propigatis: Re militari ornata: pacetbi& ‘parta: ciuitatis, hhperijq, dignitate auéta: memor tantorum beneficiorunt Patria Prudentie Ducis optededicauit.

All’enttore adunque déllaprtblica, etducal Piaza, etdall’unaparte colpu blico, & ducal Palazocongiunto, et dall’altra con quellecasein cuiil Salea popoli diftribuir fi uolezbene, cr diccuolmente tu a questa coral Vertu è

. Prudé [p. 889 modifica]DEGL’ACCADEMICI 927

Prudenzàciùile uno soura rutti gl’altri merauiglioso, & grand’Arco dedica rointutre lepartisue benchepivalto, et piu magnificoal prima descritto della Religione cheal canto alla paglia fu meslo conforme, & somigliante: incui sopra quattro grandissime colonne corintiein mezo alle quali adito alla rrapassante pompa si dava, & sopra il foliro architraue, et cornice, etfre giatura dirifalti(comein quell’altro fi disle)in tre quadri dmisa: fi vedcua fo pra un secondo cornicione, che ruttal’opera chiudeva con heroica, et grauil suna maestà, in sembianza di Reginaa leder postacon uno scettro nella destra mano, posfando lafinistra fur una gran palla una grandissima donna di real corona adorna, cheben di eslere questa corale ciuile uirtu dimostravaz rimanendo da baslo fral’una colonna, & l’altra tanto di spario, che una sfon dara, & capace nicchia agiatamente riceucua: in ciascuna delle quali accorta mente dimostrando di quali altre uirtu questa corale Vertuciuile composta fiaz& alle militari merireuolmente il primo luogo dando, con bellissimo, et heroico componimento li vedeva nellanicchia da man destra la statua della Fortezaprincipio!d: rutte; l’attioni magnaniume, & generose: fi come dalla sinistrain fimil guisa posta fi vedeva la COSTA NZA ottima di lorocondutrtrice, er esleguitrice: ma perche fra il frontespitio delle due nicchie, et la cornice che rigirava alquanto di spatio rimaneva: accioche il tutto adorno fusle vifurono finti di color dibrozo duatondi, in un dequali con una bella atmara dr Galee, er di Naui fi dimostravala diligéza, & accurateza di questo accortissime Ducacirca le cole marittime: er nell’altro fi come nell’antiche medaglie petle fi rrova, l’istello Duca cavalcando, ercircuendo fi vedeva ui firare, erprouuederea bisogni de fortunarrstati suoi. Soprail cornicione sourano poi ouesi disle, che la maesteuole statua dellaciuil Prudenzaa seder postacra, seguitado di dimostrare di quali parti|c6polstafusle, eta dirittura a pirodctiadescritta Forteza, fi vedeva da alcuni magnif. vasi da lei separata la Vigilanza tanto necellaria in ruttel’humaneatrioni: si come sopra la Costiza fi ucdevain fimil guisa la Patientia: & non parlo di qlla Patientiaacui, gl’anmi rimessi rollerando l’ingiurie hanno attribuito. nomedi aurtu: madi qlla, che rato honordiedeall’antico Fabio Mallimo, checon maturità, & pru denza aspettado i tépi oportuni d’ogni temerario furor priva fale fue cose cò ragione, & cò vataggio. Ne tre quadri poi in cui come fi dille lafregiatura di uila era, & i quali erano da modiglioni, & dapilastri, che al diruto delle colo ne nascédo, & fino alcornicione cò lommavagheza distendendofrsepararti: in vno, & in quel delmezo cioè che loprail porrone dell’Arco, & fsottola Re gina Prudenza venivadi vedeva dipintoil generoso Duca con prudente, & amoreuol céfiglio renutiare al meriteuol Principe tutto il gouerno degl’am pliflimitati suoi: ilche fi esprimeva p uno scettro sopra una Cicogna, chedi porgergli facevafembianza, & dall’ubidiente Principe con gran reuerentia pigliarli: cobmotto chedicceva REGET PATRIIS VIRTV HIBVS.

Si come in quello da man deltra fi vedevail medesimo fortissimo Duca con animosa risolutione inuiarelegenti sue, & da loro occuparli il primo forte di Siena cagiontorle non piccola della gittoria di quella-gucrta. Hauendo in fimil guisa in quello da mau finistra dipinto la lierissima entrata sua dopo La uittoriagonseguita in quellanobiliima Città,

Madietro [p. 890 modifica]gi96 TERZA PARTE

Ma dietro alla grande statua della Regina Prudenza(& in questo folo ucni ua questa parte dinanzi, all’Arco della Religion dissimile, fi vedeva rilevarli; inaltoun quadtaro, & vagamenteaccartocciato imbasamento, quantunqz: da baslo non senza infinita‘gratia fusle alquanto piu’largo, che nella cti ma non era: sopra ilquale l’antica ufanzarinovando fi vedeva una bellisiima, & trionfal Quadriga, da quattro merauigliosi corfieri auerun degli/an tichi per auuertrura in belleza, & grandeza inferiori tiratazin cui da due uczoli Angeletti fi vedeva tenerin aria lofpeta la principal Corona di questo Arco diciuica Querce compostaz& a sembianza di quella del primo Augustoaduccode di Capricorno annodatazcol medesimo morto, cheda lui con ella gia fu ufaro dicenre OB CIVES SEKRVATOS. eslendo negli spazij

chetfrai quadri, & lestarue, 8& le colonne; & le nicchierimanevano ogni co:

faconriccheza, & gratia, & con magnificentiainfinita di Vittotie, & Ancos re, & di Testuggini con l’ali, 8: di Diaman, & di Capricorni, & di altre li fatte imprese di quelti magnanimi Signori ripiene. Horaalla partedi dietro, &

che nersola Piazatiguardava trapaslando: aquale al rutto fimile alla dinan’

zi descritta direno etler storazectetuato però, cheiuecedellastatuadella Re gina prudenza ui fi ucdevain un grandeovaro corrispondente al gran piedistallo che reggeva la detta gran Quadriga, la quale con ingegnoso arutis zioin un momentourapallarala pompa verso la piaza fi ruolse, ui fi vedeva dico per principale impresa dell’Arco va celeste Capricorno con le suastele le, chenellezampe sembrava di tenete un regalescettro con un occhio inci ma: quale fi dice che gia di portare usava l’antico, & giustislimo Obri con

l’antico motto intorna dicente’NVLLVM NVMEN ABEST qualisogi

giugneste(comeil primo Auror dille) SH SIT PRVDENTIA. Ma alla parte dabasloincormnciandemi diremo ancora(perche questa per esprime

releationidellapace non meno al genere humano neceflarice forse, fu fatta) |

che nella nicchia da man destra fimile aquelledell’altra descritra faccia fi ve deva posta una starua di femmina, presa pil Premio, ò Remuneratione chia. mata GRATIA»cheisaui Principi conterirsogliono per le buon’opere a»

gl’huomini uirtuoli, & buoni: fi come nella finistrain slembianza minacciosa con una spada in mano fi vedeva lotto la figuradi Nemesi la PENA peri vitiosi, & rei: con che venivan comprese le due principali colonne della Giu stiriazsenza ambo le quali come macheuele, & zoppo nesluno staro mai hcb be stabilità, d termeza. Ne due ovati poi corrispondendo femprea quelli dell’altra faccia, & come quelli di bronzo pur fintiznell’uno fi vedeva le tor tificationi di molti Iuoghidal prudentissimo Duca cò molta accorteza farte: & nell’altro la cura, & diligentia sua mirabilein proccurare la comune pace d’Italia(hi come in molte dellelue attioni s’è uisto)ma massimamente all’ho rà, che per sua opera s’estinte il terribile, & tanto pericololo: incendio, non pero con tholta prudenza da chi doueva piu proccurareit ben publico del popol Christiano eccitato: ilche era esprello con diuersfi Feciali, 8& Are, & cò alti fimthimiftrumentidipace, & con leperolesolite nelle medaglie sopra el fidiceni’ PAK AVGVSTA. Masopra questi, & lopra le due descritte sta tucdetienicchtetimitailedetre dall’altra parre, li ucdeva daila banda detltra

la FALILUTA, & da la limficala TEMPERANZA; ò s0nitàzche la voglia 015 mo [p. 891 modifica]DEGL’ACCADEMICI 929

mo chiamare: fignificando per quella prima una exteriore contelia, & affabi lità, neluolere ascoltare, & intendere, & rispondere benignamente a ciascuno, ilche tiene merauigliosamente i popoli soddisfatti: & per l’altra quella té perara, & benigna natura, che nella conuersatione con gl’intrinfichi, & domestichi rende il Principe amabile, e amoreuole; & coni sudditi facile, & gra tioso. Nelfregio poi corrispondente a quello della parte dinanzi: & come quelloin tre quadri diuiso fi u: deva fimilmente in quel del mezo, & come cosaimportantislima la conclusione del felicissimo matrimonio cotratto cò tantafoddisfatione, & a benefitio de fortunati popoli suoi, & per riposo, & quietedi c!ascuno fra questo Illustrislimo Principe, & questa serenissima Re gina Giovanna d’Austria conul motto dicente FAVSTO CVM SIDERE Si come nell’altro da man destra fi vedeva l’amoreuolislimo Ducapresoper mano con l’eccellerisl. Duchelsla Leonora sua consorte, donna di uirile, & am mirabile virtu, & prndenza, & concui mentreellauisle fu di tate 2mor congiunto, che ben potette chiamarli chiarilfimo specchio di marital fede. Ma nella finistra fi nedeva1il medesimo gratioso Duca stare come ha sempre vsa ro con cortesia mirabile ad ascoltrar molti, che di uoler parlargli faccuan sem biante; & questa eta tutrala parte che verso la piaza riguardava. Ma fotto lo spatiolo Arcoz& dentro al capace andito, per onde la pompa trapaslava five deva dipinto in unadellepareti, chela volta sostenevanoil gioriosoDucain mezoa molti venerabilivecchi, co quali consigliandosi; parena, chea molti stelle porgendo varie leggi, & statuti in diuerse carte scritte: fignificando le: tanteleggi prudentislimamente emendate, a di nuouo fondate dalui, con il mottodi LEGIBVS EMENDES. Sicomenel?altra dimostrando l’ucilis fimo pensiero d’ordinare, & accrescere la sua valorola militia fi vedeva il medesimo valoroso Duca(qual yeggiamoin molte antiche medaglie)stare fur’’un militare Suggesto a parlamentatea unagran moltitudine di soldati, ched’intorno gli stavano, con il motto disopra che diceva ARMIS TVTERIS. Sicomeneliagran uoltachein sei quadri fcompattita era fi\uedeuain ciascuno di elli in vecedi que rosonizche comunemére mettersi soglio no una Imprelazo Gee propriamente fauellare un roucscio di medaglia accomodaro alle duedelscrittehistorie delle parerti: & era in un di questi dipinto diuerseselle curuli con dumerli fasci consolari: & nell’altro una Donna con le Bilancic presa per l’equità, fignificax con ambi uolendo; le giuste leggi douer semprealla seucrità della luprema potcità congiuznere l’Equità del discreto Giudice; & gl’altri due alla militia riguardando: & la uirtu de soldati, & ladebitalor fededimostrando; per l’una di queste cose si vedeva dipinto una femmina armara alFantica: & per l’altra molti soldati, che distéendo l’una mano fopraun Altare sembravano di porger l’altra allor Capi tano. Negl’altri duepoi, che rimanevano, il giusto, & desiderato frutto di tutte queste farichecioèla Vittoriadefcriuendo; huedena venir pienamen teclprello figurandonesecondoil soliroduefemmine stantiFuna, & pell’yn de4uadri sopra unagran Quiadriga; & nell’altro Paltrafopraun gramroîtro di nauezle quali ambein una delle mam fi vedeyanotentre un ramo digloriosa Palma, & nell’altra una yerdeggiantecoronadririonfale Alloro: ségui

  1. ando nel rigirante fregio, cheintornoalla nolta; & 4ldinamzi, etil prami

(1; aboiac[p. 892 modifica]

939 TIERRZZ ASIPARTE

abbracciava la terza patte del cominciato motto dicendo. ’: cal MORIBVS ORNES,

Della Pina, & del Nettuno.

Auendo poi tuttii piu nobili Magistrati della Città, di pac tein parte tutto il circuito della gran piaza destribuendo fi ciascuno con le sue usate infegne, & cò ricchislime Tap pezerie da molto gratioli Pilastri egualmente scompartire relola magnificamente vistosa tutta, & adorna: in cui con gran cura, & diligenza in quer giorni saftrettò quan tunqueper stabile, & perpetuo ornamento ordinato tus= fe, che al suo luogo nel principio dell’Aringhierasi mettesse quello per gra deza, & per belleza, & per ciascuna sua parte merauigliolo, & stupendo Gi ante di bianco, & finiflimo marmo, che ui fi vede ancor oggi: conosciuto dal Tridente, che ha in mano, & dalla coronadi Pino, & dai Tritoni che cò le Buccine a piedi fonando gli stanno ellere Nettunno lo Dio del Mare.

Quetto sur’un gratioso Carro di diuerse marine cose, & de dua ascendenti

Capricorno del Duca, & Arietedel Principe adorno;; & da quattro marini

Cavalli tirato pare con una certa benigna protetione cheprometcer nelleco

fe marittime ne uoglia quiete felicità, & uitroria. A piedi cui per piu stabil mente; z& piu riccamente fermarla con non men bella maniera fi fece per al

Îhora una vaghiflima, & grandiflima ottangular Fontana leggiadramente

sostenuta daalcuni Satiri, che con cestelle di diuerhi frutti faluatichi, & di ric

cidi castagnein mano, & da alcune historiette di baslorilicuo, & daalcuni festoni diuisi, di marine nicchie, & di gamberi, & attre fi fatte cose consperli, pareva, che lieti molto, et baldanzosi per la novella Signora fi dimostraflero fi come non meno, etcon non minor gratia fi vedevano giacendo starsi su le sponde delle quattro principali faccie della fontana con certe gran conchiglie in mano anch’esse, etconcerti putti in braccio dua femmine nude, et dua bellissimi giovani: i quali con una certa gratiosa attitudine quasi che in ful lito del Mare fuslero pareva, che con alcuni Delfini che fimilméte di basforilicuo ui erano, giocando vezosamente, et scherzando li steslero.

Della Porta del Palato

A hauendo(come nel principio della descritione s’è detto) fat to da Fiorenza accompagnata da i seguaci di marte, delleMuse, di Cerere, della Industria, et della Toscana Pocsia, et del Disegno la serenislima Principessa riceuere, et dalla Toscana poila trionfale Austria, erdall’Arno la Drava, er dal Tirreno l’Ocea

no, et da Himene O prometrergli felicietauuenturole noze: et i suoi gloriosi Augusti [p. 893 modifica]DEGL’ACCADEMICI 9295

Augusti fare co chiarissimi Medici il parenteuole abboccamento: & rutti poi per l’Arco della fagrofanta Religione trapaslando alla cattedral Chiesa scio gliere gl’adempiuti uoti, & quindi veggeédo l’heroica Vertu hauere il Virio estinto: & con quanta publica allegreza l’entrara sua celebrara fusle: dalla Vertu ciuile, & da magistrati della Città nuovamente raccoltazpromettens dogli Nettunnoil mar traquillo parue giuditiolamente di collocarlaall’ viti mo nel porro della quietissima Sicureza: laquale sopra la porra del ducal Pa lazoin luogo oltre xmodo accomodato fi vedeva figurata fotto la forma d’ v nagrandilsima, & bellissima, & molto gioiosa femminazd’Alloro, 8& d’Oliua incoronata, che moltrava tutra adagiata sederli sopra una termissima Bafe adunagran colonna appoggiatazper lei dimostrando il finedesiderato di tutte l’’humane cose debitamente a Fiorenza, & per conseguenza alla felici» fima sposa acquistaro dalle scientie, 8& vertu, & arti di cui disopra s’è fauellato; . ma maslimamente da prudentissimi, & forrunarils. suoiSignorizche di ac corla, & adagiarla iui preparato haucuanozcome in luogo ficurilsimo digodere perpetuamente con gloria, & splendore gl’humani, & diuini beni nelle trapassare coledimostratigli: ilche molto attamente si dichiarava, & dal=, l’Epitaffio, che con be!lissìima gratia sopra la porta venma dicendo.

Ingredere optimis Auspicijs fortunatas des tuas Augusta Virgo: & prestantisiimi* Fponsi amore, Clarij?. Ducis sapientia, cum bonis omnibus delicijs5; summa animi se curitate diu felix & leta perfruere: & @ diuine tue Virtutis, suautatis, secuntita= tis frucubus publicambilaritatem confirma.

Ertdaunaprincipalilsìma imprefa, che nella piu altaparte sopra la descrit ta statua della Sicureza in un grande ovato dipinta fi vedeva. & questa era lamilitare Aquila delle Romane Legioni, che in suruna Aîte laureata, sembrava dalla mano dell’alfiere, ellere stata in terra fitta, & stabilica: con il mot to di tanto felice augurio da Liuio onde l’impresa è al tutto cavatadicente HIC MANEBIMVS OPTVME. Lornamentopoi della porra, che col muro appiccato veniva, in tal guisa accomodato, & fi beneinteso era; che feruire ottimamente porrebbe qualunque uolta adornando la semplice, ma magnifica rozezza de vecchi secoli, fi uolse per pu stabile, et perpetuo, con= uencuole alla nostrapiuculta età di marmi d di altre piu fini pietrefabbrica re. Ertperò dalla parte piu bassa e sopra duegrapiedistalli, che sul piano della terra fi posavanoz& che la verace porta del Palazo in mezo mettano, fi vedevano due grandissimi prigioni, mastio prelo per il FVRORE, er femmina coni crini diuipere, etdi cerasteperla DIS CORDIA di lui compagna: i quali quasi domati, et incatenati, et uinti sembra» vano per l’ lonico Capitello, er per l’architraue, et fregio, etcornice, che lopra premendo gli stavano, cheinun certo modo peril gran pelo rispirare non poteslero: troppo gratiofamente mostrando ne uolti, che per lalor brut teza bellissimi erano l’Ira, la Rabbia, il Veleno, la Violentia, et la Fraude lor proprij, er naturali affetti. ma sopra la descritta cornice li vedeva formare vn frontelpitio in cui una molto riccha, et molto grand’Arme del Ducaricinta dal solito Tosone con il Ducal mazocchio I CIN putti reuo collo

RXURXXXK

cia — va ® [p. 894 modifica]55« T E R Z A P A R T E

caia era-,& perche qucftofolo ornamento, che a punto gli ftipici della uer* porta copriua,pouero a tanto palazo non rimnnenejconuenruolecofa par- ue di farlo mettere imezo da quattro meze Colone porte due dairnna,&due dall'altra parte,cheallamede(imaaltezauencndo, & con lamedefima cor- nicej&'architrauemouendofi formaderoun quarto rondo, ilquale l'altro fronefpitio acuto,ma retto abbraccialTe,con r Tuoi rifalti , & con tutte l'au» iiertenzea debiti luoghi melleifopra ilquale formandoli un bclliirimobafa- mento,{ì uedeualadefcricra ftatua delia Sicureza come fi è detto con belli(^ fimagratiapofta;ma alle quattro meze colonne da ballo ritornatiido dico , . che per maggioreTDagnihctntiajtk belleza, & proporiionc daciafcun dei lari Jra colonna-& colonna, era tanto ói Ipat^o (lato lafciatOjche ^geuolmen te in u ecedi nicchia un bello,& capace quadro dipinto ui fi uedeua.in vndc qualii&in queI]o,chepiu uerfoladmina rtatua del gentihilìmo Dai;id pò fto era, fi fi:orgeuano fotto la forma di tre femmine, che tutte liete incontro all'afpettata Signora di farfi fembiauanola Natura con le (uè torri (come è coftume)!n capo,&: con le tante (uè poppesfignificatrici della felice moltitu <linedegl'habitatori,5(Ia Concordia col Caduceo in mano,fi come per la ter za fi uedeua figurata Minerua inuentrice, & maellra dell'arti liberali , à'de virruofi^& ciuili coftumi . Ma ncH' altro che uer(o la ficnillma (tatua dele l'Hcrcole riguardaua (ì uedeua Amalrea col folito Corno di dounia inbrac ciò fiorito, & pieD0,& con lo ftaio colmo, & ornato di spighe a piedi: figni- fìcanterabbondanza,& fertilità della terra/^cfi-uedeua la Pace di fecodo, &C . fiorito Oliuo,& con unraino del medefimo in mano incoronata, & ultima mente fi uedeuain graui(simo,& uenerabilefembianteia Maeftàò Riputa tione:ingegno(amentecon tutte queftecofedimoftrando quanto nelle be- ne ordinate ci ttà,abb5dantid'huomini,copiofe di ricchcze, ornate di uirtu piene ni feienze,& illuftriper maefta,& riputatianefelicemente;&con pa- ce,& quietei,et contenteza fi uiua . A dirittura delle-quattEOjde(critte.meze colonne poi (opra il cornicione,& fregio di ciafcuna li uedeua con non me bella maniera fermo un zoccholo con un proportionato piediftallo,(opra cui po(auano alcune ftatue.-et perche i duoi del mezo abbracciauano ancora la largheza de due delcritti terminijfopra ciafcuno di quefti furono due fta- tuetnfieme abbracciate poltcjla Vertu cioè da una parte, che la Fortuna di* tenereamoreuolmente (fretta fembrauaicon il mottonella Baledicente VIRTVTEM FORTVNA SEQVETVR quafi<he moftrsruolefle.chc^ chefenedichinomoliicheouefiauirtu,non mairtfancarfortunàfiuede, et nell'altra la Fatica,o Diligéza che con là-Vittoria^moltraua di uolere in fimil guifa anch'ella abbracesariì.-con il motto a piedi dicente A MAX VICTO RIA CVRAM. ma(opralemezecolonne,chenegre(lremi erano ,etfo- pralequali i piediftalli più (fretti uen.iuano, d'una (ola (fatua per ciafcuno' adornaridogli;in uno fi uedeua l'Eternità quale dagl'antichi efigurata, con. leteftedilanoin mano,etcon ilmotto NEC FINES NEC TEMPO- RA. etnéiraìtrolaFama nel modo (olito figurata anch'ella con il motto'dt cente TERMINAT ASTRlS. eflendo fra l'una, et l'altra di queffecon

• ornato,ctbelli(Iimocomponimento,etchea punto in mezo la già detta Ar

• me del Duca metteuanopofto dalla deftra quella deireccelleniifiimoPrin-

vcjpc [p. 895 modifica]

cipe, & Principeslaz& dall’altra quella che fin dagl’antichi tempia Città ha divsare hauuto in costume. . . i i

Dél Cortile del Palato.

Ensava quando da principio di scriuere mi deliberai che molto minoreopera fusle per douer condurmi la tra paslata descritione afine. Ma l’abbondanza dell’inuentio ni, la magnificenza dellecose fatte, 81l deliderio di soddi fareacurioli arteficiacui cagione comes’è detto quelte cole massimamente scritte lono; zm’hanno(ne lo come) in uncerto: modocontroa miauoglia c@dotto a questo che ad alcuni potrebbe per auuentura parere souerchia lungheza: necellaria nò dimenoa chi chiaraméte distinguere le cose lì propone. Ma poi che fuori del Ia prima fatica mi ritruouo; quantunque questo restante della delcritione degli spetracoli, che lì fecero, con piu breuità, & con non minor diletto per auuentura dei letrorrtrattare speri, eslendoinessi apparsa non meno, chela liberalità de magnanimi Sig. & n& meno che ladestreza, & uivacità degl’inge gnosi inuétori ecc. & rara l’industria, & vertu de medesimiartetici, dusconue neuol cosa nò douerrà parere, neal tutto di colideratione indegna, le innazi che piu oltre li trapalli ragioneremo alquaro dell’aspetto, mérre che lenoze si pparaueno, & poi che!c fi fecero dellaCittà: pcioche Llei co ifinito tratteni méto de riguardati fi vedeano molte strade dérro, & fuori rallettarhi, ilducal Palazo(come si diràc& @ Gngolar psteza abbellirfi; la fabbrica del lungoCorri dore, che da Gstoagql de Pitti coduceuolare: la Colana, la Fonte, & tuntii de scrittiarchi in un certo modo nascere, & tutte l’altre feste; ma mallimamentela Commedia che prima in campouscir doueva, 8 le duegrandissime nascherate che di piu opera haucuan mestiero in ordine metterli, & finalmente rutrte l’altre cose lccondo i tempi, che a rappresentar fi haucuono qual piu tarda, & qualpiu presta prepararli: eslendofele ambo i Signori Duca, & Pri cipeasembianza degl’antichu Edili fra loro distribuite, & presone ciascuno con magnanima emulatione la sua partea condurre. Ma ne minor follecitu dine, ne minore emulatione li scorgeva fra gentil’huomini, & fra le gentil donnedcl!a Città, & foresticre: di cui un numero infinito di tutta l’Italia co corso ui cra: gareggiando, & nella pompa deucstimenti, non meno in loro che nelleliuree de lor feruitori, & dame, & nelle teste private, 8& publiche, E ne lautiiin: i conutti, che horain questo luogo, & horain quello a uicenda continuamente fi fecero: ralche in un medelimo instante fi poteva vedere l’Orio, la Festazil Dilerto, il Dispédio, 8 la Popa: & il Negotio, l’Industria, la Pattetia, la Fatica, Sil gratioso guadagno diche tutti i predetti artefici fi rié picrono tartmolro largamére gl’eftetti luoi. Maal Cortile del ducal palazo in cui perla descritta porta s’entrava venendo per non lasciar questa senza alcuna cosa nattatne direno, che ancorche oscure, & disastrolo. & in tutte le parti quali inhabile ariceucr nelluna forte d’ornamento sembralle con nuo MAXNKN [p. 896 modifica]32 TERZA PARTE

ua meraviglia, & con incredibil velocità nondimeno fi uide codottoa#llabelleza, & vagheza in cui oggi puo daciascuno riguardarsi: eslendofiolire alla leggiadra Fontana di durislumo Porfido, che in mezo nisicde, & oltreal vezoso putro, che con l’abbracciato Delfino l’acqua deniro ui gettain un momento aaccannellate, & secondo l’ordine corintio con bellislima manieraridotte le noue colonne, che in mezoa le lasciano il predetto quadrato Cortile; & che lerigiranti loggie fabricate prima secondo l’uso di que tempiasflai rozamente di pietra forre dall’una parte sostengano: mettendo i cam pid’esle quasi tutti adoro, & digraniofisimi fogliami sopra gl’accannellamenti riempiendole; & le lor bali, & capitelli, lecondo1l buono, & antico costume infieme formando. Ma dentro alle loggie lecui uolte turte ciano di stravagantissime, & bizarrislime grottesche piene ed adorne lì vedevano (li come in molre Medaglie a sua cagion fatte) espressi parte de gloriofi ge li del magnanimo Duca. i quali(se alle cole grandislime le men grandi agguagliar fi debbono ) meco medesimo ho piu uolte considerato eslere ran+ toaquellidel primo Ottauiano Augusto (oimigliiricizehie cola nelluna altra piu conforme difficilmente trovar lì porrebbe: percioche lasciamo stare, che l’uno, & l’altro sotto un medesimo ascendente del -Capricorno nato fia & lasciamo il trattare che nella medesima giouenile cità fullero quasi in aspettaramente al principato aslunti; & lasciamo delle più importanti uitto+ tie conseguire dall’uno, & dall’altro neprimi giorni d’Agosto, & di vederfi poi le medelime compleslioni, ’& nature nelle cole familiari, & dimestiche & qdellafingolare afterione verso le mogli; le non che ne figliuoli, & nell’assuntione al principato, & forse in molraltre cose crederrei che piu felice ‘ d’Augusto potesle questo fortunato Duca repurtarli, ma non fi vede egli nel l’uno, & nell’eltro un ardentissimo; & molto straordinario desiderio di fab bricare, & abbellire, & di proccurare, che altri fabbrichi, & abbellisca? ral che, se quegli dille hauer trovaro Roma di mattoni, & lasciarla di faldissimepierre fabbricata, & questi non men ucridicamente porràdire di hauer Fiorenza ben di pietre, & vaga, & bella riceuuta; ma di gran lunga lasciar Ias fucceslori, & piu vaga, & piu bella, & di qual fi uoglialeggiadro, 8& ma gnifico, & comodo ornamento accresciuta, & colmata. Per espreslione del ‘le quai cose in ciascunalunetra delle soprasfcritte loggie si vedeva con ideHiti ornamenti, et con fingolar grana accomodato un’ovato; nell’un de quali fi scorgevalaranto neceslaria fortificatione di Porto Ferraio nell’ElDa con molte Galece, et Naui, che dentro ficure di starui fsembravano, et la magnanima edificationedel medesimo luogo della Città dall’edificaror suo COSMODOLI detta: con un motto dentroall’ovato dicente ILVA RE NASCENS. er l’altro nelrigirante Cartiglio, chediccuua TVSCORVM ET LIGVRVM SECVRITATI.

Si come nel secsdo li vedeva l’unilislima, er vaghilsima fibbrica incuila maggior parte depiu nobili vagistrari ridur fi debbano che da lui di cotro al IaZeccha fa fabbricarsi, et che hora maia buò termine fi ucde ridotta: sopra cui rigira Gl fi Iigo, erfi comodo Corridore del quale disopra s’è detto pope ra del medesimo Duca m qsti giorni cò soma velocità fabbricaro cò il mot ‘roche anch’egli diceva PVBLICZE COMMODITATI, ‘ fi ‘ Î «Etfsico[p. 897 modifica]“DBDEGL’ACCADENICI 833

EctNicomenel terzo fiucdeva fimilmente col solito Corno di douitia nella finistra mano, etcon unaantica insegna militare nella destra la Concordia: acui piedi un Leone, et una Lupa notifsimiVelsilli di Fioréza, et di Siena sé bravano di pacificamente, et quiete starsi con il motto alla materia accomodatodicente HETRVRIA PACATA.

Ma nel quarto fi vedevail ritratto della descrittaoriental Colonna di granito con la Giustizia in cima quale sorto il suo fortunato scettro puo ben dirfi, che inuiolabile, etdirittamente s’oslerui: con il motto dicente. IVSTITIA VICTRIX.

Sicome nelquito fi vedeva un feroce Toro cò ambe le corna rotte uolen do come dell’Acheloo gia fi dille denorare il commodissimo dirizamento daluiin moltuluoghi fatto delfiumed’Arnoconil morto IMMINVTVS CREVIT.

Nel sesto poisi vedeva il lupbiss. palazo che gia fu da M. Luca Pitti co me rauiglia di tata magnanimnà in privato Cittadino, et cò realissìmo animo, ctgradeza cominciato, et che oggi fi fadal magnanimissimo Duca coincoparabil curazetartifitio n6 purea pfetion ridurre: ma gloriosamente, et meTauigliofamente accrescere, et ibbe!lire cò fabbrica non pure stupéda ed he roicazma con grandissimi, et delicatissimr Giardini pieni di copiolissime fon tane, et con una innumerabile quantità di nobilissime starucantiche, etmo derne, che ui ha di tutto’ mondo fatte ridurre: 1lche dal motto era espreslo dicendo PVLCHRIORA LATENT.

Ma nel settimo fi vedeva dentro ad unagra porta molti libri in varie gui se posti con il morto nel Cartiglio dicente PYBLICA VTILITATI. uolendo denorare lagloriosa cura da molti della famiglia de Medici, ma massì mawmente dal liberalissìmo Duca usara in raccorre, etcon vul diligenza con seruare una meravigliosa quantità di rarifsim: libri di tutte le lingue, nouellamente nella vaghissima Libreria disan Lorenzo da Clemente settimoco minciatazet dasua Eccellentia fornita, ridotti. Si come nell’ottauo sotto la figura di due mani, che piu mostravano di legarsi, quito piu di sciorreun no do pareva, che fi sforzassero, fi denorava cò l’amoreuol renùttia da lui fartaal l’amabiliss. Pricipe la difticultà, o p meglio dire impossibilità, che hadidistri garsi chi una uolra a gouerni degli stati mette le mani: ilche dichiarava il motto dicendo EXPLICANDO IMPLICATVR.

Ma nel nono fi vedeva la descritta Fontana di piaza cò lararissima statua del Nertunno, et coil motto OPTABILIOR QVO MELIOR. denotando non pure l’ornamento della predetta grandissima statua, et Fon tanazma l’utile, etilcommodo, che con l’acque che continuamenteva conducendo sara alla Città in poco tempo per partorire.

Nel decimo poi fi vedeva la magnanima creatione della nouella Religio di zato Stefano elpila cò lafigura del medesimo puca che armato sébradi porge re cò l’una mano a vn armato Cavaliere fopra un’altare una spada, et co l’al tra unadelle lor Croci coil motto dicente VICTOR VINCITVR.

Et come nell’undecimo fimilméte sotto la figura del medesimo Duca che parlamentava secondo l’antico costume a molti foldati s’esprimevaladalui ben. ordinata, ct ben_conseruaia mititia-nelle sue valorole Bande

COR [p. 898 modifica]934 TE RZIAPARTE

con il motto che questo denotava dicente RES MILITARIS CONSTIENTA:

Ma nel dodicefimo poi con le soleparoledi MVNITA TVSCIA sen: zaaltro‘corpo si dimostravan le molte fortificationi ne piu bisognosi luoe ghi dello staro dal prudentissimo Duca farte aggiugnendo con gran morali tà nel Cartiglio SINE IVSTITIA IMMVNITA.

Si come nel tredicesimo in simil guisa senz’altro corpo fi leggeva SI CCATIS MARITIMIS PALVDIBVS. 1lchein moli luoghimanelfertile contado di-Pisa puo maslimamentecon sua infinita gloria vederli.

Er perche la meritata lode del tutto con silentio non fi trapassasle dell’ha uere alla pattia sua Fiorenza gloriofamentericondotte, & rese le per altri té pipdute Artiglierie, ed infegneznel quattordicesimo, ed ultimo fi vedevano alcuni foldati di elle carichi tutti baldanzofi, & lietiuerso lui ritornare com il mottoper dichiatatione, che diccua SIGNIS RECEPTIS.

A soddisfatione poi dc forestieri, 8 de molti Signori Alamanni massima mente, che in grandiflimo numero per honore di sua Alteza, & con l’eccellentissìmo Duca di Baunierail giovane luo nipote venuti ui cerano fi vedeva fotto leprescrirte lunette con bellussìmo spartimento ritratte, che naturali parevano molte delle principali Città, & d’Austria, & di Boemia, & d’’Vngheria, & dcl Tiruolo, & degl’altri statifortoposti all’augustiflimo suo frarello. -

‘Della Sala, €9 della Commedia.

nella gran gala per l’agiatislime scale ascendendo, in cui laprima, & principalishima festa, & il principalissìimo, & nupiial conuito fucelcbraio(lasciando il ragionare dello stupendo, & pompolifimo palco; mirabile per la varietà, & moltitudine delle rarissime historiedi pittura, & mira bile per l’ingegnofislima inuentione, & per iricchillimi sparrimenti, & per l’infinito oro, di che tutto rispleder li

uede; ma molto piu mirabile percioche per opera d’un folopitrore è stato in pochisiimo tempo condotto) & dell’alrre cole solaa questo luogo apparte nenti trattando, dico, che veramente non credo, che in quelte nostre patti li

Habbia notitia di verunaaltra sala maggiorè, o piu sfogata di questa: ma fen za dubbio, ne piu bella, ne pm riccha, ne piu adornazne con maggiore agiate

zaaccommodara di quel che ella fi ucdde quel giorno, chela Commediafure citata, credo, che umpoihbilea ritrovare al tutto arebbc: percioche oltre alle grandifsime facciate, in cui con grarioli spartimenti(non senza poetieain ucnuone)li vedevano da natural ritratte le puncipati piaze delle piu nobili

Cinà di Tokcanaz& elite alla vaghissima, & grandissimatela di ciacchiani mali in diverti modi cacciati, 8 presidipintazche da un gran cornicione so stenuta, nascondendo dietro a le la prospettiva in tal guisa luna delle telte formava, che pereva, che la pron fala la debita proportione hauecile, tali fu rono, & Li bene accoimodati i gradi, che inioruo la vigirapano, & tal vaghezartesero [p. 899 modifica]DEGL’ACCADEMICI 93

zatesero quel giorno l’ornatissìime donne, che in grandilsìmo numero, & delle piu belle, & delle piu nobili, & delle piu ricche conuitate ui furono, & talei Signori, & Cavalieri, & gl’altri gentil’huomini, che sopra essì; & per il restante della stanza accomodati erano; chesenza dubbio, accese le capriccio fissime lumiere al cascar della prescritta tela, scuoprendosi la luminosa Proe spertiva ben parue, cheil Paradiso connutii Cori degl’angeli fi fusse in quel loinstante aperto: la qual credenza fu merauigliolamente accresciuta da un soauissimo, & molto maestreuole, & molto pieno concento d’instrumenti» & di uoci, & che da quella parte fi senti poco dopo prorompere: nella qual Prospettiva sfondando molto ingegnofamente con la parte pin lontana per ladirittura del ponte, et terminando nel fine della strada che urta naggio fi chiama, nelle parti piu uicine fi veninaa rappresentare la bellissima Contra dadisanta Trinita. . Nella quale, etin tante altrezer fi meravigliose cole, poi che gl’occhi deriguardanti lasciatisfogare per alquanto patio fi furono, da do desiderato, ergratiolo principioal primo intermedio della Commedia -(cavato cometutti gl’altri da quella afferruosa novella di rsiche, etd’Amorez tanto gentilmente da Apulcio nelsuo Asin d’oro delscrittazet di ella prefole parti, che parsero piu principali, et con quanto maggior deltreza lì fapeva al la Commedia accomodatole, onde fatro quali dell’una, er dell’altra fauola un artifirioso componimento, apparisle, che quel che nella fauola degl’inter medjoperanano gli Dij; operaslero(quasi che da superior potéza costretti) nella fauola della Commedia gl’huomini. ancora s li uide nel concauo Cielodelladescritta Prospertriva (aprendosi quali in un momento il primo) aps parire un’altro molto artifitiolo Cielo: dicuiapocoa poco li vedeva usuire unabianca, et molto propriamente contrafatta Nugola: nellaquale con fingolar vagheza parena, che un dorato, etingemmarto Carro li posasse: conosciutroeller di Venere percioche da due candidissimi Cigni fi vedevatirarez erin cui come donna, er guidatrice li scorgeva similmente quella bellissima Deatutra nuda, etinghirlandata di Rofe, erdimortella, con molta macstà se dendo, guidare i freni. Haueva costei in sua compagnia le tre Gratie, cono sciute anch’esle dal mostrarsi tutte nude, er da copeglibiondilsimi, che sciolti lu per lespalle cascavano, ma molto piu dallaguisa con che stavano prese per mano, er le quattro Hore, chel’ali tutte asembianza di Farfalla dipinte hauevano, erche secondo le quattro. stagionidell’annonnon lenza cagione erano state in alcune parti distinte: percioche l’una, chezutta adorna la testa, eri Calzateuri di variati fiorertizer la veste cangiante haucuo; per la fioritazet variata Primaueracrastara voluta figurare; si come per l’altra con la ghirlan da, erco Calzarertti di pallenti spighe coresti, er coni drappi gialli di che ador nafieradidenotares’inendeva la calda statezer come la terza per l’Autunno fatta, turta di drappi rolsì vestita, significanti la maturità de pomi, fi vede uade medesimi pomi, et di papani & d’unceesler stata achella tutta copta et . adornazma la quarra ed uluma, che il neuolo, et cadido verno rappsétana» oltre alla turchinaueste tutta tépestata a fiocchi di. neue, haucua icapelluerti calzacretti limilméte pieni della medesima neue, erdibrinate, etdi ghiacci: et + tutte come feguaci, ed Ancelle di Veneresu amedesima Nugola, cofingola 1LTcartificio, et con bellisìmo componimento d’intorno al carro accomodaie

lascian[p. 900 modifica]535 DERZA MARINE

lasciandocdietroa lc Gioue, 8& Giunone, & Saturno, 8& Matte, ’& Mercurio» & gl’altri De:, da cui parcua, che la prescritta soauissima armonia uscisle; fi ve devano apoco apoco con bellissima gratia verlo la terracalate, & perlalor uenuta la fcena, & lafala tutta di mille pretiosislimi, & soaui odori rieropier fi. Mentre con non meno leggiadra uista; ma per rerra di camminar sfem= brando, fi era da un’altra parte veduto venire il nudo, & alato Amore; acco= pagnato anch’egli da quelle quattro pricipali paslioni, che fi speslo pare che P’inquieto suoregno conturbar soglino; dalla Speranza cioè, tutta di nerde Uexstita, con un fiorito ramicello in testaz& dal Timore, conosciuto olire alla pallida veste, da Conigli, che nella capelliera, & ne calzaretti haucua; & dall’Allegreza di bianco, & di ranciato, & di mille lieti colori coperta anch’ella, & con la pianta difiorita Borrana sopra capegli: & dal Doloretuttonero, et, rutto nel sembiante dogliolo, & piangente: da quali (come ministri ) altri gli. portava l’Arco, altrila Faretra, & le foetie, altrile reti, et altri l’accesa facellaz cfsendo mentre, che verlo il materno Carro giain terra arrivato andavano della Nugola apoce a poco leprescritte Hore, & Gratie discese, & fatto reuerentemente di le interno alla bella Venere un piaceuolissìmo Coro sem bravano ditutte intente stare a tenergli tenore, mentre ella al figlivolriuol. tacon gratia fingolare, ed infinita faccendogli la cagione del suo disdegno manifesta, & tacendo quei del Cielo cantò le seguenti dueprime stanze della Ballata dicendo. Ame, che fattasonnegletta, e sola

Non piu gl’Altar, nei Voti;

Ma di Psiche deuoti

A leisolasi danno, ella glinuola:

Dunque, se mai di me ti calse, è cale

Figlio l’armi tue prendi,

Et questa folle accendi

Di uiliimo amor d’huomo mortale.

La quale fornita, etciascuna delle prescritte sue Ancelle aprimi luoghiri tornate; continuamente sopraicircustantiascoltatori diuerse, er vaghe, ct gentili, etfiorite ghirade gettando li uide il Carrozer la Nugola quasi, che ilsuo desiderio la bella Guidatrice compiuto hauelle, a poco a poco muouer fi, & verloil Cielo ritornare: ouearrivata, & egli in un momento chiusosi, & . za rimaner pur vestigio, onde fospicar fi potesse da che parte la Nugola, &, tante altre cole uscite, et entrate li fuslero, parue, che ciascuno per una certa nuova, & gratiola merauiglia tutto attonito rimanesle. Ma lubbidiéte Amo re mentrechequelto li faceva accennando quali alla madre, che il suo coma damento adempiuto farebbe; & attrauersando la Scena seguitò con 1 compa gni suoi chel’armi gl’amministravano, & che anch’eili cantando tenor gli fa ccuano la seguente, & ultima stanza dicendo, i Ecco madre: andian noi: chi l’Arco dammi? Chi le Sactte? ond’io Con l’alto valormio

Tutti i corumca, leghi, aprazed infiammi Tirando [p. 901 modifica]DEGL’ACCADEMICI Gir

Tirafidoanch’egli pur sempre mentre che questo cantava netl’ascoltanto popolo molte, & diuerse sactte; con le quali diede materia di credere, che gl’amanti, che arecitarecincominciarono da esle quali mossi partorillero la

feguérecomedia. INTERMEDIO SECONDO.

Finito ilprimo atto, & essendo Amore mentre di prédere la bella Psiche ficredea, dasuoi medesimi lacci per l’infinita di lei bellezza rimasto colto; rappresentar uolendo quelle inuisibili uoci, che come nella fauola fi legge, erano stare da lui per feruirla destinare, si uide da una delle quattro strade, che per uso derecutanti s’erano nella scena lasciate uscire prima vn piccolo Cuordino, che m braccio lembrava di portareun vezoso Cigno: col quale percioche vn ottimo Violone nascondeva)mentre con una verga di palufre Sala che per archetro gli feruiva, di follazarsi sembrava, venivadolcissimamentesonando. Ma dopo luiper le quattro delcritte strade della scena fi vide similmente in un isteslo tempo per l’una venire amoroso Zefiro, tut tolieto, & ridente, & che l’ali, 85 la veste, & i calzaretti haucuadi diuerlì fio ri contesti: & per l’altra la mufica conosciuta dalla mano musichale, chein te sta portava, & dalla ricca veste prena di diuerhi suoi instrumenti, & di diucr“fe Cartigliezoue erano tutte le Note, & tutti i tempi di ella legnati: ma molro piu, pcioche con loauils. armonia li vedeva fimilméte fonare un bello, & gralirone: ficome dall’altre due sorto forma di due piccoli Cupidertti li uide ro tl Gioco, cl Riso ia fimil guisaridédo, & scherzado apparire. Dopoi qua Hhmentrea destinati luoghi auniandofi andavano fi videro per le medesime ftrade, uclla medefima gaisa, & nel medelimo tempo quattro altri Cupidi uscire, & con quattro ornatisimileuti andare anch’elli gratiosamente sonado: & dopo loro altri quattro Cupidetti simili; due de quali con ipomiin ma no sembravano di insieme sollazarfi, & due, che con gl’archi, & con gli stra licon unacerta strana amoreuoleza pareva che1 petti facttar fi uolellero. Quest tuttin gratioso giro artecatifi parue, che cantando con molto armo nioso concento il seguente madrigale, & co ileuti, & con mol’altriinstrue manti dentro allascena nascosti le uoci accompagnando facellero tutto que Ko concetto aslai manifesto dicendo. Oh altero miracolo nouello, Visto Fhabb: an: ma chifia, che cel creda?

Cch’Amor d’amor ribello

Di se Rtesso, & di Psiche hoggi siupred4? Dunque a Psiche conceda Dr beltà pur la palma, & ’divalore Ogr altra bella: ancor, che pel timore, 3 Ch ha del suo prigionier dogliosastia: Mia seguian noi l’incominciata nia: 4Andiam Gioco, andiam Riso, Andiam dolce armonia di paradiso: Et facciam, che itormenti Suoi dolci slen, co tuoi delci concenti» YYy)Y [p. 902 modifica]238 TERZA PARTE

INTERMEDIO TERZO.

“Non meno festoso fu l’intermedio terzo: percioche come per la fauola fi - conta, occupato Amore nell’amore dellasua bella Psiche: & non piu curado di accender necori de mortali l’usate fiamme, 8& usando egli con altri, & aleri con lui fraude, & inganno, forza era, che fra i medelimi mortali, che sen Za amore viucuano mille fraudi, & mulle inganni fimilmére furgeslero: & p cio apoco apoco sembrando, che il pauimento della scena gontiasle, & final «mente, che im fette piccoli monticelli conuertiro fi fusle, fi uidedi essi come cola maluagia, & noceuole uscir prima sette, & poisetr’altri Inganni: i quali “ageuolméteper tali fi fecer conoscere, percioche non pureil bustouutto mac chiato a slembianza di Pardo, & le coscie, 8& le gambe serpentine haucuano: male capelliere molto capricciolamente; & con bellislime attimdini tutte di malitiose Volpi fi vedevan composte; tenendo in mano non fenzatiso decircunstanti altri Trappole, altri Ami, & altriinganneuoli Oncini, o Rapi; fotto i quali con fingolar destreza erano state, per uso della Musica, che afare haucuano ascoste alcune Storte Musicali. Questi espzimendo il pree scritto concetto; poi che hebberoprima dolcillimamente caniato, et poi cas tato, etsonato1l seguente Madrigale andarono con belliflimo ordine (materia agl’Inganni della Commedia porgendo) per le quattro prescritte stra dedella Scenaspargendofi. & Amor uinto, & prigion posto in oblio L’Arco, & l’ardente Face Della madre ingannar nuouo desio ‘Lo punge, & Sa lui Psiche inganno face» Etse l’empia, & fallace Coppia d’inuide Suore inganno, & froda Sol pensa: hor chi nel mondo oggi piufia, ChelRegno anoi non dia? D’inganni dunque goda “Ogni saggio; & se speme altral’inuita, «Benla Rtrada ha smarrita.

INTERMEDIO QVARTO.

“Ma derivado Aagl’inganni l’offese, et dall’offese le dislenfioni, etlerifleze +Mmille altri fi fatti mali, poi che Amore p laferitadalla crudel lucerna riceuuta non potevaall’usato ufitio diinfiammarezcoride uivétiattendere nell’in termedio quartoin vece de sette monticelli, che l’altra uolta nella Scena dimostri s’erano, fi uidein questo apparire(p dar materia alle turbationi della Commedia)fetre piccole Voragini, onde prima un’oscuro fumo, etpoia po coapoco fi nide uscire con una insegnain mano |a Discordia conosciuraz ol ‘treall’armi dalla variaca, et sdrucita veste, ctcapellaturazet con lei l’Ira, cono ‘nosciuta oltr’all’armianchyella dacalzarenti a guisa di zampe, etdalla testa n vece di Celata d’Orso, onde continuamente useiva fumo, et fiamma: ct la “Crudeltà con la gran falcein mano, notap la Celataa guisa di testa di Tigle [p. 903 modifica]DEGL’ACCADEMICI 939

& pet i calzarettia fembianzadi piedi di Coccodrillo: & la Rapina con laRoncola in mano anch’ella, & con il rapace V cello fu la Celata, & con ipie diasembianza d’Aquila, & la Vendetta con unafanguinola Storta in mano, & co Calzaretti, & con la Celata tutta di Vipere contesta, Etdue Antropofa giò Lestrigoni, che ci uoglian chiamargli, che fonando sotto forma di due Trombe ordinarie duc musicali Tromboni, pareva che uolessero oltreal suo no con una certa lor bellicosa mouentia eccitare i circustanti ascoltatori a cò battere. Era ciascun di questi con horribile spartimento meslo in mezo da due Furori, di Tamburi, di ferrigne Sferze, & didiuerse Armi forniti, lotto le quali cò la medesima destreza erano staridiuersi musicali instrumentj na= scosti. Fecerli i prescritti furori conoscere dalleferite, onde baucuarutta lap fona piena dicuipareva, che hiame di fuoco vscislero, & dalle Serpi ond’eran tutti annodati, & cinti, & dalle rotte Catene, che dalle gambe, & dalle braccialor pendevano, & dal fumo, et dal fuoco, che per le Capelliere gl’usciva: i quali tutti insieme con unacerta gagliarda, & bellicosa armonia cantato il seguente madrigale fecero in foggia di combattenti una nuova, & fiera, & molto stravagante Moresca: alla fine della quale confusamente in qua, en la per la scena scorrendo hi uidero con spauentoso terrore torre in vltimo da gl’occhi deriguardanti, f In bando itene uili;! Inganni, il mondo soloir4, & furore - Secnthoggi; audaci uoi spirti gentili

Venite adimoltrar uostro valore;

Che se perla lucerna, hor langue Amore,

Nostro conui: n, non che lor fia l’impero;

Su dunque ogni piufero

Cor surga: il nostro bellicoso carme

Guerra, Qquerra sol grida: & solo arm" arme.

INTERMEDIO QUINTO.

La misera, & femplicetta Psiche hauendo(come nell’altro intermedio s’è accennato)per troppacuriosirà con la lucerna imprudentemente offeso l’a= mato Manto, da luiabbandonarta, essendo finalmente venuta in mano dell’adirata Venerezaccompagnando la mestitia del quarto atto della Com mediadiedeal quinto mestissimo intermedio conueneuolillima materia: fima gendo & eller mandata dalla prescritta Venerc all’infernal Proferpina: accio» che mai piufra uiuenti ritornar non potesle; & percio di disperation ucstita fi uide molto mesta per l’una delle strade venirezaccompagnata dalla noiosa Gelosia, che tutta pallida, & afflitta fi come l’altre seguenttsi dimostravazco= nosciuta dalle quattro teste, 8& dalla veste turchina tutta d’occhi, & d’orecchi contesta. Et dalla Inuidia nota anch’ella p le serpi, ch’elladinorava. . Ec dal Pensiero, o Cura, o Sellecitudine che ci voglia chiamarla conosciuta pel Corbo, che haucua in testa, 8& p l’auoltoio, che gli lacerava l’interiora. Etdal loScorno è Disprezagione p darle il nome di téimina, che 1 faceva cognosce reoltre al Ghufo, che in capo haucua, dalla mal coposta, & mal velstita, & sdegcita velte fi VYyry [p. 904 modifica]249 TERZA PARTE Queste quattro poi, che percuotendola, & stimolandola fi furon condotte

uwcineal mezo della scenazaprendosi in quattro luoghi con fimo, & cò fuo’

coin vn momento la terra: presero quasi, che difender sene uoleslero quattro borribilissimiserpenti, che di ella fi uidero inaspettatamente uscire, & quegli percorendo in mille guise con lespinose verghe, fotto cuierano quat tro Archettinascostizparuetn ultimo che da loro con moltoterrorede cite cunstanti sparati fullero: ondenel fanguinoso ventre, & fra gl’interiori di nuovo percotendo li lentiin un momento(cantando psiche il feguente ma drigale; vyn mesto, ma luauifsimo, & dolcilsìmo concento vscire: percioche ne 1 Serpenti erano con fingolareattifizio congegnati quattro ottimi Violo ni, che accompagnando con quattro Tromboni che dentro alla scena fona«vano lafola, & flcbile & graciosafua voce, pattorirono fi fatta mestitia, & “dolceza inticme, che fi uidetrarce a piu d’uno non fintelagrime dagl’occhi. Il qual fornito, & comuna certa gratia ciascuna il suo Serpente in ispalla le= uatofi, fi uide con non minorterrore deriguardanti un’altra nuova. & mol tograndeapertura nel pauimnento apparire, di cui fumo, & fiamma corinua & grande pareva, che uscille, & fi senti con spauentolo latrato, & fiuideco letreteste di ella uscire l’infernal Cerbero; a cui ubbidendoalla fauola fi utde Psiche gettare una delle due stiacciate che in mano haucuaz& poco dopo con diuerli Mostri, fi uide fimilmente appartreil vecchio Caronte con la lolita Barcazin cui ladisperata Psiche entrata gh fu dalle quattro predette sue Kimulatrici tenuta noiosa, & dispiaceuol compagnia.

Fuzgi fpene mia, fuggi, Et fuggi per nonfar piumai ritorno: Solatu, che distruggi Ognimiapace; afaruicnne soggiorno Inuidia, Gelofia, Penficro, & Scorno Meco nel cicco Inferno Oue Papro martirmio uiva eterno.

INTERMEDIO VLTIMO,

Fuilsesto, 8 ultimo intermedio tutto lieto; percioche finita la Commedia finide del pauimento della scena in un tratto uscire un verdeggiante monticello tutto d’Allori, & di diuerfi fiori adorno, ilquale hauendo in cima l’al to Caval Peghasco, fu tosto conosciuto eller il monte d’Heliconazdicui a po co apoco li uide scendere quella piaceuolissima schiera de descritti Cupidis & con loro Zefiro, & la Musica, & Amore, & Psichepresi per mano rurtalie ta, & tutta feftante, poi che falua era dall’Inferno ritornata, & poi che perin tercelsion di Giouc a preghidel marito Amore le l’era dopo ranr’iradi Venere impetrato gratia, & perdono: era con questi pan, & noue altri Satiri c@ diuccrsfi pastorali instrumenti in mano, sorto cui altri musicali instrumenti fi nascondevano, che rutti scendendo dal predettoMonte di condurre mostravano con loro Hiweneo lo Dio delle noze, di cui sonando, & cantando lelodi come nelle seguenu Canzonetie; facendo nella seconda un nuouos

& allegrillimo, & molto uczolo ballo; dicdero alla festa gratioso compimento. [p. 905 modifica]

DEGL’’ACCADEMICI
Dal bel Mon teHelicona
"Ecco Himeneo, che scende,
Et gialaface accende, & Sincoronaz
Di PersaS’incorona, .
Odorata. & soaue
Onde il mondo ogni graue cura scaccid»
Dunque, & tuPfiche scaccia
L’afpratuaferadoglia,
Etsol gioiaSaccoglia entro al tuo seno,
Amor dentro alsuo seno
Purlieto albergo datti,
Et con nulle dolci atti ticonsola
Ne men Gioue consola
I tuo passato pianto ’
Ma con riso, & con canto al Ciel ti chiede»
Himencodunque ognun chiede
Himeneo vago edadorno
Dch che lieto, & chiaro giorno
Himenco teco hoggiriede.
Himenco perl’alma, & diva
Sua GIOVANNA ogrhor fi sente
Dal gran Renciascunariva
Risonarsoauemente:
«Etnon menl’Arno lucente”
Pel pratiosainclito, & pio
Suo FRANCESCO hauerd:; lo
D’Himeneo lodarsiuede.
Himenco & ’c.
Eloralieta, Arno beato
Arno humil, Flora cortese 3
«Deh qual piufelicestato
Maijiuide, omai Sintese;
Fortunato almo paese
Terra in Ciel gradita, & cara
Acui coppia cosirara
Himencobenigno diede»
Himeneo @ €.
Laurihor dunque Oliue, & Palme.
Et Corone, & Scettri, & ’ Regni
Perleduefifelici alme
Eloraintesol sidisegni;
Tuttiiuili atti edindegni
Lungisten: sol Pace ucrd s
Et Diletto, & Primauera
Habbiain te perpetuasede»

[p. 906 modifica]94 TERZA PARTE

Essendo tutti i ricchissimi vestimenti, & tutte l’altre cole che impossibili & tarli paiono dagl’ingegnolsi artefici con ARE leggiadria, & deftreza condortte, & li proprie, & naturali, 8& vere fatte parere, che senza! dubbiodipoco la ucrace atuone lembrava che il finto spettacolo uincer potesie.

Del Trionfo de Sogni & d’altrefette».

A dopo qsto, quantunque ogni Piaza(come fi è derto) & ognt - corrada di suono, & di cato, & di gioco, & di festa risonasle: p che la souerchia abbodaza non parcorisse souerchiafatietà, ha uevano i magnanimi Signori, prudétissimaméte le coledistri buédo, ordinato,; che in ciascuna domenica unadelle piu prin cipali feste li rappresentasle:; & per tal cagione, & per maggiore agiateza detiguardanti hauevan fatto a guisa di Teatro vestire le faccie delle bellissime Piaze di s. Croce, & dis, Maria Nouella con ficurislimi, & capacislimi palchi: dentro a quali: percioche ui furono rappresentati giuochi, in cui piu i nobili giovani exercitandoli, chei nostri artefici in addobbargli hcbbero parte: slemplicemente toccando di esli, dirò, che altra uolta ui fu da liberalisfimi Signori con sei squadre di leggiadrislimi Cavalieri, d’otto per squadra farro vedereil tanto dagli Spagnuoli celebrato giuoco di Canne, & di Caro felli: hauendo ciascuna d’elle, che tutte di tele d’oro, & d’argento risplendevano distinta, altra fecondo l’antico habito de Caltigliani, altra de Portoghesi, altrade Mori, altra degl’ Vngheri, altra de Greci, & altra de Tartari: & in ultimo con pericoloso abbattimento morto parte con le zagaglie, & co Cavalli al costume pure Spagnuolo, & parte con gl’huomini a piede, et cocani alcuni ferocislimi Tori. Altra uolra rinovando l’anticapompa delle Romane caccie ui li vide con bellissimo ordine fuor d’ vn finto boschetto cac ciare, & uccidere da alcuni leggiadri Cacciatori, & da una buona quantità di diuersi Cani una moltitudine innumerabile(che auicenda l’unaspetic do po l’altra veniva)primadi Conigli, & di Leptih & di CapriuoNi, & di Volpi, & d’Histrici, & di TasM; & poi di Cerui, 8& di Porci, & d’OrA, 8 fino adalcuni sfrenati, er tutti d’amor caldi cavalli: & cultimamente come cacciadi tuttel’al tre piu nobile, & piu fupba, essédofi da una gradiss. Testugine; & da unalgra Maschera di brutrifs. Mostro che ripiene d’huomini erano co diuerse ruo-. te fatte qua, & la caminare, piu volte eccitato vn molto fiero Leone, pchea battaglia c6 un brauiss. Toro venisle; poiche coleguire nò li potette li vide finalmete l’yno, & l’altro dalla moltitudine de cani, & decacciatorti, no sé za faguinosa, et liga vedetta abbattere, et vccidere, Esercitavali oltre a Gsto cò leggiadrils. destreza, et valore ( secodo il coltume)ciascuna serala nobile giouéru dellacittà al giuoco del Calcio pprio, 8& peculiare di qsta natione: ilquale vlumameéte cò liuree ricchils. di tele d’oro Tcolor roslo, et verde, c& tutti i suor ordini(che molti, et belli sono)fu una del le domeniche pdette vn depiu graditi, et de piueggiadri pettacoli che veder fi potesse. Ma pche la variatione il piu delle velte pare, che piacere accre

sca alla maggior patte delle cofe; cò diuersa mostra uolse altra volta l’inclito Principe [p. 907 modifica]“DEGL’ACCADEMICI 985

Piicipe cstérare l’aspertite popolo del suo tato desiderato Trisfo de So cu: ‘L’inuérione del quale; quatunq; andado egli in Alamagna a vedere l’altits.

Sposata far reueréza all’impialiss. Maslimiliano Cesare, etagl’altii augu/til’

fimi cognati, fuse daaltri cò gra dottrina, et diligéza ordinata, erdisposta, fi

puo dire n6dimeno che da pricipio fusle parto del suo nobiliss. ingegno; capace di qual si uoglia sottile ed arguta cofa: cò la quale chi esseguipoi, /erche della cazone fuil copositore dimostrar volse qlla morale opinione elpila da Daite; quadodice nascere fra i viuéti finiti errori: pcioche molti amolte cole opare mesi sono, a che n6 pare, che p naturaatti nati fieno; deuiadosi pil cò trario daq!le, a cui l’inclinatione della natura seguitrado, attifsimi esser pos “trebbero. Îlche di dimostrare anch’egli fi sforzò cò ciq; squadre di maschere che daciq; degl’humani da luireputati pricipali desiderij era guidate. Dal“l’amore cicè dietro acui gl’amati leguivano; et dalla Belleza copsa fotto Nar «cilo: seguitaro da qlli, che di. troppo apparir belli fi sforzano: et dalla Fama, che haucua p seguaci: troppo appetitosi di gloria; zetda Plutone denotite la Ricchezazdietro acui li vedevano i troppo auidi, etîgordi di esla, et da Bello na, che dagl’huomini guerreggiarori seguitata cra:; faccédo, che la festa squa dra, che le ciq; pscritte copndevazeta cui-tutte voleva, chefireferislero, tulle dalla Pazia guidara cò buona quarità defuoi seguaci anch’ella dietra: ligni& car voledo, che chi troppo, et corro all’iclinatione. della natura nepscrittide fiderij Sinmerge(che Sogni veraméte, et larue fono)vienead ellereivltimo dalla Pazia po, erlegato: et pò all’amorofo, come cosa di festa, etcarnesciale sca qsta opinio riducédo riuclta alle giovani done mostra, che il gra padre SONNO sfiacorutti i suoi ministri, etcopagni venuto per mostrarlorocoi mattutini suoi Sogni, che veraci sò reputati, etche nelle ciq; prime squadre (comesfi è detto)era t6presi, che tutte le pscritte cole, che da noi còtroa natu xa s’adopano, sò sogni; zcome fi è detto, & laruc da esler reputate, et pò a segui rare qllo a chela natura l’inclina cofortadole: par chein vltimo quasi cocluder voglia, che se ellead eslere amate p natura inclinate lì sentono, che n6 vo glino da questo natural desiderio astenersi: anzi sprezato ogn’altra opinione, come cola vana, et pazaza qlla fauia, & naturale, & vera feguitare fi disps ghino. Intorno al Carro del Séno poi, et alle Maschere, che qsto cocetto ad esprimere haucuano, accomodado, etp ornaméro mettendo alle cole, che io no al Sono, & a Sogni couenecuoli giudicate. Vedevali dunq; dopo due bellis fime Sirene, che îvecedi due Trobetti, e& due gra Trobe, innazi a tutti gl’al trifonado, pcedevano: et dopo duestravagati Maschere guidatrici di tutte F’altre, co cui sopra l’argétata tela il biaco, il gial!o, il rollo, el nero mescolado iquattro humoridi chei corpi c@posti fono fi dimostrava: & dopo il porta= tore d’ungrade, & roslo Vellillo di diuersi Papaueri adorno, in cuiun grap ‘Grifone dizinro eracon#treuerh, cherigirandolo dicevano. . Non solo Aquila équeRo, & non Leone: Ma l’uno, & Paltro: cosilSonno ancora Et humanaze& diuina ha conditione. “Si vedeva dico, come disopra s’è detto, ventrerlgioc6diss. Amore figurato

fec6do. che fi costuma, & meslo in mezo daunaparte dallaucrde Speranza,

«cheyn Camaleontein testa haucua, & dall’altra dal pallido Timore con |a fi telta [p. 908 modifica]944 TE RZ A NPEARITE

restxanch’egli adorna da un pauentolo Ceruo: vedevasi questi dagl’amadie ti suoi serui, & prigioni seguitare; in buona parte di drappi dorè, per la fiammain che sempreaccesi tanno, con leggiadria, & riccheza infinita vestiti, ct dagentilissime, & dorate Catene tutti legati, & cinti. Dopo i quali (lascian do le fouerchie minutie)si vedeva per la Belleza ucuirein leggiadro habito turchino tutto desuoi medesimi fiori contesto il bellissumo Narciso: accompagnatoanch’egli li come dell’Amore lì disle, dall’una parte dalla fiorita, & inghirlandata Giouentu tutta di bianco vestita, & dall’altra dalla proporiio” ne, di turchini drappi adorna, & che daun equilatero Triangolo, chein testa haveva li faceva da riguardanti concscere. Vedevansi dopo questi colo ro, che pgiati essere per uia della Bellezacercono, & che1!| guidator loro Nar ciso pareva, che seguitallero: di giouenile, & leggiadro alpetto anchelsì, 8

che anch’essì sopralertele d’argento, chegli veltivano, haucuanoi medesimi Fiornarcisi molto maestreuolmentericamati, con learricciate, & hionde chiome, tnotte de medelimi fiori vagamente inghirlandate. Mala Fama c@ una palla, che il mondo rappresentavain testa, & che una gran Tromba(chetre bocche haueva)di fonar fembravazcon ali grandislime di penne di Pauo ne li vedeva dopo costor venire: hauendoin sua compagnia la Gloria zacui faceva acconciatura di testa un Pauon fimile, & il Premio, che una coronata Aquila in fimi! guisa in capo porrtava: isuoi seguaci poi, cheintre patti eran diuisi cioè Imperadori, Re, & Duchi, benche rutti d’oro, et con ricchiflime perle, etricami vestiti fullero, et ben chertutti fingolar grandeza, & maestà nel sembiante mostrasiero; nientedi meno erano l’un dall’altro chiarissì mamente conosciuti per la forma delle diuerse corone ciascuna al suo grado” conueniente, che in capo portavano. . Mailcieco Plutone poi, lo Dio(come s’è derto)della Riccheza, che con certe verghe d’oro, & d’argento in mano dopo costoro seguttava fi vedeva fi come gl’altri mello i mezo dall’Auarttia di giallo vestita, & cò una Lupain testa; & dalla Rapacità di rossì drappi cop ta, & cheun Falcone p nota renderla anch’ella in testa haueva: difficil cosa sa rebbe a uoler narrar poi la quantità dell’oro, & delle perle, & dell’alirc pretiolegemme, & le varie guise con che i seguaci di ella coperti, & adorni s’etano. Ma Bellonala Dea dellà guerra ricchillimamente di tela d’argento: in ucce d’armi n molte patti coperta, & di verde, & laurea ghirlanda incoronata, & tutto il restante dell’habito con mille gratiosi; & ricchi modi còposto fi vedevaanclella con vn grande, & bellicoso Corno in mano dopo: costoro ucnire, & eslere come gl’altri accompagnata dallo Spauento per il Cuculto nell’acconciatuta di testa noto, & dall’Ardire conosciuto anch’egli peril capo del Leonechein uccedi cappello in capo haueva, & con lei i mili. tari huomini, che la seguitavano, fi vedevano in fimil guisa con spade, 8c& ferrate maze in mano, & con tele d’oro, ct d’argento molto capricciosamen-. teasembianza d’’armadure, etdi celate fatte, sfeguitarla. Haucuano questi, ertutri gl’altri dell’altre squadre, per dimostratione, che per Sogni figurati fuslero, ciascuno(qualsi che mantelletco le facesle)un grande, et alato, et mol ro ben condotto Pipistrello di tela d’argento in bigio su lespalleaccomodato: ilche oltrealla necessaria fignificatione, rendeva tutte lesquadre, che variate(come s’è mostro) erano couna desiderabile unione bellislime; et ta lume [p. 909 modifica]MDECL’ATCCADEMICI 546: fineolucamodo: lofciando negl’animide riguardanti una fermacredens za; chein Fiorenza, & forse fuori mai piu’ueduto non fi fusle spettacolo; ne seritcho, ne fi gratiosezne li bello: eslendo oltre all’oro, 8& leiple, 8& laltrepre ttofissime gemme dichei ricami(che finissini furono) fattierano, condotto rittelecose con tanta diligentia, & disegno, & gratia: che non habiti perma schere; ma come le perperui, 8 dureuoliz& come se solo a grandissimi Principi seruir douessero; pareva, che formati fuflero. Seguitava la Pazia; la qua Ieè: percioche non sogno, ma verace a mostrar s’haucuain coloro, che letrapassate cose còrro all’inclinatione seguitaruolevano; fi fece, che solo glhuo mini’della fua squadra senzail Pipistrello in su le spatle fi vedessero: & cera co ftci di diuersi colori(benche sproportionatamente composti) & quasi senza verun garbo vestita: soprale cui atruffare treccic; per dimostratione del fuo’ disconueneuole pensiero fi ucdevano un paio di dorati sproni con le stelle in su volte: eslendo in mezo mesla da un Satiro, & da una Baccante. I suoi le guaci poi in sembianza di fariosi, & ebbri fi vedevano con la tela d’oro rica mata c6vatiati rami d’’hellera, & d1 variati papani, cò lor grappoletridimatu revue, molto stravagiteméte vestiti: hauédo, 8 qsti, & cutti gl’altri delletra— pissate squadre oltre ad una buona quantità di stafticri ricchissiìmaméte ane h’elli, 8& igegnosaméte(secondo le squadreacui seruivano vestiti) ciascuna esquadraaslortito i colori de Cavalli, fi che altraLeardi, altra Saurizaltra Mor «lli, alcra Vberi, altri Bai, & altradi variatomarello(sec6do; che allainuwentio ve li coucniva)gl’hauelle Et pche le plcritte maschere, oue quafiloloi ptin eipali Signori inveruennero, non fuslero la notte a portare le solite torcie co ftretre: precedendo il giorno con bellissimo ordine innanzia tuttele sei des feritte squadre quaratotrovariate Streghe, guidate da Mercurio, & daDiana chetre teste(ambo le tre lor porentie fignificando)per ciascuno haucuatio, & #-cllendo anch’esle infeci squadre distinte, 8cciascuna particolare squadra essendo da duediscinte, & calze sacerdotefle goucrnata; meslerola notte poiciascuna la sua squadra desogni acui atttibuita era ordinatamente in mezo; z& laresero con l’accele torcie, che celle, & gli staffieri porravano baste volmente luminosa, & chiata. Erano queste oltrealle variatefacciema vec chie tutte, & deformi) & oltre avariati colori de ricchissimi drappi, di che ueltiresi erano, conosciute maslimamére, & l’unadall’altra squadra distinte dagli animali; che in testa haucuano; in cui fi dice, che di trasformarsi ass2i speslocoiloroineanti fi credono: percioche altre haucuono lopra l’argenta rarela; che sciagatoio alla testale faccua un nero vecello con l’ali, & con gl’ar tigli aperti, 8& con due Ampollete intorno al capo lignificante le lor male che distillationi, altre Gatte, altre bianchi, & neri Cani, & altre con capelli biondi posticci scoprivano con i naturali, & canuti, che fotto a quelli quasi controa lor uoglia fi vedevano, il lor vano defiderio diparer giovani, & bél lealoro2madori. Ma il grandiflime carro tirato da sei hirsuri. 8& grand’Ox fidi papaueri incoronati, che in ultimo, & dopo tutta la leggiadrislima schie Fa ucniva, fu fenza dubbio il piu riccho, il piu pompolo, & il piu maestreuol mente condortto; che da gran tempo in qua vedutoli fia: & cra questo guida to dal silentio di bigi drappiadorno, & con le solite scarpe d1 feltro a piedi a cheditacere merrendofiil dito alla bocca parcua, che faruolesle a riguardi

E ZZezz [p. 910 modifica]947 TERZA PARTE

ticennozeolqualetre donneper là Quietepresediuilografio, & piero, 8" di awplo; & ricché’abito: azzutro vestite, con yoaTestuggine. per ciafcuna li: testa parcua, che aiutaregaidate iprescritti Orli al preferito s: tentio nolel, fcro. Erailcarropoi(in sur un gratioso piano di sci angoli posandob)figura, ro informa d’unagrandifimatesta d’Elefante; dentro acui lì vedeva figura to fimilmente per la casa del sonno una capricciosaspelonca, & il gra, padre sonno predetto in parte nudo, di papauert inghirlandaro, rubicondo, & graf, solu l’unde bracci con le guancie appoggiato li vedeva similmente con gra? deagio giaceruisizhauendo intorno ale Morfea, & Icelo, & Fantafo, & gl’al, tri figliuolisuoi, instravaganti, 8 diverse, 8& bizarre foarmetigurati. Ma nel lasommità della spelonca predetrasiucdeva labianca, & bella, & lucida, AL bacon la biondisfhimachiomatutta rugiadosa; z & mollezeslendoa pie della spelonca medesima con unTasso, che guanciàl le faceva; l’oscuta Notte; laqua leperciochedeueracisogni madre è tenuta pareva, chefede non piccola al leparole deprescrittisogni accrescer douelle. Per ornaméco del Carro poi‘ fiucdevuano all’inuentione accomodandosi alcune vaghislime historiette, . con tanta leggiadria; & gratia; & diligentia scompartite; che piunon pareva che fi poresle desiderare. | Per laprimadelle quali fi vedeva Bacco del 60n + no padre fur unpampineso carro da due macchiati Tigri tirato con il verlo per noto renderlo chediccua. E: I Bacco dcl sonno sei tuuero padre. benna nledi=dY e!

Si comme nell’altrofi vedevala madre del medesimosonno Cererezdelle solite spighe incoronata, con il verso per la medesima cagion posto, che dice uaanch’egli:: i 1

Cerer del dolce sonno è dolce madré 2: ML 92101

Ersicomedi vedevanmell’altra la mogliedelmedesimo sònoPasithea, che di uolare soprata terra sembrando; pareva che negl’animali, cheper gl’albe xi; & fopra la terra sparsi erano, indorto un placiditlimo sonno hauelle; con ilsuo motto anchella; che nota lurendevadicendo. 5

Sposa delsonno queta é Pasithea.

Ma dall’altra parte fi vededa Mercurio presidente del sonno addormens

zare l’occhinto Argo conilsuo morto anch’egli dicente. Creare il sonno puo. Mercurio ancora. ‘’

Etfinedeva esprimendola nobiltà, & divinità del sonno medesimo un adorno Tempietto d’Esculapio,; in cuimolti huomini macilenti, et infermi dormendo, parevache la perdutasanità recuperailero; con il ucrso questo lì gnificante, & che diceva anch’egli. ul

Rende gl’huomini sani il dolce sonno.

Si come li vedeva altroue Mercurio accennando verso alcuni sogni, che diuolarperl’ariasembravano parlarnell’orecchical Relatino cheinun An woaddormentato stavadicendo. il suo verso.

Spesso in sogno parlarlece con Dio.

Orelstepoi dalle furie stimolaro fi vedevafolo mediante isogni, chedi cae ciare concerti mazi di papaueri lepredette Furiefembravano; zpigliare a tan: z0 travaglio qualche quiete, con il ucelo, che diccua,

Fuggon pel sonno i pitcrudi pensicri,



FExcsfive[p. 911 modifica]

  1. DEGL’ACCADEMICI 948

Ecfiucdevaalla misera Hecuba fimilmente sognando parere, che una uaga Cerva le fusle da un fiero Lupo digrembo rolta, & strangolata: fiznificar volendo per esla, il pieroso caso; che poi alla sfortunata figliuola auucnRnc: con il motto dicente.

119 Quetdh esser deue il sogno scuopre, & ’ dicesi - «

Si comealtrouccoluersochediceva.

Fanno gli Deisaper lor uoglie in sogno. «© Sivedeva Nestorcappatire al dormente Agamennone, & esporglila ve ‘fontà del lommoGioue. ’Ercomenclsettimo, ed ultimo li dimostraval’ana ticausanza difarfacrifirio come deità ucnerada al sohno in compagnia delle Muse, esprimendoloconunfacrificato animale fopra un’altare, & col ver fodiccate. icqivanqabagi ti fi Eanfagrifitioal sonno, & " alle Must. 71î

Eran turce queste historiette scompartite poi, & tenute dadiuerli Satiri, & Baccanti, & putri, & Streghe; & con diuerli notturni animali, & festoni, Papaueri tese vagamente licre, eradorne: nov senza vn bel tondoinueccedi

cudonell’vltimapartedel Carro posto, in cui l’historiad’Endimione, erdel là Luna fiucdevua dipinta: essendo tuttele cole; come s’è detto, con tanta le; giadtia; & gratia, 8& patientia, & difegnocondotte, che di troppaopeta ci E ‘cebbemesticroauolerc ogni minimatua parte con tameruata lode taccone tate. Ma queltidi cui fidhlle, che per figliuolidelsonno ini stravagantiabi itiînsul descrito Carro posti erano: cantando’a principali canti dellacirtà la “seguente Canzone pateva con la soauwssima, & mirabileloro armonia, che veratnente ungratiolissimo; & dolcesonno negl’alcoltami diinduteeli sfor -allero dicendo. ) laanit Ie! ii 1102 Horchelarugiadosa: 3

aiahi Alba, la Rondinella a pianger chiama: Îi +96

roth on Quessi, che tanto wama zitO50 J Ci SONNO granpadre nostro, & dell’ombrosa — Nottefiglio, pietosa, ) Et sacraschiera noi ‘i upaloDiSO GNI, èbelledonne, mostra auoi. iu Perche I folle pensiero è i:!:;

  1. 2g Humansiscorga, che seguendo fisoRupe

Amor, Fama, Narciso, j eum s Et Bellona, e7 Ricchezainuansentiero Lanotte, el giorno intero Î S’aggira, al fine insieme i 13 Per frutto ba la Pazia, del suo bel seme. ccorte hor dunque iluostro i Tempo miglior spendete in cio che chiede Natura, & non mai fede E Haggiate à l’Arte, che quasi aspromostro Cinto diperle, & d’Ostro Dolce Wwuita, & pure i, Son le promesse SOGNI, @& lare scure.

ZZzzz 32 [p. 912 modifica]Ariando poi akra uolraspéttacolo: & hauendo sula gran| diflima piazadi santa Maria Noueélla fatto ‘con fingglar maestria fabbricare un bellissimo Castello con tutte lede biteciroultantie di Baluardi; di Cavalieri; di Calematte, di: Cortine, difoshi, & contrafolli; & porte segrete; & pale si; & finalmentecon tutte quelle auuertenze, cheallebuo 2371 i: Nes gagliarde fornficationi siricércano; & mesloui den tro una huova quantità di valorosi soldati con un de principali, & piu nobi li Signori della corte per Capitano, ostinato a nonuolet pernunaguisa clfer prelo; diuidendo inducgiornateil magnifico spettacolo, siuidemella pri macon bellislimo ordine comparire da una parte una buona; z& ornatifslima banda di cavalli tuttiarmati, & inordine; come se conueraci inimici affroa jaar fi doueslero, 8t& dall’altra inlembianza di poderoso;: & ben iustrutio. eler cito alcuni squadroni difanteria coloro atneli, 8& . carri dimunitione, & Ar «tiglieria, & co loro guastatori, & vivandicritutti insiemeristrerti, comenclleproprie, & ben pericolole guerre coltumar fesuole: hauendo anche quelti run perttissimo, & valorofiimo signore fimilepet. Capitano, che qua, & . la travagliandoli fi uidetar molto nobilmente l’ufiiosuo.: Er. eslendo questi

da quei di; dentro stati in varieguise, & con valore, & arte piu uolte ricono

+eiuti, 8& . con grande strepito d’archibu(i, & d’artiglierie eslendoh appiccato horcon cavalli, & hor con fanti diuerle scaramuccie, & preso, 8& dato cariche, & ordinatocon astutia, & ingegno alcuncimboscarte, & altri coli fatti bellici inganni, fi uide finalmente daquedi dentro, qualiche oppresli dalla troppa forzazandare a poco a poco ritirandosi: & in ultimo sembrare d’ellereal tuttoarinchiuderdi: dénito al Castello Rtati costretti. Ma ilfecodo gior no(quali, che le piarta forme, & la Gabbionata, & piazato l’artiglieria la not te hauesléero)f#i uidde cominciare una molto horxzibilebatteria, che di gettarea poco apoco una parta della muraglia d terra lembrava; dopo la quale, & dopo Îolcoppio d’una Minazche da un’altra parte per tevet digertiti gl’a nimi parcua che assai capace adito aclla muraglia tatto hauesle, riconosciuti 1luoghi, & stando con bellissimo ordine la cavalleria in battaglia fi uide qut do uno squadrone, & quado an’altro, & quale con fcale; 86. qual senza muo uerh, & dare a mcenda molti, & terribili, & valorofi aflalti, & quegli rimeslì piu uolte, & daquegl’altri sempre con arte, & conardire, & con ostinationesostenuti pareva infine come lassî ma non uintichequei di dantro fuori fi fuslero con quei di fuori honoratamente accordati a conceder loroilluogozuscendosene con mirabile foddisfatione de riguardanti in ordinanzas&

Ieloro infegnespiezaie, & tamburi, & cop tutte lelor lolite bagaglie, [p. 913 modifica]DEGL’ACCAPEMICIE — 950

Della G eneologiadegh Dei.

{{FI |file = Vasari - Le vite de' piu eccellenti pittori, scultori, et architettori, 3-2, 1568 (page 593 crop).jpg | tsize = 80px | float = left | margin-top= 0.4em | margin-bottom= 0 | margin-right= 0.3em | caption = }EccEs1 diPaulo Emilio, Capitan sommo de uirtuofi le coli suoi, che non meno di marauiglia patse della pruden za, & valor suo a popoli Greci, & di molte altre nazioni,

A chein Ampbhipoli eran concorlì celebradoui dopo lavit toria conseguita vatii, & nobilulimi spettacoli, che prima

| nincendo Perseo, & domando gloriosamente la Macedo

E “niasfihavesle porto nel maneggio di quella guerra, che fu non poco difficile, & faricosa; usando dirc non minor ordine, ne minor

«pradenza ricercarsi, & quali non meno di buon capitano ellere ufitio ilsape re nella pace ben preparare un couito; che nella guerra il saper bene incler cito per un fatto d’arme rappresentare: per lo chezle ca poro Ducaznato afaretutte le cose con grandeza, & valore questo médefimo ordine, & questa medesima prudenzafu in questi spertacoli dunostrata; & in quello massi mamente, cheadescriuere m’apparecchio; crederrò, che asdegno non lia p ellergli, se racere non baso uoluto, che cgli ne fulle altutto inueptore, & ordinatore, & in uu certo modo diligente ellecutore: trattando tutte le cose, & rappresentandole poi con tanto ordine, & tranquillità, & prudenza, & tanto magnificamente, che ben puo fralemolte suegloriose attioni, ancor questa con somma sua lodc annoueracki. . Hor lasciando a chi primadi me, con infinita dottrina, in quei tempi nescrille; 8 rimettédo a quell’opera co loro, che curiosamente veder cercallero, comcogni minima cosa di questa Mascherata; che della GENEOLOGIA- DEGLI, DEL hebbeil titolo, fu gon l’autorita de buoni scrittori figurata»& quel che10 giudicherò in que Ko luogo fouerchio trapaslado dirò che fi come li legge ellere alle noze di Pe leo, & di Teti stati conuocati parte Aegl’antichi Deia renderle fauste, & feli ci: cosi a queste di questi nouelli eccellentiflimi Sposi, augurandolii buoni la medesima felicità, & contento, & allicurandoli inoccuoli, che notofinon gli sarebbero, parse che non parte de medesimi Deizmarutti, & non chiamati, macheintrodur li doueslero, che p lestesli alla medesima cagione venuti ui fuslero. Il qual conceuodaquatro madrigali, che fiandavano diuecrsame tene principali luoghi(fi come in quel de Sogni fi è detto) & da quattro pie miflimi Cori cantandozin questa guisa parevazehe leggiadramente esprello AKitusle, dicendo. i

L’alta, che fino al ciel famarimbomba Della leggiadra Sposa. chen questa riva berbosa 8 D’Arno, candida, & purazalma Colomba

Hoggilictasenuola, & dolce posa; Da laceleste sede hanoi qui tratti,

«Perche piuleggiadr’atti

«Etbellezapiuuaga. & piufclice Vedcr giamainonlice


‘Fe pur [p. 914 modifica]95! TERZA PARTE

Ne pur latuafeRtosa Via, ò FLORA, & lc belle alme tue diue, Traggionne alletueriue, “ Maillume, el Sol della nouella SPOSA Cbe piu, che mai giviosa Disuo bel seggio, & freno, Algran Tosco diuin corcasiinseno.

Da beilidi, che mai caldo, ne gielo Discolora, ucgnam: ne ui crediate, Clyaltretante beate Schiere, & sante non habbia il Mondo, el Cielo: Ma uostro terrenuelo, Et lor souerchio lume Questo, & quel ui contende antico nunte.

Ha quanti il Ciclo, ha quanti

1ddij la terra, l’enda al parer uostro, .: I)

Ma DIO solo è quell’un, chel sommo chiostro

Albergainmezo amille Angelisanti,

Acuisol giunte avanti

Posan le pellegrine, dal a

Et stanche anime al fine, al fin del giorno, riti

Tuttoallegrando il Ciel del suo ritorno.: 3 2

Credo di otere ficuramente affermare, che questa mascherata (machina* dapotersrlolocondurre per mano diptudente, & pratico, & valoroso, & gran Principez& in cui quasi tutti ifignori, & gentil’’huomini dellacittà, & forestieri nteruennero) tulle lenza dubbio lapiu numerosa, lapiu magnifica, & la piu splendida, che da molu fecoli in quaci sia memoria, che in verù. luogo stara rappresevrara fiazeslendo fatti nov pure la maggior parte de veftimentiditele d’oro, & d’argéro, 8& d’altriricchissimi drappi, & di pelli ouc il luogo lo ricercava, finissime; ma uincerido l’arte la materia composti sopra tuttocon leggiadria, 8& industria, & inuentione fingolare, & mcrauigliosa. Et perche gl’occhide riguardanti poreslero con piu sodisfatìione mirando, riconoscere quali di mano in mano fuslero glì Der, che figurarsi uolevano3z conuencuol cola parue d’andargli tutti distinguendo in ventuna squadra; preponendone aciascheduna uno, che piu priucipale parcua, che repurar fì douelsle, & quelli per maggior magnificenza, & grandeza, & perche coli so= no dagl’anrichi Poeti figurati, facedo sopra‘appropriati carri, da lor proprii, & particolati animali tirare. Hora in questi Carri, che belli, & capricciosi, & fiati oltre a modo, & d’oro, 8& d’argento splendidisfimi fi dimostravano: & nel figuratei prescritri animalizchegli; tiravano proprii’, & naturaliz fu senza dubbio tantra la proreza, & eccellentia degl’ingegnosi artefici, che pon puccfuron vinte tutte le cole fino all’hora fatte fuori, & dentro allaciteà, repucatanein tuttii tempi maestra fingolarisfima, ma con infinita meri

  1. 4 1a [p. 915 modifica]|

DEGL’ACCADEMICI 9

glia, si tolsc del tutto la speranza a ciascuno, che mai piu cosa ne li heroica, ne fipropria ucder si potelle. Da quegli Deij adunque poi che tali furono, che prime cagioni, 8primi padri degl’altri fon reputati incominciandoci, andre mo ciascun de Carri, & delle squadre, che gli precedevano descriuendo: & poi che la Gencologia degli Dei si rappresenrava: a DEMOGOKGONE primo padre di tutti, & al luo carro faccendo principio diremo, che dopo vn vago, & leggiadro, & d’Alloro inghirlandaro Pastore, l’antico Poeta Heliodo rappresentante, che primo nella sua Theogognia degli Dei cantando la lor Geneologia fcrilsez& chein mano come Guidatore un quadro, & grane de, & antico Velssillo portrava: incui con dmersì coloriil Cielo, & iquattro clementi si dimostravano: eslendouiin mezo dipinto un grande, & greco O attraversato da un scrpéte, cheil capo di Sparuiere haucua: 8& dopo otto Trobertti, che co mille gratiofi giuochi atteggiavano, figurati p quei Tibici ni cheprivati di porercibarfi nel tempio, per sdegnoa Tibure fuggendoli furono a Roma addormentati, & hebbriinganneuolmente, & con molti privilegi ricondotti: da Demogorgone dico incominciandoci si vedeva sor ro forma d’unaotcura, & doppia Spelonca il Pdetto suo Carro da duespaué reuoli Dragoni tirarhi: & p Demogorgone un pallido, & arruffato vecchio fi gurando,; rutto di nebbie, & dicaligini coperto, si vedeva nell’anterior parredella Spelonca tutto pigro, 8& nighittoso giacerhi, ellendo dall’una parte mesloin mezo dalta giovane Eternità, diuerdi drappi ( perche ella mai non inuecchia)adorno, & dall’altra dal Chaos, che quasi d’una maslasenza veru na forma haueva sembianza. sorgeva poi fra la prescritta Speléca, che le tre prescrinte figure conteneva INA Colletto, turto d’Alberi, & didiuer feherbepieno, edadorno; prelo per la Madre Terra: in cui dalla parte di die rro si velate un’altra spelonca, benche più oscuradella descritta, & piu cae ua, nella quale l’Herebo(nella guisa, che di Demogorgonesuopadrefièdet to)di giacere similmente fembrava, & che similmente dalla Notte della Ter rafigluola con dueputti l’uno chiaro, & l’altro oscuro in braccio, era dally napartemeslo in mezo, & dall’altra dall’Ethere, della predetta Notte; & dal predetto Hercbo nato, che sotto forma d’unrisplendéte giovane cò una tur china rallain mano parue che figurar si doucile. Maapie del Carro poi fi uedena cavalcare la Discordia separatrice delle confuse cole, & percio confervatrice del mondo da Filofofi repurata; & che di Demogorgone prima fi gliuola è renuta: & con lei le tre Parche, che di filare, & di troncarpordiuer fifilisembravano. Ma sorto laformad’ungiovanetutto di drappi rurchini vestito si ucdenail Polo, che una terrestre Palla in mano haucua: in cuizac cennando alla fauola, che di lui si conra, pareva che un vaso d’accesi Carboni, che fotto gli stava, molte fauille asperse hauesle: & si ucdeva Pithone di Demogorgone anch’egli figliuolo, chetutto giallo, & con una affocara mase fain mano, fembrava d’eslersi col frarello Polo accompagnato. Venivapoi dopo loro P’inuidia dell’Herebo, & della Nottefigiiucla, & con lei sorto far ma d’un pallido, & tremante vecchio, che dipelledi fugace Ceruo l’acconciarura di testa, & tutti gl’altrinestimenti haueva, il T1more suo fratello. Madopoquesti li vedeva tutta nera, con alcune branche d’Hellera, che di abbarbicata haucsla fembravano laPertinacia, che con loro del medesimo seme [p. 916 modifica]95° TERZA PARTE

seme è nata, & che col gran dado di piombo, cheintesta hauen, dava fegn6:

dell’ignoranza con cui la Pertinacia efler congitmta si dice. Haucua costei in sua compagnia la Pouertà suassorella, ché pallida, & furiosa, & dinero ne glertamente piu presto coperta, che nestita, si dimostrava. Etera con loro la Famedel medesimo padre nata anch’ella, & che pareva, che di radici, & di faluatiche herbeandasle pascendosi la Li poi, oil Rammarico di questesorella, di drappo tanè coperta, & con la querula Paslera soletaria, che nel’ l’’accociaturadi testa fembrana d’haucrgli fatto il nido si ucdeva dopo costoro molto maninconicamente camminare, & hauercin sua compagnia l’altra!’ commune sorella Infernità detta, che per la magreza, & patideza fua, & per laghiclanda, & peril ramnicello di Anemonezche in man teneva troppo ben faceva dariguardanti per quelche l’era conoscersi. Havendol’altraforella Vecchieza dall’altro lato, tutta canuta, & tutta di semplici panni neri vestita,: cheanch’ella non senza cagione haucua un ramo di Senecio in mato. Ma I’Hidra, & la Sphingedi Tartaro figliuole, nella guisa, che comunemente & gurar si sogliono si vedcuan dietro a costoro col medesimo bell’ordine veni re; & dopo loro tornando all’altrefigliuole dell’Hercbo, & della Norte, si ui de tutta nuda, & scapigliata con una ghirlanda di pampani in testa, tenendo senza ucrun freno la bocca apertala Licenza: cò cui la Bugia sua sorella, tutrà di diuersi panni, 8& di diucrfi colori coperta, ed inuolta, & con una Gaza p maggiore dichiarationein testa, & con il pesce Seppiain mano accompagna tàSera. Haucuano queste, checon loro di pari camminavai! Penfiero: fingendo per luiun vecchio tutto dinero vestito anch’egli, & con una stravagaànteacconciatura di noccioli di Pesca in testa: mofkrandoli sotto i vestimen tiche tal’hora suentolando saprivano il petto z & tutta la persona eslerc da: mille acutissime spine punta, & trafitta. Momo poi lo Dio del biafimo, ’& della maledicentia si vedeva fotto forma d’un curuo, & molto loquace vecchio dopo costoro venire: & con loroilfanciullo Tagere tutto risplendente (benche della terra figlinolo )ma intal modo figurato; percioche primo fu dell’arte degl’Aruspici ritrovatore; sospendendogli per dimostration di quel Iauno spararo Agnello al collo, che buona parte degl’interioridimostrava. . Vedevasi similmente fotto forma d’un grandislimo Gigante l’africano Anteo, di costui fratello, che di barbariche vesti copertocon un dardo nella de stra mano, pareva, che della decantata fiereza uolesle dar que! giorno manifesti segnali. Ma dopo costui si vedeva feguitare il Giorno dell’Hercbo fimilmente, & della Notte figliuolo: fingendoanche questo un risplendente, & lieto giovane, tutrodi bianchi drappi adorno, & di Ornitoghalo incoro, nato: 1in compagniadicui si ucdeva la Fauca sua sorella, chedi pelle d’Afino. ucstirazfi‘era della testa del medesimo animale con gl’elevati orecchi. non sé. zarifode riguardanti, fatto cappello. Aggiugnendoui per piegatura due ali di Gri: & per l’opinione, che lì ha, che gl’huomini mndefesli alla fatica ren da, hauendogli anche le gambe della medesima Gru in mano mesle. . Il Giu ramento poi da medesimi generato, sotto forma d’un vecchio Sacerdorte, tut tospauentato per un Gioue vendicatore, che in man teneva; chiudendo ut talasquadra al’gran padre Demogorgone atitibuita, & tencua a-costoro. ca

agnia "1

i Ergiudi [p. 917 modifica] Ergiudicando con queste deità bastcuolmente haucr moftro iprincipij di uni gl’altri Dei, quifinea scguiranti del primo Carro fu posto,

Carro secondo di Cielo. .

A nelsccondo dipiu naga vesta, cheallo Dio CIELO fu destinato del descritto Ethere, 8& del Giorno tenuto da al “’cunifigliuolo si vedeva questo giocodo, & giovane Dio ‘ dilucidijssime stelle vestito; & con la fronte di zaftiri inco ronataz& comvn valo in mano ‘entroui una acccla fiammasedere suruna palla turchina tutta delle“quarantotto e TT celesti immaginidipiota, & adorna: nel cui Carro tirato dalla maggiore, & minor Orsa: note questa per le sette, & quella perle ventunastelle, di che tutte asperse erano: si vedevan per adorno, & pomposo ré derlo con bellissima maniera, & con gratioso spartimento dipintesetre delle “fauole del medclims Cielo; figurando nella prima; per dimostrare non sen= za cagione quell’altraopinione che sencticne; il suo nalaimento, che dalla Terra eller seguito si dice: li come nella seconda si vedeva la coiuntione sua c6 la medesima madre Tetra; diche nascevano oltrea molt’altri Corto; Bria 1eo, & Gige, che cemo anni, & cinquanta capi perciascuno hauere hauuto ficrede: & nenascevanoi Ciclopi, cosi derti dalfolo occhio, che in fronte ha euecuano: Vedevali nella terza quando € ritchiudeva nelle cauerne della “prescritta Terra i communi figliuoli perche utdernion potessero la luce, fi ‘come néltàquartaper hbetirgli datanta 6ppreflione fiucdevala medesima ! rhadre Tetra confortrargli aprendere detetude padre neceslariaMiendetta: per lochenellaquintagl’eran da Saturhi@ tagliati è metnbri geniali; del cui Sangue pateva, che da una bandale furie, 8& fGiganti nalsceslero; si come del

  • laspumadell’altra. che in mare desler cadura sembrava, si vedeva con diucr

“soparto prodursi la bellillima Venere: ma nella festa si vedeva esprella qlPira, che co Titani hebbe: per eslerglidaloto stati lasciati, come si è detto, 1 ge niali tagliare; & si come nellafcrtima, ed ultima si scorgeva similmente que istomedesimo Diodagl’Atlantidi adorardi, Scellergli religiosamente edifica= tiTemppiy&: ‘Altari. Maa picdel Carro poi(li come nell’altro si disle)fi necdéua cavalcare il nero, 8& vecchio, & bendato Arlante, che di hauercon lero buste spalle sostenuto il Cielo hauuto ha nome: per lo che una grande, & rur china, & stellata palla in mano stata messa gl’era: ma dopo lui con leggiadro “abito di cacciatore, si vedeva camminare il bello, & giovane Hyade luo figli “uolo, a cui facenuan compagnia le sette sorelle, Hyade anch’esle dette: cinque “delle quali tutte d’oro tisplendenti, si ucdevano una testa di Toro per ciascu ?nà in capo hauere: perciocheanéh’elle si dicecheornamento sono dellateiRtadel celeste Toro, & l’altre due, come manco in Ciel chiare, parue, che di “argentato drappo bigio vestir si douetsero. ’ Ma dopo coltoro; per sette altte «finiti stelle figurate, seguivano leette Pleiadi del medesimo Atlante figliuo le: Punadelle quali, percioche anch’ella poco lucida in Ciel si dimostra, del medeiimo, & solo drappo bigio parue, che diccuolméte adorpat si douelsle, AAAaaa [p. 918 modifica] lì comel’altrefei percioché risplendenti; & chiare sono, fi: vedevatio nelle jiaa dinanzi tuttepecl’infiniro oro lampeggiare, & rilucere: ellédoin quel e di dietro di solo puro, & bianco vestimento coperte: denatareper ciò uoledo, che si comeal primo apparir loro pare, che la chiara, & lucida state hab bia principio; coli partendosi si vede, chel’oscuro, & neuoso Verno ci lalciano: ilche era anche espreslo dall’acconciatura di testa, che la parte dinanzi di variate spighe conteita haucua, si come quella di dictro pareva, che tutta di neui, & di ghiaccio, & di brinate compoltatulle. Seguiva dopo costoro «il vecchio; & deforme Titano, che con lui haucua l’audace, & fiero Iapeto «luo figlinolo: ma Prometheo, che di lapeto nacquezsi vedeva tutto graue, & venerando, dopo costoro con una statuetta diterranell’una delle mani, & con una face accesa nall’altra venire; denotando il fuoco; che fino di Cielo a Gioue hauer furato si dice: ma dopo lui per ultimi, chela schiera del fecondo Carro chiudeslero, si vedevano con habito moresco, & con una: testa di religiolo Elefante per cappello venire similmentedue degli Arlantidi, che primi, come si disle, il Cielo adorarono: aggiugnendo per dimostratione del lecole, che da loro ne primi fagrifitij usate furono adambo in mano un gran +mazo di Simpullo, di Mappa di Dalobra, & di Acerra,

» ’

Carro terto di Saturno.

ATURNO iCielo figliuolo tutto vecchio, & bianco, & che alcuni putzianidamente di diuorar sembravazheb beilterzonon men dell’altro adornatoCarro; daduecgsa

| di, & neri Buoi tirato: peraccrescimento della belleza del | rà n a

a quale, si comein quello fette coli in questo cinquedelle

Pe = muefauole parue, che dipigneresi douckleto: & per cio per

laprima si vedevaquelsto Dio eflere dalla moglie Opis lo pragtunto, mentre con la bella, 8 vaga Ninfa Dhillare a gran diletto lì gia «Ceva: perlo cheellendo costreuo atrasformarsi, pernonellerdaleiconoscia

«ta in Cavallo, parcua che di quel coniungimento nascelle poi il Centauro. Chirone. Si come netlaseconda si vedeva l’alirosuoconiungimentocon|a Latina Enotriazili cui lano, Hymno, Felice, & Festo ad un: medeclimo parto p

«dotti furono; per 14quali spargendo il medesimo Saturno nel generehumano latantoutilemuentione del piantar leviti, & fareil vino, si vedeva lano in Latioarrivare, & quiui insegnando ai rozi popoli la paterna inucnuones beendo quella gente intemperatamente il nouello, & piaceuolillimo liquore, & per cio poco dopo lummersi in un profondillimosonno, risuegliati fi nalmente, & tenendo d’eslere stati da lui auuelenati: si vedevano empiamé tetrascorrere a lapidarlo, & ucciderlo, per lo che comoilo Saturno adira, et gastigandoli con una horribilulima Pektilenza, parcua finalmente, per glha

- mili preghidemiseri, & per un Tempioda loro sula Rupe Tarpera edificatogli, che benigno, & placatosi rendelle. Ma nellaterza si vedeva figurato poi quando uolendo crudelmente diuorardiil figliuolo Gioue, gl’era dall’ac corta moglie, & dalle pictole figliuole mandato in quella vece il aa anA

46 MAR [p. 919 modifica]DEGL ACCADEMICI 956

ferimadato oro in dietro da lui, si vedeva rimanerne con infinita tristezza, & amaritudine. Si come nella quarta era la medesima fauola dipinta Cdi che nel passato Carro di Cielo fidisle cioè; quando egli tagliava geni tali al predetto Cielo, dacuii Giganti, & le furie; & Venere hebbero otigivie. Etsréomened ultima si vedeva fimilmente, quando da Titani fatto pri gione era dal. pieroso figliuolo Gioue liberato. Per dimostrar poi la creden Za, che si ha, che l’historie a tempi di Saturno primieramente cominciaslero ascriuersi: con l’autorità d’approvato scrittore si vedeva figurato vn Tri= tonét6tiinamarina Conca lonate, & con la doppiacoda quasi in terra fic tachiudere ultima parte del Carro: a pic di cui (li come degl’altri Sè derto)fiuedevadiuerdi panni adorna, & con’unh candido Heérmellinoin brae eis; che un’atrato Collare di Topatij al toN6 hauéua, una honestifsima ver fine per la Pudicitia presa: la qualecol’tapo; 8 con la faccià d’un giallo ve o coperta hauevain sua compagnia la Verità, figurata anch’ella sotto forina d’una bellissima; & delicata, & honesta giovane: coperta solo da certi po chi, 8 trasparenti, & candidi veli: queste con molto gratiosa maniera camfninando, hauevano meslo in mezo la felice Età dell’oro: figurara per una va ga, & pura Vergine anch’ella, tutta ignuda, & tutta di que primi frutti dalIaterta per feltessa prodorti, coronata, ed adorna. ’Seguina dopo costoro di neridrappiuestita la Quiete, che una giovanc donna, ma graue molto, 8

verieranda fembrava, & cheper acconciatura di testa haucua molto maestre uolmente composto un nido; in cui una vecchia, & tutta pelata Cicognapa Feva, che si giacelle: ellendo da due neri Sacerdotiin mezo messa, checoronatidi Fico, & con un ramo per ciascuno del’medesimo fico nell’’una mano, & conuu nappo ehirroui unastiacciata difarina, & di mele nell’altra, pate= va, che dimostrarcon essanoleslero quella opinione, che firiene peralcuni, cheSatutho delle hiade fulle: tprimo ritrovatore: per lo che i Cirenei, che tali erano idueneri Sacerdoti, frdice, che delle predette cose folevan fargli

  1. sagrifitij. Erano questrda due altri Romani Sacerdoti seguitati, che di

volereanch’esli sagriticargli quasi secondol’uso moderno alcuni Certi pareua, che dimostraflero: poi che dall’empio costume da Pelasgidi sfagrificare a Sarurno gl’’huomini in Italia introdotto; si vedevano mediante l’elemplo d’Hercole(che fimili Ceri usava)liberati. Questi, si come queglila Quiete meéttevano anch’essi in mezo la veneranda Vesta di Saturno figliuola, che Krettissima nellespalle; & nefianchia guisa di ritonda palla molto piena, & largazdibianco vestita, portava un accesa lucerna in’mano; ma dopo costo ro chiudendo per ultimo la terza squadra, si vedeuà venire il CentauroChi xonediSaturno, comesi è detto, figliuolo; della Spada, 8& Arco, & TurchasGarmato: & conlui un’altro defigliuoli del medesimo Saturno con ilritor rolituo(percioche Augure fu)in mano, tutto di drappiuerdi coperto, & cs PuccelloPicchioin testa: poiche in raleanimale, secondo, che le fauole nate ranofi ticne, cheda Chirone trasformato fulle,

a

1, i AAAaaa x [p. 920 modifica]


elia Carroqartodel Sole». .-

A allosplendidiſlimo Solcfuil quarto tutto lucido, & tutto dorato, &4ngemmaro Carrodeſtinaro, che da quattro uelo= ciſluni,8alati deſtrieri ſecondo1l coſtume turatozli uedeuac@ unaacconciatura d’un Delfino, & d’una Velain reſtala,Y.elo- cità per Auriga hauere:in cui, ma con diverli spartumenti;.& gratiofi,e uaghi quanto pin immaginarſi poſſa, crano fetre delle ſue fauole (li come degl’altri s'è derto)dipinte;per laprimna delle quali fi yedenail caſq del troppo audace Phetote, che mal feppe queſto, medeſimo Carro guidare; ficomeperla ſeconda fi uzdeuala morte delserpente Phitone; & per latera zail gaſtigo datoaltemerario Marfia:ma nella quartaſinedeua-quando pa ſcendo d'Admwero gl’armenti uolſe un tempo humile, & paſtoral uita mena re: fi come per la quinta fi uedeua poi, quando fuggendo il furor di Tiphea fuin Corbo a conucriirficuſtretto; 8& come nellaſeſta furon l'altre ſue cone verſioni primain Leone, & poiin Spargiere fimilmentefigurate: veggenda fi per l’ultima il mal ſuo gradito amore dalla fugace Daphne;che Alloro{(co me è notiſſimo) per pietà degli Dij finalmente divenne - Vedeualia picdel Carrocavalcart poi tuttealate,& di diuerſe'etadi,& colori l HoredelSolean celle, & miniltre, delle quali ciaſcuna aimitation degl’Egitijun Hyppopota moinmanvo portaua, &era di fioriti lupini incoronata:dietro alle quali(il ca ftume Egi:19 pur feguicado)fi vedeua lotto forma d’ungiouane mrxodibia Coueltito,& conduecornertiuerlola terra rìuolti iu telta,& d’orjental pala maingbulandatoil Meſe camminate; & portate in mano unVitello, che va fo} Carro non fenzacagione haucua: ma dopo coſtui fi uedeua camminar ſs, milmenre l’anno col caporutto di ghitacci;& dinéui coperto,& con le brac= cia fiorite, & inghirlandate,& col petto, & col uentre tutto di spighe ador= no:fi come le coſcie, & le gambe pateuano anch’eſletutte eſlete di moſto ba; gnate,& tinte, portando ſimilmente nell’una mano per dimoſtratione del luo rigiranre corſo un rigirante Serpente, che con la bocca pareua, chelaco dadiuorar hi uoleſle,& nell'altra un Chiodo con che ;gl’antichi. Romani fù. leggecherener ne Tcmpij loleuano degl’anni memoria: veniuala roſleggiàa re Aurorapoitutta uaga,& leggiadra, & fnella con vn giallo mantellerto,et con una anucalucernain mano; ſedenteconp belliſſima gratia ful Peghaſco Cauallo:in cui copagnia fi dedeuam-abito sacetdotale, & con un nodoſo baſtone,& un rubicondo serpentein mano, & con un cancapiediilmedico. Eſculapio, & cos loro ilgiouane Pheronte, del Sole(fi come Eſculapio) figli uoloanch'egli, che tutto ardemte;rinouando la memoria del ſuo infelice ca-; ſo,pareya,che nel Cigno, che in mano hancuazirasformar fi uoleſle. Orfeo por di queſti fratello, ziouane;&adorno;madiprefentia gianè,&uenérabie Ie,con la Tiarain teſtazſembrando difonare un ornatiſlima Lira; fi ucdeua dietro aloro camminare: & fi uédeua con luiîl’incantatrice Circe del Sole fi gliuolaanch'ella,con la teſta bendara,che tale erala reale infegna,& con ma + 3ronalcabito;la quale inuece di scettro pareua che tenelle in mano unrami

«celle [p. 921 modifica] cello diLarice;&yn.di Cedrozcocui fumi ſidice,che gra patte deg'incanti< menti ſuoi fabbricar foleuama le noue Mulé con. grattiolo ordine cammi* niando;tonbélliMimofinimento chiudeuan l’ultimapartedel deſcritto leg - giadro Drappello:le quali lortoforma di leggiadriſlime Ninfe, di piume di Gazap tiéordizadellcuinteSirene;&dialire iorti di peaneincoronate, cò diuerſi muſickaliinſttumenti in mano, ſi uedevan figurate!: hauendo in me zo all’ultime,che il piu degno luogo teneuano,melſlo,dineri,& ricchi drap piadorna la Memoriadelle Muſe madre;tenente un nero cagnuolo io ma- no,per lamemotia.chein queſtoanimale fi dice efler mirabile:& con l’acco ciacura diteſtaſtrauagantemente divuariatiſſime cole compoſta, denotando letante,& i uariatecoſe,chela memoriat habilearitenere, i 81 ] i B,ono ,

Carro quinto di Cione., L gran padre poidegl'huomini,& degli Dj) GIOVE »di Sa- turno figliuolo: hebbec il quincofoprarutti gl’alcri-ornatili- mo3& pompolilimeo Catro:perciocheolrealle cinque fauo: le,checomenegl’altidipmieni iucdeuanoriccobltrte a mo; Tea do,& meraviglioſo era rélodarre ſtatue, che powpollima ſpartimeto allepreſcritte fanole faceuano:dall’unadelle quali fiutdeparap, preſentare l'effigie; che fi crede eſere ſtata del giouane Epafo:di lo, & di Gio.. uenato;&dall’altro quella dellauaga Heleda,cheda Ledaad unparto fucò@ Caſtore, &Polluce prodottazhicome dall’'ultimaſi rappréſeneanaquella del; l’Auodel faggio Vliſle Arceſiochiamato:;:Ma perla primadelle favole pre; dette,fi nedeua Giove conueruto'iin Toro traſportate la ſemplicetta Europa, in Creta:ficomeper lafeconda fi uedeua con perighoſa: rapiva ſotto forma; d'Aquila uolarſenecol troiano Ganimedein Cielo:& come pet la terrauo-.; lenido con la bellaEgina di Aſopofigliuolagiacerhifi uedeua l’altra ſua tras, formatione fatta in fuoco; Veggendoli per laquartail medeſimo Gioue con uerloin pioggia d’oro diſcendere nel grembo dell’amata Danae:& nella quintazed ultima ueggendgſi liberare il padre Saturno che daTicani prigio neera(come diſopra li diſle)indegnamente tenuto. In tale,&coſi fatto Car, ro poi, & ſopra unabelliflimafededi diuerſi animali,& di molte aurate Vit-, torie compoſtazcon un mantelletto didiuerſhanimalied'berbe conteſto, {i wedeua il predetto gran padre Gioue,con infinita macſtàledere, mghitlan- daro difrondifimili a quelle della comune Oliuaz& con unaVetcorianella deſtra mano,da una faſcia di bianca lana‘incoronata;& con un reale scettro nella finiltrazin cima acui P’imperiale Aquilapareua,che pofata lifuſlez:Ma nepiedi della ſede(per piu macſteuole,& pompoſarinderta ) hi-utdeya! da: vriapatteNiobeconi figliuoli, morireperleſactted'Apollo;& diDiana:& dall’altra ferrhuomini combattenti, che in mezoaſedpumicrobiauanoyn putro con la reſta di bianca lana faſciata,fi come dall’altro ſi uedeua Hercole & Theſco,checon le famoſe Amazonidi combattere moſtrauano..Maapie - del Carrotirato da duemoltro gradi, &moltopropriamentefigurate Aquile ifiuedeua pobli come degl’aluzs'è detto, camminare Bellorofonte di ani abitoz [p. 922 modifica]359 TERZA PARTE

habito, & direal Diadema’adorno: peraccennamento della cui fauola fopra: Iaprescrit: a Diadema si vedeun làdaluimcaila Chimerà; hauendoin suacò: pagnitil giované PetfeodiGione; & di Danacdisceso; con la solita testa diMedusaih maho; & con il‘folitocoltelloal Hanco; &: corn: lotoil preseritto; Epafo, che una test& d’africano Eletarite percappello: haucua: ima Hercole di; Gioue, & di Alcmena nato; cò l’ufirà pellede Leone, & con’lusata Clava fi, uecdeva dopo costoro venite; & in sua compagnia hauere Scita: l fratello(bé chedi altra madre nato)ritrovator primodell’arco, & delle sactte: per loche di elle liuedeva, che le mani, & il fianco: adornato s’era: ma dopo questi si ve; devano iduegratiofi Gemelli Castore, & Pollucenon meno vagamentelo pradue latrati, & &attimosi Cordieri in nulitare habito cavalcare: hauendocia: fcuno sopra!a Celata, che l’una d’otto, & l’altra di diece stelle cra conspersa, una splendida fiammella per cimiere, accennando allafaluteuo! luce, che og gidisanto Hermo è detta, che a marinari per segno della cessata tempesta ap parir suole, & per lesrelle fignificar uolendo come in Cielo da Gioue per il segno di Geminicollocati farono. La Giustutia poi bella, & giodane, cheuna deforme, & brutta femmina conun bastone battendo finalmente strangola ua; si uccera dopo costorouenirte, alla quale quattro degli Dei Penattdue, maschi, & due femmine facevano compagnia, dimostrando questi, benche! ini abito barbaresco, & stravagante, & benche con un frontespitio in testa, che tonlà base all’insu uotta le teste d’un giovane; & d’un vecchia softencua er laurara’Catenacheal collo con un quoreattaccato haucuano, & per le dnghe, & ample, & poimpole vesti d’eslerpersone moho graui, & di molto, Eralto consiglio: ilche con gran ragione fufatto, poi, che di Gioue consiglie / rifucono dagl’antichi scrittori réeputati: mai due Palicidi Gioue, & diTalia / nati di’ leonati drappi adotni, & di diucrseipigheinghirlandaticon un alta re in’rimagopetciaicuno fiuedenanodopo costoro camminare, co quali Iar baRcedi Gerutra del medesimo Groucfigliuolo di bianca bendacinto, & c6

rina testa di Lcone fopraui un Cocodrillo per cappello; contests nell’altre parri di fogliedi canna, & dipapiro, & didiuersi mostriz8& con loscettro, & unafiamma d’acceso fuoco in mano accompagnato s’era. Ma Xantoil troiano fiume, di Gioue pur figluolo anch’egli; sorru humana forma: ma. tutto giallo, & rutto ignudo, & tutto tolo con iluersantevaso in mano, & Sarpedo neRedi Licia luofratello con maestreuolehabito; & coh un monucelloin: mano di Leoni, & di Serpentipieno si vedevano dopo lorouenirechiuden, doinvltimo Paltimaparte della grade squadra quattro armati Curet, che Iespadeassaisoucntel’una con l’altra percuotevano, rinovando perciola memoria del Monte Ida, oue Gioucfuper loro opera dal uorace Saturno fal, uatoznascondendo cs lo strepito dell’armi il vagito del tenero fanciullo: fra qualiin ultimo, & con l’ultimacoppiaper maggior. dignità si uide con l’ali, & senza piedi quasircginadegl’altricon molto falto, & grandcza la superba, forrunaalticramente ucnite ani 7: 20582 Dim Meri [p. 923 modifica] (arrosesto di Marte». A-Marteil bellicoso, & fiero Dio, di lucidislime armicoperto, hebbcil sesto non poco adorno, & non poco pom poto Carro, da due feroci, & molto aueri fimiglianti Lupi tirato; in cui la moglie Nerecine, & lafigliuola Euadne di baslo rileva figurateui, facevano spartimento a tre del PE lesue fauole, che come degl’altri s’è detto dipinte uiera-

no; zper la primadellequaliin vendetta della uiolata/ Alcippe;

fiuedevadalu1 ucaadere il misero figliuolo di Nettunno Halirthotio, & per lasecondain sembiante tutto amoroso si vedeva giacere con Rea: siluia, & generarne iduegran conditoridi Roma Romulo, & Remo; si «come per la terza, & vltima si vedeva rimanere(qualea suoi seguaci assai souenteauuicne) miseramente prigione degl’empi Othoz & Ephualte. . Mainnazi al Carro perle prime figures che precedendo cavalcavano fiuedevano poi duede a Sacerdoti Satij, de soliti scudi Ancili, & delle soliz tearmi, & vesti coperti, & adorni; mettendo loro in; testa in vece di Celatadue Cappelli a lembianza di Conij: & si vedevano cller seguirtati da iprea detti Romulo, 8& Remo a gnifa di pastori, con pelli di SE rusticamente co» perti: mettendo per distunguere Funo dall’altro. a Remo fe1, & a Romulo per memoria dell’Auguriopiufelice dodici Auuoltoinell’acconciaturadi testa, Neniva dopo costoro Enomano Re dellagreca Pisa, di Marte figliuolo an: ch’egli, & ale nell’una mano, come Re, un reale scettro tenecua, & nell’altra na rotta cattettaper memoria del tradimento ulatogli dall’Auriga Mirmil Jo combattendo per lafigluola Hyppodamia contro a Pelope di lex amante. Madopo loro fhucdevanouenire Ascalapho, & Ialmeno di Marte anch’elli figliuoli; di militare, & riccho abito adorni, tammemocando per le naui, di cui ciascuno una in mano haucua, 1l poderoso soccorso da loro con cinquanta naui portò agl’allediari Troiani. Erano questi seguiraridalla bel la Ninfa Britona, di Marte similmente figliuola, con una teteper ricorda za del suo misero calo in braccio; & dalla non: men bella Hermione, che idel medesimo. MARTE, & della vaghislima Venere nacque, & che maglie fu del Tebano Cadmo: acus si tiene, che Vulcano gia un belliimp Collare donalle: perloche li vedeva costei, coli preseruro Collare al collo, nelle parti superiori hauere di femmina sembianza, & nelle inferiori (devotando, checol marito in Serpente fa conuertita) si vedeva. cllere di sex- pentina scoglio coperta. Haucuanouquelstedictio 2 fe con un sanguinoso coltello. in mano, & con uno sparato; Capxctto. ad armacollo, il molto ia . vistafiero Hyperuio del medehimo padre. nato; da cui fì dice, che prima «impararono gl’huominiad uccidere i bruti animali; & co lui ilnon men fs «ro Etholo, da Marteanch’egliuprodotto; fra quali di rosto abito adorna tue «todi neri ricami consperto con la spumante bocca, & con un Rinecerote in «8lta, & co un Cinocetalo in groppasi ucdeva Ja ciecha Ira camminare. è: mma la [p. 924 modifica] ma ls Fraude con la faccia d’huom giusto, & con l’altreparti; qualida Dante! scll’Inferno descritte fileggono: & la Minaccia: per una spada, & un basto ne, che in mano haucua, minacciosa veraméte in uista; di bigio, & rollodrap docoperta, & con l’aperra bocca dopo costoro di camminar seguitando, fi uedevano dictro a se lasciare il gran ministro di Marte Furore, & la pallida & non nieno a Marte conuencuole morte: ellendo queglidi oscuro roslore ftaro tutto vestito, & tinto, 8& con le mani dietro legate, sembrando furun gran fascio di diverse armi molto minaccioso federli; & questa tutra pallida (comesrè derto)& di neri drappi coperta, con gl’occhi chiusi, non meno pa ucntetiole, & non meno horribile dimostrandosi. Lespogliepoi sotto figu ra d’una femminadi leonina pelle adorna, con un antico Trofeo in mano, li ‘nedeva dopo costoro derie& lrqualpheenizai di due prigioni feriti, & leati, che in mezo la metrevano, quali gloriar si uolesse: hauendo dietro asep ultima fila di si terribile schiera una in sembianza molto gagliarda femmina con due corna di Toro in testa, & con uno Elefante in manofigurata per la Forza: con cui pareva, che la Crudeltà tutta rolla, & tutta fimilmente spauéteuole un piccol fanciullo vccidendo, bene, & diceuolmente accompagnata

fifusle.

(arrosettimo di Venére ai

A diuersa molto fula vista del uczolo, 8 gentile. 8& gratio’ so, & dorato Carro della benigna VENERE, che dopo questo nel settimo luogo li tiedeva ventre; tirato dadue placidislime, & candidissime, 8& tutte amorose Colombe: acuinon mancarono quattro imaestreziolmente condote tehistorie, che pompolo, & vago, & liéto nono rendeile

I ro. Perla prima delle quali si vedeva questa bellissima Dea fuggendo il furore del Gigante Tipheo, conuertirli in pesce, & per la le conda tuttapietosa, si vedeva similmente pregareil padre Gioue, che uolelsle imporre hor mai finealle tàte fariche del travagliaro suo figliuolo Enea: veg gendolsi nella terza la medesima eslere da Vulcanoil marito con a rete pres fagiacendosi con Pamator suo Marte: sì come nella quarta, cd ultima fivede uaznon meno sollecita perl prescritto figlmolo Enca; venirecon la tanto in exorabile Junouca concordia di congiugnerlo in amoroso laccio con la cafiaReginadi Carcagine Mail bellillimo Adone comepia caro amante li uedevaprimo innazi al Carro con leggiadro abitodi Cacciatore cammina xe: col quale due piccoli, 8 vezoli Amorini con dipinte ali, 8& con l’atco, & con lesactte parevazche accompagnati li fuslero; ellendo dal maritale Hime neo, giovane, & bello seguitati, con la folitaghirlandadi Persa, & con l’acce fa face in tnano: & da Talalsio col Pilo, 8& colo scudo, & col Corbello di, la na pieno: ma Pitheo la Deadella persualione, di matronale abito adorna: cò unagran lingua, secohdo il costume Egitiano, entrout! un sàguinoso ‘occhio in ceita & con un’alcra imgua fimile in mano, ma che con un’altra finta ma Bo cra congiunta, li vedcua dopo costoro venire: & con lei il troiano Paride [p. 925 modifica] de, chein habitodipastore sembravaper memoria della fuafauola di porta rel mal per luiauuentutoso Pome; si come la Concordia fotto forma di bel Ia, 8c graue, & inghirlandata donna, con una taza nell’una mano, & con un fiorito scertro nell’altra, pareva, che questi seguitasse: con cui fimilmente pa reva, che accompagnato si fulle, con lafolia falce, & col grébo tutto di fru tipieno, lo Dio degl’hortiPriapo: & con loro con un dado in mano, & uno in testa Manturna, lolita dalle Spose la prima fera, che co mariti si congiugne uano, molto deuotamente inuocarli; credendo, che fermeza, & stabilità indurrenelle vaghe mentiperlei li potelle. Stranagantemente fupoil’Amicitia, che dopo loro ucniva figurara, percioche questa béche in forma di gio uane donna, si vedeva hauetedi frondi di Melagrano, & di Morteila, la nudartesta inghirlandara, con una roza veste in doslo, in cui si leggeva MORS ET VITA; & col petto aperto, fiche storgeruisi entroil quore lì poceva: in cuisi nedeva fimilmentescritto LONGE ET PROPE: portando un sec co Olmo in mano dauna fresca, & feconda vite abbracciato: erali con costei accompagnato l’honesto, & l’inbonesto Piacere, stravagantemente figurato anch’eglisotto forma di duc giovani, che contestienel’una con l’altra d’esle reappiccate lembravano; luna bianca, & comedisle Dante guercia, & coi ie distorti, & l’alcra(benche nera) d’’honesta, 8& gratiola forma: cinta con bel a auuertenza dell’ingemmaoto, & dorato Cesto, & conun freno, & coh un commune braccio da misurare mn mano: kaquale cra seguitata dalla Dea Vir ginensesolita anticamente inuocarfi nelle noze anctrella, perche ell’aiutassesciorreallo sposo la ucrginal Zonazper lo che di lini, & bianchipanni tut tavestita, & di Smeraldi, 8 da un Gallo la testa inghirlandata, fiuedevacon la prescrittaZona, & con un ramicello di Agno casto in mano cammmare; eslendosi con lei accompagnata la tanto, & da tanti deliderata Belleza, in for ma di naga, & fiorttaz& tutta di gigli incoronara Vergine: & con loro Hebe Ia Dea della Giouérù: vergine anch’ella, & ach’ella ricchiAlimameéte, & con in Îinitaleggiadria vestita, & d’aurata, & vagaghirladaicoronatazed adorna, et con un vezolo ramicellod1 fiorito Mandorle in mano: chiudendo ultimamenteilleggiadrislimo Drappello l’Allegreza, vergine, & vaga, & inghirlan data fimilmente: & che un Thyrsotutro di ghirlande, & divariate frondi, ct fioricontesto in mano anch’ella, & in simil guisa portava,

Carro ottauo di (Mercurio.

V datoa Mercurio poi, che il Caduceo, & il cappello, 8& i Tala || ri haucua, l’orrauo Carro da due naturaliflimeCicogne tirato, | & riccho fatto anch’egli, edadorno dacinquedellesuefauole: per laprima delle quali si vedeva come Massaggiero di GioLo mazii neappariresu le nuoue mura di Cartagine all’innamorato Enea& comandargli, che quindi partendosi douecsle alla uolta d’Italia ucni re: si come per la secondasi vedcua la misera Aglauro eller da lui conuertita insaslo: & /comeperlaterzadi comandamento di Gioue si ucdeva fimilmen telezareagli Scoglidel Monte Caucaso 1l troppo audace PENE ima ! BBBbb [p. 926 modifica] nellaquartafiucdeua vrYaltramolta,conuectireilfmal'accorteBatto inquel lapierrazche Paragone fi chiama:& nella quinta,ed ultima l’uccifionelagas cementeda lui fatradell’occhiuto Argo:ilquale permaggiore dimoſtratio- neinhabito di paſtorerutto d’occhi pieno'{i vedeuaprimo innanzi al Carro camminare: con cuiin habito ricchiſſimo di:giouane donna, con una vi» te in teſta, & con uno scettro in mano Mata la madre di Mercurio predet= to,& di Fauno figliuola ſembraua d’eſlerfi accompagnata, hauendo alcuni inuiſtadimeſtichrserpenti che la ſeguitauano. Ma dopo queſti fi uedeua ve nirela Paleſtra di Mercurio figliuola,in lembianza di vergine tutta ignuda; ma forte, & fiera a merauigliaz & didiuerſe frodi d’olinop tuttala pſonain ghirlandata,coh i capelli accortati, 8ctoſi;accioche combattendo, come è luo coſtume di ſempre fare, preſaall’inimico non porgeſſero ‘’’Ertcon lei FElo- quentia pur di Mercurio figliuolaarich’ella,di matronale,ed honeſtò,8& grà uechabito adorna,con un Pappagallo in teſta, & conuna delle mani aperta: vedeuanſi poile tre Gratienel modo ſolito preſe per mano, & d’un ſortilifli mo velo coperte: dopo le qualidi pelle di canc ueſtiti, fi uedeuano iduoi La ri uerure: co quali’Arte coninatronal{habito anch'ella;& con vna gran Le- ua;&una gran fiamnia di fuoco in mano, pareua, che accompagnata fi fuſle: Erano queſti da'Au@olico Iadro ſottillimo,di Mercutio;& drChione Nin fafigliuolo;con leſcarpedi feltro, & con una chiuſa berretta, che il uiſo gli naſcondena feguitatizhauendo d’una lanterna, chedaladri fi chiama; & di diuerli grimaldell1,8 d’una ſcaladicorda,luna;& l’altra man piena:veggé doli ulumamére dall’Hermafroditojdi Mercurio ach’egli,8 di Veneredilce fonelmodo lolito figuraro.chiudechi l’ultima parte della picciola, ſquadra.

Carronono della Luna, + i: A ilnono,zetuttoargerato Carro della EVNA daduecca ualli lun bianco, & l’altro nero tiratozli uide dopo que= ſto non men leggiadramente uenire: guidando clla d’vn candido,& forni uelo come è coſtume coperta con gra= tia gratiofillima gl’argenrati treni: & fi uide(comene- gl’altri)non men uagamente fatto pompolſo ed adorno da quarttrodelle sue fauole: per la prima delle quali fuga gendoil furor di Tifeo fi uedeua queſta gentiliflima Dea éſlere in Gattaa cò uertirli coltretra: fi come nella ſeconda lì uedeua caramente abbracciare, 8 baciareil'bello,:& darmente Endimione; & come nellaterza fi uedeua da un gentil Vello uintra di candida lana,condurſi in una oſcura selua, per gia= cerſi:con'l’innamoratoPane Dio de paſtori: ma nella quarta'ſi ucdeua elle- re alimedeſumo fopraſcritto Endimione; per la gratia di leiacquiſtarafi, da- ro apaſcereil ſuobiancogiegge. ‘Et pér maggiore espreſlione di coſtui,che tantofualla Lunagraro, lvuedeuapoi primo di Dittamo.inghirlandato in nanzijal Carto camminare: con cui un biondiſimo fanciullocon un serpé' tein mano; &di Platano incoronato anch'egli, preſo peril Genio buono, &i un grande, & nero huomo spauenteuolein uiſta,con la barba, & co ia d airuſia [p. 927 modifica]IDEGL’ACCADEMICI 965

arruffati, 8 con vn Ghufo in mano, preso peril Genio cattiuo, accompagna tog’era: eslendo dallo Dio Vaticano, cheal vagito de piccoli fanciulli eslere atto asoccorrer ficrede, di honesto, & leonato habito adorno, & cs uti d’es fijin braccio, seguitato: con cui si vedeva venit fimilmente con splendida, & uariata veste, con una chiaucin mano, la Dea Egerza, inuocata anch’ellain soccorso dalle pregnamidonne: & con loro l’alcra Dea Nundinaprotettricelimilmente de nomi de piccoli bambini, con habito ucnerabile, & con un ramo d’Alloro, & un vaso dafagtifitio in mano: Vitumno poizilquale al nascimento de putti cratenuro, che lorounspiralle l’anima; fecondo l’egitiano costume figurandolo, fiucdeva dopo costoro camminare: & con lui Sentino, chedare a nascenti Ia potestà desensi eraanch’eglidagl’antichi repurato: perlo che, eslendo tutto candido segli vedevanell’acconciatuta di testa cinque capi di quegl’animali, che hauere icirique sentimentipiu- acuti, che nellun deglaltri ficrede: quello d’una Bertuccia cioè, quello d’un Auuolto io, & quello d’un Cignale, & quello d’un lupo ceruiere, & quello anzi pur tutto’l corpo d’un piccol ragnatelo:; Edusa, & Potmma poi, preposte al nutrimento de medesimi puuziin habito Ninfale, ma con lunghislime, & pienilli me poppe: tenente l’una un nappo entrouij un candido pane, & l’alcra hn’ bel lishimo valo, che pieno d’acquaeller fembravazhi vedevano nella medefima guila, chejgl’altri cavalcare; chiudendo con loro l’ultimaparte della Torma, Fabulino, pposto alprimo fauellare demedesimiputtidi variati colori ados po, & tutto di Cutrertole, & di catant Fringuelliilcapo inghirlandaro. . 9964 cl oieroni n ) 077 e

s €

ciengaqti Carrodecimo di MAmerta

A_MINERVA con d’Alte, 8& armata, & condo fcado del Gorgone come figurar fisnole hebbeil decimo Cars rodi triangolar forma, & di color, di bronzo composto; dadue grandissime, & bizarrislime Cinetie tirato: delle quali da tacernon mi pare, che quantunque di tutti gl’a nimali, che questi Carri tirarono si potelle contare mez ima tincino! 4 rauigliefingolati, & incredibili; queste vondimeno fra

gl’alcri furono fiproptiamenze, & finaiuralmentefiggeate; faccendo loro

muouere, & piedi; & ali, & colli, & chiudere, & aprire fino agl’occhitan to bene, & . con fimiglianza si al verouicina, ch’io now sò: come pollibil sia potere, a chi none uide persuaderlo gia mai: & però il di lor ragionare la Lciando: dirò, chenelletre faccie di che il triangolar Carro -cracompolsto;

fi vedeva nell’una dipinto il mirabil nascumento di questa Dea delcappdi

GIO VE: sìcomenellafeconda si vedeva da lei adornarfi con quelle tan te cole Pandoraz & come nella terza similmente si vedeva conuettire in

ferpentii capelli della misera-Medusa: dipignendo da una parte della Base poi la contesa che con Nettunno hebbe sopra il nome, che ad Athene(innan zi, che tale l’’hauessepor si doucua: ouc producendo egli il feroce cavallo, & ella il fruttifero Oliuo si vedeva ottenerne memori ENNA vittoria; BBB 2 [p. 928 modifica]966 TERZA PARTE

& nell’altra si ucdeva trasformatain una vecchietella sforzardi di perfuades realla temeraria Aracne prima, cheintale animale conuertità lFhaueésle, che volelle, senza metterli in prova, concedergli la palma della scientia delticamate; ficome con diuerlo sembrante si vedeva nellaterza. & ultima valoro famente uccidereil fnperbo Typhone, ‘Mainnanzi al Catro poi’con due grad’ali; 8& con honesto, 8& puroz& disciolto habito, sotto forma di giovane & # uiril donna si vedeva la Vertù camminare: diceuolmente in sua compagniahanendo, di palma inghirlandato, & di porpora, & d’oro risplendente il venerabile Honorezcon lo scudo, 8& con un astein mano; & cheduecTempij di sostener sembrava, nell’uno de quali, & in quello cioè, al medesimo Honore dedicato: parcua, che non sipotesle fenon piuiadell’altro della Ver tù trapassare; & accioche nobile, & diceuol compagniaa li fatte‘Maschereé dara fusle, parle, che alla medesima filala Vittoria di lauro inghirlandata, 8& con un ramo anch’ella di Palma in mano, aggiugnere si douesle. Seguivano queste la buona Fama figurata in forma di gionane donna, con due bian che ali, fonante una grandillima Tromba: & seguivacon un biico Caznuo loincollo la Fede tutta candida anch’ella, & con’un lucido velo, che le mas ni, & il capo, 8& 1luolto di coprirgh fembravano. & con loro la Salute, tencn tenella destra una taza: che porgerla ad un scrpente pareva, che uòolesse, & nell’altra una sottile, & diritta verga. ‘ Nemesi poi figliuola della Notte remuneratrice de buoni, 8& gastigatrice detei in virginal sembianza di piccoli Cerui, & di piccole Vittorie inghirlandatacen un Astedi Frassino, & con una taza fimilein mano si vedeva dopo costoro venire; con la quale la Pace uergineanch’ella, ma di benigno aspetto, con un ramo d’Oliva; & co un cie co putto in collo; prelo per lo Dio della ricNezyparena che accompagnato fifusle,; & con loroportando un vaso da bere in formadi giglio in mano, fimilmente si vedeva, & in fimil guisa venirela sempre verde Speranza; segui ‘ tata dalla Clemenza, sur un gran Leoneacaval posta, con un Aste nell’ue na, & con un Fulminenell’altra mano: ilquale non diimpetuofamente auué tare, ma quasi di uoler uia gettarlo faccuasembiante. Ma l’Occafione, che poco dopo a sela Penitenza hancua, & che da ler eslerecontinuamente percolla fembrava: & la Felicità fopra unasede adagiata, 8& con un Caduceo nel l’una mano, & con vn Corno di douitia nell’altra, si vedevan similmente ve nire. Erfinedevan feguitare dalla Dea Pellonia(che atener lontani i nimi ci è preposta)tutta armata con’due gran Corna in testa, & con unauigilanteGrù in mano, che su l’un de piedi fospela si vedeva (come è lor costume) tencre nell’altra un fasso; chiudendo con lei l’ultima fin della gloriosa Tor ma la Scienza, figarata sottoforma d’un giovane, chein mano un librozi& in testa un dorato Tripode, per denorar la fermeza, & stabilità va di portar fembrava. N + i‘

i Li Li [p. 929 modifica] Carro undicesimo di Unlcano.

VLCANO lo Dio del fuoco poi, vecchio, 8& brutto, & zoppo, & con va tutchino Cappello in testa, hebbe l’undicelimo Carro, da due gran Canitirato: figurando in cl solIsola di Lemno; in cui si diceVulcano di Cielo gettato, essere stato da Thetidesnutrito, & iui hauer cominciatoa fabbricate a Gioue le prime factte: innanziacui ( cos meministri, 8& seruenti suoi) si vedevano camminare tre

Ciclopi Bronte, & Sterpone, & Pyrachmone; dellacui opera li dice, esser sos lito valersi intorno alle saerte prescritte: ma dopo loro inpastoral habito, co VYna gran Zampogna al collo, & un bastone in mano, si vedevauenire l’ama te della bella Galatea, & il primo di tutti i Ciclopi Polifemo; z& con Îuiildeformema ingegnoso, & di sette stelle inghirlandato Erichtonio, di Vulcano uolente uioJar Minerua, con i ferpentini piedi nato; pernascondimento dellabruteza de quali, si tiene, che primo ritrovator fufle dell’uso delle carrette: onde conuna d’eilein mano camminando, si vedeva eller seguitato dal’ferocissimo Cacco, di Vulcano anch’egli figliuolo; gettameper |a bocca, & pet lo nafo perpetue fauillez8 da Ceculio figliuolo di Vulcano fimilmen te; & fimilmentedi pastoralhabito; ma con lareal Diadema adorno: in ma no acuiper memoria dell’edificata Preneste, si vedeva nell’una, una Città posta sopra un monte, & nell’altraun accesa, & rosleggiante fiamma: Ma do. poloro si nedevauenireSeruio Tullo Redi Romaz che di Vulcano anch’egli esler nato si crede, in capo a cui, ficome a Ceculio in. mano, peraccennamento del felice augurio, si vedeva da una fimil fiamma cller mirabilmente fatta splendida, & auuenturosa ghirlanda. Vedevafi poi la gelofa Procri del prescritro Eri@& honio figliuola, & mogliedi Cephaloz a cuiper memoria dell’anticha fauola, fembrava essere da un Dardo il petto trapaslato: 8& con lei si vedeva Orithiasua sorella, in verginale, & leggiadro habito, che Pandione Rc d’Atene direali, & greci vestiméti adorno, & con loro delme defimo padre nato, in mezzo metrevano: ma Progne, & Filomenadi costui figliuole, vestire l’unadi pelledi Ceruo, conun Astein mano, & con una garrula Rondinella in testa, & altra un Rofignuolonel medesimo luogo portando; & in mano similmente(denotando il fuomiserocaso)un donnesco Buratrello tauorato hauendo; pareva, benche di riccho habiro adorna, che tutta mesta l’amato padre feguitasle: hauendo con loro, perche l’ul tima parte della squadra chiudesse Cacca di Caccosorclla, per Dea dagl’anti chi adorata; percioche deposto. il frarerno amore, si dice haucrc ad Hercole «manifestato l’inganno dellefurate Vacche, [p. 930 modifica] Carro duodecimo di Iunone «

Alaregina IVNONE direale, & riccha, & ſuperba Corona &ditraſparenti, & lucide ueſti adorna, paſſato Vulcano, fi vide con molta maeſtà sul duodecimo, non men di neſſun de gl'altri pompoſo Carro uenire,da due uaghiflimi Pauoni tira to:diuidendo le cinque hiſtoriette de ſuoi geſti, che in eſlo di

pinte fi uedeuano, Lycortial; & Beroe, & Deiopeia ſue piu belle, & dalei più

gradite Ninfe: ma per laprima dellepreſcritre hiſtorie ſi uedeua da lei con- uertirli la miſero Caliſto in Orſa, quantunque fuſle poi dal pietofo Gioue fraleprincipaliſſime stelle in Ciel collocara:& nella ſeconda ſi uedeua quan do trasformataſfi nella fembianza di Beroe,perſuadeua alla mal accorta Se- mele, che chiedelſein gratia a Giove, che con leiſi uoleſle giacere in quella guiſa; checon lamoglie Iunoneera uſato:per loche,comeimporenteaſolte nere la forza de celeſti splendori,ardédo la miſera,fi uedeua eſlergli da Gio uedel ventre Bacco cauato,& nel ſuo medeſimo riponédolo, ſerbarlo al ma turotempodel parto, Si comenella terza ſiuedeua pregar Eolo amandare gl'impetuoſiſuoi uenti a diſpergere l’armata del Troiano Enea: &comencl

Ia quarta fi uedeuartuttageloſa ſimilmente chiedere aGioue la;sfortunata

Ioin Vaccha conuettita, & darlazperche da Gioue furata‘non letuſle , alsè-

prigialte Argoi cuſtodia.Il quale(come altroue fidiſle) da Mercurio fuad.

dormentato,& ucciſo. Si uedeua nella quinta hiſtoria .lunone. mandare al

Pinfeliciſlima Io lospietato Aſfillo:accioclie trafitta; &;ſtumolata continua»

mentelateneſle:vedendoſi uenireapie del Carro poi, buona, parte:diqlle

impreſſioni, chenell’ariafifanno: fra le quali p la prima fi uedeua Iride, te- nutadagl’antichi per meſlaggiera degli Dei, & di Thaumate, & di Heleétra figliuota,tutta ſnella, & diſciolta, & con roſle, 8 giaile, 8 azurre,S uerdi ve ſti(il baleno Arco fignificando)ueſtita,& con dueali di sparviere, che laſua. velocità dimoſtrauano,in teſta:ueniua con lei accompagnata poi,diroſlo ha bito,& di rolleggiante,& ſparſa chioma la Cumeta,che ſotto figuradi gio- uane donna,uvagrande,& lucida itellain fronte haucua: & con loro la Se= renitàlaqualein uirginal ſembianza parcua,che turchino1l uolto,& turchi

natutta la larga, & spatioſa ueſte hauelle;znon ſenza una bianca Colomba, p

che l’aria fignificaſle,anch'ellain teſta: mala neucz& la nebbia pareud, che

dopo coſtoro accoppiate infieme ſi fuſlerozucſtita quelladi leonati drappi, ſopracui molti tronchi d’alberi tutti di neue aſperli di poſarſi ſembrauano :

& queſta quaſi; che neſluna forma haueſle, fi uedeua comein figura d'una rande,& bianca maſla camminare; hauendo con loro leuerde Kugiada di

ral colore figurara, per le uerdi herbeim cui uedere comunemente hì ſuolez

che una ritonda Lunain teſta haucua;fignificante, che nel tempo della sua pieneza,e maſſimamente la Rugiada ſolita dal Cielo ſopraleuerdi herbe ca icare:ſeguitaua la Pioggia poi di bianco habiro,benche alquanto torbidic- cio, ueſtitazſopra il cui capo per le fette Pleiadi, ferite parte ſplendide, & parte abbacinate ſtelle ghirlanda faccuano, fi come lc diciaſlette, chenel petto gli fiam


L—— [p. 931 modifica] fiammeggiairano; parcua, che denotar voleslero ilsegno del piouosoOrione seguitavano fimilmentetre Vergini di diuersaetà di bianchidrappi adorne & d’Oliva inghirlandate anclrelle: figurando con esseitreordmidi Vergini, che correndo lolevano gl’arichi giuochi di Iunone rappresérare: hauédo pultimo in lorcopagnia la Dea Popalonia, in matronale, & riccho habito, co unaghirlida di Melagrano, & di MelislaTtesta; & con unapiccola mésa i mano, dacui tutta la pscritta acrca Torma li vedea leggiadraméte chiudere.

Carro iredicesimo di Nettunno \

A capricciolo, & bizarro, & bello sopra tutti gl’aliri ap partse poi il tredicesimo Carrodi NETTVNNO: es fendo di un grandiss. Granchio, che Grancevalo sos gliono i Venetiani chiamare, & che in fu quattrogra Delfini si posava coposto, 8& haucdo intorno alla base cheuno scoglio naturale, & vero sébrava, una infinità di marine conche, etdi spugne, erdi coralli, cheors

“natislimo, eruaghissimolo rendevano, etellendo da duemartini cavallitirato: sopra cai: Nettunno nel modo solito, ercol solito tridente stando si vedevain forma dibianchislima, er cutta spumosa Ninfa Lì moglie Salacia a piedizet come p compagna hauere. Mainnanzi al Carro fiucdeva ciminar poi il vecchio, et barbuto Glauco, tutto bagnato, ettutto dimatinaAlga, erdi muschio pienosla cui psona pareva dal mezo in giu, che forma di notare pescehaueflezaggiradosegli intorno molti degl’AlcioniVec cellietcò lui si vedeuzil vario, etinganenole Protheo, vecchio, erpié d’Alga ertutto bagnato ach’egli. Et co loro il fiero Phorci di reale, er turchina béda il capo cito, etcobarba, er capelli oltrea modo lighi, crdistesizportando p fe griodell’Impio, che hauuto haueva lefamose coloned’Hercolein mano: se guivano poi co le solite code, er co sonariBuccine due Tritoni, co quali pare ua, che1luecchio Eolo, tenére ach’egli i mano una vela, ervn reale scettro; et hauédo vn’accesafizma difoceitesta accopagnato si fuflezeslédo da quattro de pricipali suoiV éti seguitaro; zdal giovaneZefirocioè, co la chiomaercole variateali didiuersi fioretri adorne, et dal nero, etcaldo Euro, cheun lucido Solei testa hauea; et dalfreddo, etneucio Borcazet vltimaméte dal molle, et nubilofso, erficro Austro, tutti fecodo, che dipigner si fogliono cò le g5fiati guacie, et cò le solite veloci, er grad’ali figurati: ma i duegigati Otho, et Ephi alte di Nettino figliuoli, si vedevano couentéreméte dopo costor venireziut tipmemoria detl’esserftari da Apollo, etda Diana vccifizdi dinerle freccie te nt. etttapafsarret coloro co mé couenicza si ucdeva ucnire fimilméte due Arpie’, cò l’ufata faccia di dozella, cerco l’ufate rapaci brache, ceco l’usaro brut tiflimo vétre: Vedenasi fimilmére’legitiano Dio Canopo, p memoria dell’an ricaastutiausata dal Sacerdote cotroa Caldei, turto corto, et ritodo, ergtos sofigurato: er si ’uedena gl’alati, et giovani, et vaghi Zere, etCalaifigliuolidi Borea, co la cui virtu si cora, che gia furo del modo cacciate le brutre, e igorde

. Arpie plentte. veggédoli cò loro p vltimo cò il aurato vaso la bella Nîita Am

aà minioneda Net [p. 932 modifica] Nettunno amata, & il greco, & giovane Neleo del medesimo Netrunno fi gliuolo: da cui con l’habito, & scettro reale si vedevachiudere l’ultima par re delladescrittasquadra» Cas

Carro quattordicesimo dell’Oceano di T ethyde.

Eguitando nella quattordicesima con TETHIDE lagran 4= LT Lina marinail gran padre OCEANO suo matia si Sa to, & di Cielo figliuolo; essendo questi figuraro sotto for E ST) mad’un grande, & ceruleo vecchio, con la gran barbai, & |: co lunghiflimi capelli tutti bagnati, & distefi, & tutto d’al LEN ga di diuerse marine conche pieno, & con una horribi (1 lePhoca in mano: & quella una grande, & maestreuole, & bianca, & splendida, & vecchia matrona tenente un gran pesce in mano rappresentando, si ucdevano ambo due sur un stravagantissimo Carro in sé biazadimolto strano, & molto capriccioso Scoglio ellere da due gradisli. Ba lenetirati: a piedi cui si vedeva caminare il vecchio, & venerando, & spumoso Nereo lor figliuolo, & con lui quell’altra Tethyde di questo Nereo, 8

di Doridefigliuola, & del grande Achille madre; che di cavalcare un Delfino faceva sembianza: la quale si vedeva da tre bellissime Sirene nel modo lo Ino figurate, fseguitare: & le quali dietro ale haucuano due ( benche con cae nuti capelli)bellidlime, & marine Ninfe, Gree dette; zdi Phorci Dio marino lì milmente, & di Ceto Ninfafigliuole, di diuersi, & gratiofi drappi molto vagamente vestite. Dietro a cuili vedevaruenire poi le rre Gorgone: de me-. delimi padre, & madre natecon lelerpentine chiome, & che d’un occhio. col quale tuttatre veder potevano folo, & senzapiu prestandolol’unaall’altra, si seruivano: vedevaN fimulmente con faccia, & petto didonzella, & col restante della personain figura di pesce venire la cruda Scilla, & con lei la uecchia, & brutta, & uoracce Caribdi da unasacita per memoria del meritato gastigo trapaslaca: dietro alle quali, per lasciare l’ultima parte della squadra con piulieta uista, si uide ultimamente tutta ignuda venire la bella, et vagazi ctbianca Galatea, di Nereo, zet di Doride amara, er gratiola figliuola.

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. Carro quindicesimo di Pan.




Ideli nel quindicesimo Carro poi, ched’una ombrofa selua co molto artifitio fatta, haueva naturale, & vera sembianza, da duegrandi, & bianchi Becchi tirato venire, lotto forma d’un cornutozer vecchio Satiro il rubicondo PAN lo Dio delle sel ue, etde pastorizdi fronda diPino incoronato, con una mac chiata pelle di Leonzaad armacollo, et con una gran zampogna di sette can

ne, etcon un pastoral bastone in mano: apiedicui si vedevano alcuni altri,

Satirizet alcuni vecchi Siluani di Ferule, er di Gigli inghirlandati cammina»

re, con alcuni ramidi cipreslo, per memoria dell’amato Ciparislo in mano:

vedevan[p. 933 modifica] Vedcuali fimilméte duc Fauni coronati d’Allorto, 8& . con uni gatto per ciascu no isula destra spalla, dopo costor venire: 8 dopo loro la bella, & seluaggia Siringha, che da Pan amara, si conta, che fuggendolo fu in fonante, & tremu Ia Canna dalle sorelle Naiade conuertita. Heueva costeil’altra Ninfa Pyci da Pan amata: similmente, in sua compagnia: maperche Boreail vento ane ch’egli, & in fimil guisa ìnnamorato n’era, si crede che per gelosia in una asEa Rupelasfospignesle, oue tutta rompendoli, si dice, che per piera fu in un bellissimo pino dalla madre Terra conuertitazdella cui fronde Pamanre Pan vsava(come disopra s’è mostro)farsi gratiosa, 8 amata ghirlanda. Palcs poi la reuerenda custode, & protettrice delle greggi, in pastorale, & Lé til’habito, con vn gran vaso dilatte in mano, & di Medica berba inghirlandata, si ucdeva dopo costor ucnire; & con lei l’altra protettrice degl’armenti Bubonadetta, in fimil pastoral habito anch’ella, & con una ornata testa di bue, che cappello al capo lefaceva. Ma Myagro lo Dio delle Mosche, di bia co veltito, & con una infinita moltitudine di quegli importuni animaletti p Ia persona, & per la testa aspersi; di Spondilo inghirlandato, & con l’Herculea Clava in mano; & Euandro, cheprimo in Italia insegnò farea Pani fagri fiuj, di real porpora adorno; & con lareal benda, & col reale scettro in mano, chiudcuano con gratiola mostra l’ultima parte della quantunque pasto izaleguaga nondimeno, & molto uistolasquadra.

CH sedicesimo di Plutone di Proserpina.

Eguiva l’’infernal PLVTONE con laregina PROSER® HI PINA, rutto ignudo, & spauenteuole, & oscuro»/& che di funeral Cipreslo incoronato era, tenente per segno del la real potenza un piccolo scettro nell’una delle mani, & hanendoil grande, & horribile, & trifauce Cerbero apie 2 di; ma Proscrpina, che con lui da due Ninfe accompagna “tasiucedeva, tenente l’una unaritonda palla in mano, & Paltra una grande, & forte chiauezdenotando la perduta speranza, che hauer dee del ritorno chi nel luo regno una uolta peruiene; pareva, che di biancha & riccha, & oltre; a modo ornataucste coperta si fulse; eslendo ambi sull’usa» to Carro tirato da quattro oscurissimi Cavalli: i cui freni si u: devano; da un bruttillimo, & infernal Mostro guidare: per accompagnatura del quale degnamente si ucdevan poi le treiimilmente infernali Furie sanguinose, & lo ze, & spauenteuoli, & di varie, & venenose serpi i cuni, & tutta la persona au uoltez dietro alle quali con l’arco, & con le saette si vedevan seguitare i due Centauri Neslo, & Astlo; zportando oltre alle prescritte armi Astilo una gra d’Aquilain mano: & con loro il superbo Gigante Eriarco, che cento di scudo, & di spada armate mani, & cinquanta capi haucua, da quali pareva, che fe le bocche, & p inafi pperuo fuoco fispargeile: crano qsti seguitati dal tor ido Acheron te, gettante p un gran vaseche in man portava arena, & acqua liuida, & puzolente: col quale si vedeva venire l’altro infernal fiume Cocito, oscuro, & pallido anch’egli, & che anch’eglicon un aaa una fimil feti C Cos [p. 934 modifica] da, 8& torbida acqua versava: hauendo con loro l’horribile, ’& tatto da tuttî

«gli Dij temuta palude Stige, dell’Oceano figliuolain ninfale, ma oscuro, & fozo habito portante un limil vase anch’ella, & che dall’altro infernal fiume Flegenote, di oscuro, & tremendo roslote egli, & 1l vaso, & la bollente acqua tinto, pareva, che mesla in mezo fusle: seguitava poi col Remo, & con gl’occhi(come disle Dante)di brace, il vecchioCaronte; zaccompagnarto, accioche nelluno degli infernali fiumi non rimanete, dal pallido, & magro, & distrut to, & obliuioso Lete, in mano acui un fimil vaso si vedeva, che da tutte le par ti similmente torbida, 8 liuida acqua versava: & seguitavano i tre grandiin fernali Giudici Minos, FEaco, & Radamanto: figurando il primo sotto habito, & forma reale; & il secondo, & il terzo di oscuri, & graui, & venerabili ha biri adornando; Ma dopo loro si vedeaa ucnite Phlegias il sacrilego Re de Lapithi, rinovando per una freccia che per lo petto lo trapaflava, la memoria dell’arso Tempio di Phebo, & il da/lui riceuuto gastigo: & portando per maggior dimostratione il prescritto ardente Tempio in una delle mani. Vedevali poi l’affannoso Sisifo sortoil grande, & pesante lasso; & con lui l’affa‘mato, & miseroTantalo, che gl’in vano deliati frutu aslai vicini alla bocca sé brava d’hauete: ma con piu grata vista si vedeva venir poi quali dalieti cam pi Elifi parrendofi, con la chiomara stella in fronte, & con P’habito imperato rio il diuo lulio, & il felice Ottauiano Augusto suo succeslore; chiudendoli molto nobilmente l’horribile, 8 spauentola Torma ultimamente dall’amazone Parafilea, dell’Aste, & della lunata Pelta, & della real bédail capo ador naz& dalla vedova Regina Tomiri, che anch’ella con l’arco, & con le barba riche freccieil fianco, & le mani adornate s’haucua.

Carro diciasiettesimo di (ytele.

Alagran medre degli Dei CYBELE di torri intornata, & gu cioche della terra Dea è tenutacon una veste di variate piantecontesta, & con uno scettro in mano, sedente ur un quadrato Carro, pienooltre alla sua, da molte altre vacuesedi, & daduegràa Leoni tirato, si vedeva dopo costor venire: hauendo p ornaméto del Carro dipinto cò belliss. disegno quattro delle suc historic: p la prima delle quali si ucdeva, quado da resinuntea Roma codortta, in calmadosi la Naue, che la porrava nel Teuere, era dalla vestal Claudiacol so losuo, & séplice cigniméio, & cò fingolar meranviglia de circunstati miracos lofaméte alla riva tirata: si come p la fecoda si vedeva eslere di comadaméto desacerdoti suoi codotta in casa di Scipion Naficha, giudicato p lo migliore

& piusiro huomo, cheall’hora in Roma firitrovasfle: & come p la terza sive deva fimilmeére esere in Frigia dalla Dea Cerere visitarazpoi che in Sicilia ha uer sicuraméète nascosto la figliuola Proserpina si credea: veggédoli pla quar ta, ed vltima fuggédo(come 1 Poeti raceo1ano)in Egitto il furor de Gigati, es sercin una Merla a couertirli costretta: maapie del Carro si vedevan caval car poi secédo l’uso antico armati diece Coribanti, che varij, & stravagati at teggiaméri di psona, & di testa facevano; dopo i quali, co ilor Romani habiti

EIA [p. 935 modifica] fiuedeanonenire due Romane matrone,coil capo dafipiallo velo copte,8&

<6loroilpreſcritto Scipion Nalica, & la pſcritta Vergine, & ueſtal Claudia,

che un quadro, & bianco, & d’ogn’ intorno liſtato panno, cheſorto la gola g'affibiaua in teſta haucua: veggendoſi per vltimo accioche gratioſamente Hapiccola squadrachiudeſſe con gran leggiadria uénire il giouane, & bellis fimo Atys,da Cybele(fecondo che ſi legge) ardentiſſimamente amato;ilqna Icoltrealle ricche, & ſnelle, & leggiadre veſti di Cacciatore, fi uedeua da un belliſſimo, & aurarto collare cſſer relo molto gratioſamente adorno.

f Carro diciotteſimo di Diana

A neldiciorteſimo oltre modo uiſtoſo Carro,da due bi&- chi Cerui tirato,ſi uide uenire con l’aurato Arco, & con l’aurata Faretra lacacciatrice DIANA. che ſu due altri Cerui,che con le groppe molto capriccioſamente quaſi sede lefaccuano di ſedere con infinitavagheza, & leggia EIA driafaceua lembiante. Eſlendo ilreitante del Carro relo ) poi da nouedelle fue piaccuoliſſime tauole ſtranamente, &grauoſo,& uago, & adorno. per la prima delle quali fi uedeua quando molla a pietà della fuggente Aretuſa.che dall’innamorato Alfeo ſeguitar lì uedeua,era da lei in fonte conuerttita: fi come per lafeconda fi uedeua prc- gare Eſculapio, che uoleſle ritornargli in uita il morto, ed innocente Hyp- polito:ilche conſeguito,li uedeua nella terza poi deſtinarlo cuſtode in Ari- cia del Tempio,& del luo ſagrato Boſco:ma per la quarta fi uedeua fcaccia- re dalle pure acque;oueclla con l’altre vergini Ninfe fi bagnaua la da Gioue violata Cinthia:& per la quinta fi uedeual’inganno da lei uſato al ſopraſcrit to Alfeozquando temerariamente iercanda di conſeguirla per moglie, con dottolo a certo luo ballo; & iui un copagnia dell’altre Ninfe imbratrataſi di fango il uolto,lo conſtrinſe,non potendo in quella guiſa riconoſcerla tu!to ſcornato,& deriſo a parurſfi: Vedeuaſi per laſefta poi,in compagnia del tra- tello Apollo, gaſtigando la ſuperba Niobe,uccider lei co tutti i ighuoli ſuoi & fi ucdeua per la ſeruma mandare il grandiſſimo, & ſeluaggio porco nella ſelua Calidonia,che rutra l’Etolia guaſtaua, da giuſto, & legittimo sdegno contro a que popoli moſla p gl’intermeſſli ſuo! fagrifitij:fi come per l’ottaua, non meno sdegnolamére li uedeua conuertiteil miſero Atheonein Ceruo: & come nella nona,ed ultima per il contrario da pietà tratta fi uedeuacon- uertire la piangente Egeria,per Ia morte del marito Numa pompilio in fon te. Maapiedel Carro in leggiadro,& uago , & diſciolto, & snello habito di pelli didiuerſi animali quali daloro vccili compoſto,sì uedeuan poi cò gl’ar chi,& con lefaretreorto delle ſue cacciatrici Ninfe uenire:& con loro lenza piu, & che la piccoliſlima, ma gratioſa squadra chiudeua il giouane Vubio di punteggiata mortella inghirlandato, tenente in una delle mani una rotta Carretta, & nell’altra una cioccha diuerginali,& biondi caz elli.


CEEtcess [p. 936 modifica]

dai Carro dicianonesimo di Cerere liozola»

A neldicianouefimo Carro, da due gran Dragoni-tirato CERERE laDeadelle Biadein matronal habito, di. epi gheinghirlandata, & con la rosleggiante chioma, siuede ua non men degl’altripomposamenteuenire: 8 non mé pomposamente si vedevaesler reso adorno da noue del * lesue fauole, che dipinte state ui erano: per laprima delle quali si vedeva figurato il felice nascimento di Plutone lo DiodelleRiccheze, da lei, 8 da Iafio heroe(secondo che i alcuni Poeti fileg ge)generato: si come per laseconda si vedeva con gran: curalavarfi; & dalei col proprio latte nutrirfi il piccolo Triprolemo di Eléufio, & di Hiona figliuolo: veggendosi per la terzail medesimo Triptolemo per luo auuiso suggi relu lun dedueDraghi, cheda lei col Carro gl’erano stati donati, perchean dalle pel mondo pietosamente insegnando lacura, & colrivation de campi? eslendogli staro l’altro Drago uccifo dall’empio Re deGeti, che di vccider fi milmente Triprolemo con ogni studio cercava: ma per la quatta si vedeva quando ella nascondeva, in Sicilia, prefaga in un certo modo di quel che poi gl’auucnne, l’amata figliuola Proserpina: si come nella quinta si vedeva fis milmente dopo questo(& comealtroues’è derto)andare. in Frigiaa uifitare la madre Cibele: 8 come nella festa si vedeva in quel luogo dimorando apparirgli in sogno la medesima Proferpina, & dimostrargli in quale stato per ilrapimento di lei farro da Plutone firitiovasie: perlo che tutta commosia si uedeva per la fettima con gran fretta tornarsene in Sicilia: & per l’otrava fi uedeva fimilmente come non vela trovando con grandeantietàaccese duo gran Faci si era molla con animo di uolerla per tutto’! mondo cercare: uéggendoli nella nona ed uitima arrivare alla palude Ciane; z& iui nel Cignimé to della rapita figliuola a caso abbattendos certificata di quelche auuenuto gl’era per la molra ira non hauendoaltrouein che sfogarli si vedeva uolgereaspezarei Rastri, 8& le Marre, & gl’Aratri, & gl’altri rusticani instrumenti, cheiuia caso pe campi da conradii stati lasciati crano. Maapiedel Car ro si vedevan camminar poi, denortando i varij suoi fagrifitij prima per quegli, che Eleufini sé chiamati, dueVerginelledi biacheuesti adorne, con una gratiosa Canelstrettaper ciascuna in mano: l’una delle quali tutta di variati hori, & l’altra di variate spighe si vedeva eller piena: dopo le quali, p qsagri firij, cheallaterrestre Cerere li facevano, si vedeva vecnire due fanciugli, due donne, & due huomini tutti di bianco vestiti anchyessi, & tutti di Hyacintè incoronati, & che due gran Puoi quali per fagrificargli menavano; z maper quegl’altri poi, che li facevano alla legislatrice Cerere, Thesmofora da Greci detta, si vedevan venire due sole, in uista molto pudiche marrone, di bians co similmente vestite, 8& di spighe, & di Agno casto anch’esse fimilmente in ghirlandate: ma dopo costoro, per descriuere pienaméte rutto l’ordine dela grifitij luoi, si vedevan venire di bianchi drappi pur sempre adornitre Gre«i sacerdou, duc de quali dueaccese Facelle, & l’altro una fimilmente accela, S antiga [p. 937 modifica] & anticalucerfiaîn mano portavano: chiudendo ultimamente il fagro drap pello, i duetantoda Cerere amarti, di cui disopra s’è fatto mentione; Triptoe Jemocioè, che portado un Aratro in mano, un Drago di cavalcar sembrava, & afio, chein snello, & leggiadro, & riccho habito di cacciatore parue, che figurato esler douesle.

Carrouentesimo di Bacco.

Eguitavail Carro ventesimo di BACCO, con fingolareartificio, & con nuova, & in ucro molto capricciosa, & bizarra inuentione formato anchegli: per il quale si ucde uafigurata unagratiofissimaz& tutta argentata navicella, che sur una gran base, che di ceruleo Mare hauceva verace & natural sembianza, era stata in tal guisa bilicata, che p ogni piccolo mouimento, si vedeva qual proprio, & nel proprio mare hi suole, con fingolarisfimo piacere de riguardanti qua, & laon deggiars: in sula quale oltre al lieto, & tutto ridente Bacco, nel modo solito adorno, & nel piu eminente luogo posto, si vedevacol Re di Tracia Maro ne, alcune Baccanti, & alcuni Satiri tutti gioiosi, & lieti, che lonando diuersi cembali, & altri loro si fatti instrumenti, sorgendo quasi in una parte della fe licenaue un abbondeuole fontanadi chiaro, & spumante vino; si vedevano conuvarie taze non purespelle uolte andarne tutti giubilanti beendo: ma cs

uella liberta, che il uino induce, sembranano di1 inuitarei circustanti a far loro beédo, & atando copagnia. Haucuaanavicella poi in ucce d’albero un: grade, & papinoso Tirso, che una gratiosa, & gofiata vela sosteneva: in sula quale, perche lieta, & adorna fusle si vedevan dipinte molte di quelle Baccan ti, che sul monte Tmolo padre di pretioNitlimi vini, li dice, che bere, & scorre re, & con molta licentia ballare, & cantaresolire fono. Maapiedel Carro fi nedeva camminarpoi la bella Syca, da Bacco amara, che una ghirlanda, & un ramo di fico in capo, & in mano haueus: con la quale si vedeva fimilmen re l’altra amara del medesimo Bacco Staphyle dettazlaqualeoltre ad un gran

«tralcio con molte vue, che in man portava si vedeva sfim: lmente eslersi con: pampani, & con grappoli dclle mededime vue non meno vagamente fatto intorno alla testa gratiofa, 8& verde ghirlanda: venina dopo costoro il vaga & givuanetto Cisso da Bacco amato anch’egli; & che i Hellera, difgratiatam@ tecascando, fu dalla madre Terra conuertito: per lo che si nedeva hauerc l’a bito itutteleparti tutto d’Hellera pieno; dopo ilqualeil vecchio Sileno tut to nudo, & sur un Afino con diuerlse ghirlande d’hellera legato, quasi, chep l’ubbriacheza sostenere per le steslo non li potelle, li vedeva venire: portan do una grande, & tuita consumata taza di cgno alla cintura attaccata: venédo con lui fimilmentelo Dio de conuiti Como dagl’antichi detto; figurando lo sotto forma d’un rubicondo, & sbarbato, & bellillimo giovane; tutto di Kose inghirlandato: ma ranto in uista abbandonato, & fonnoleme, che pare va quali, che uno sprede da cacciatore, & una accesa facella chein man por zta: va, a ogn’hora per cascarglistellero: ceguttava con una Pantgra: n si oppa 2 vecs [p. 938 modifica] Ia vecchia, & fimilmente rubiconda, & ridente Vbbriacheza, di rofso habito adorna, & con un grande, & spumante vaso di vino in mano: & seguitava il giovane, & lieto Riso: dopo i quali, si vedevan venurein habito di pastori, & di Ninfeduchuomini, & due donne di Bacco leguaci, di varij pampani in varij modi inghirlandati, & adorni: ma la bella Semele madre di Bacco, tuttaper memoria dell’antica fauola affumicata, & atficciacò Natceo primo or dinatore de Baccanali sagrifitij, con vn gran becco in groppa, & di antiche, & lucide armi adorno, parue, che degnamente ponellero alla lieta, & festan te squadra conucneuole, & gratioso fine.

Carro ventunesimo, 9 ultimo.

A il ventunesimo, & ultimo Carro rappresentante il Romano monte aniculo!daduc grandi, & bianchi Montonitirato si diede al venerabile IANO con ledueteste di giovane, & di vecchio ( come li costuma figurarlo) & in mano una gran chiauc, & una fottil verga, per dimostrare la potestà, che sopra le porte, & sopra le strade gl’è attribuita, mettendogli: Veggendoli apiedel Carropoi di bia che, & line vesti adorna, & con l’una delle mani aperta, & nell’altra una anti cha Ara con una accela Fammaportando, venire la sagra Religione: ellendo dallepreghiere in mezo mella rappresentate ( qual da Homero si descriva no)sotto forma di due grinze, & zoppe, 8 guercie, & maninconiche vecchie di drappi turchini vestite; dopo le quali si vedevaucnire Anteuorta; z& Post uorra copagne della Diuinità: credendoli, che qlla prima poresle sapere se le reghiere doucuono cllere è non eslere dagli Dij exaudite: & la secodaz che solo del trapassato ragione rendeva, credendosi, cune dire potelie le exaudite state, ò non state le preghiere fuslero: figurando quella prima con lembiaza, & habito matronale, 8& honesto; & una lucerna, & un vaglio in mano metté dogli: cò una accociatuta Ltesta piena di formiche: & qsta fecoda, di biaco nel leparti dinazi veltédola, & la faccia di dona vecchia rappreseniadole hi vede uain qlledi dietro eller di graui, & neri drappi adorna, & hauere pil cotrario i crini biodi, & increspati, & vaghi quali allegiovani, & amorose doneor dinariamente veder siiogliono: seguitava qi Fauore poi, che agli Dei fichie depchei nostri deliderij fortischino felice, 8 auuéturolo fine: ilquale béche di gioucnile aspetto, & cò l’ali, & cieco, & dialtiera, & supbauista li dimostrasse, tumido nòdimeno, et tramate alcuna uolia pareva che fusle p una uolubile ruota sopra la qualedi posarsi sembrava: dubitado quasi(come spesle uolteauuenir si ucde)che pogni minimo oa mero: cò molia age uoleza ne potelle: & cò lui li vedeva il buono cuento, od il felice fine dell’im Pse, che noici uoglia dire, figurato p un licto, & vago giovane, tenéte in una delle mani una taza, & nell’altra una spiga, et un papauero; seguitava poi in formadi vergine d’oriental palma inghirlandara, et co una stellain fronte, etcò un ramo della medesima palma in mano Anna Peréna; p Dea dagl’anti

chi venera a: credédo, che far felice l’anno potesle: et colei li vedevan venire due [p. 939 modifica]‘DEGL’AC CADEMICI 577

due Feciali, c6isRomana Togha di verminacea ghirlanda adorni, et cò una Troia, et un sallo in mano, denotante laspetie del giuramento, chefare eran soliti, quando per il popul Romano alcuna cosa promettevano: dietro a qua li si vedevan venir poislereligiolecirimonie della guerrafeguitando ) con lagabinia, et purpurea Toga un Consolo Romano con Pl’astecin mano, ercò luidue Romani Senatori toghati anch’eslizet due soldati con tutte l’armi, et con il Romano Pilo: seguitando ultimamente perche questa, etrutte l’altre squadre chiudessero di gialli, et bianchi, et di leohnati drappi adorna, econ di versi instrumenti da batter le monete in mano lapecuniazil cui uso per qua toficrede, fu da Iano primieramente(come cola al genere humano necellaria)titrovato, etintrodotto,

Talifuronoi Carri, et le squadre della merauigliosa, et non maipiutalve duta Mascherara, ne che forse maipiva giorni nostri farà per ucderhi, intorno alla quale lasciando stare come troppo gran peso per le mie spallele immense, etincomparabililodi che conueneuoh le farebbero; molto giud: tiosamenteerano state ordinate sei ricchislime Maschere, che molto Fene con tutta l’inuentione confacendosi, si uidero qua, et la aguisa di sctgenzi, anzi pure di Capitani lecondo, che mestiero faceva trascorrere, et tenere la lunghislima fila, che circa un mezo miglio di cammino occupava, con decoto, et con gratia insieme ordinatazetristretta.

Ma auuicinadosi hora mai lafinc dello splendido, etlietiffimo carnovale,

«che uiepiu lieto, etcon uiepiu splendore stato celcbrato farebbe, se l’impor

tunamortedi Pio quarto, poco innanzi seguita non hauesle disturbato una buona quarità di Reuerendislimi Cardinali, etaltrisignori principaliMmi, che di rutta Italia, alle realissime noze inuitati, si erano p venire apparecchia ti: etlasciado stare le leggiadre, et ricche, erinfinite inuentioni nelle spicciolate Maschere(mercè degl’innamoratigiovani)uedurtesi non pureagl’infinuti couitietad altri si fatti rirronamén, ma hora in qsto luogo, et hora in gl lozoue si ropesfin lancie, o si corresse all’Anello, od, oue si tacesle in mill’altri giuochi fimuli paragone della destreza, et del valore; zer dell’ultima festa, che Pultimo giorno di eslo si uide solo trattado, dirò; che quatunque tate, et fira re, erfi ricche, etingegnose cole, d1 quite difopra mention s’è fatto vedutesì fussero, che qsta nondimeno, per la piaceuoleza del giuocho, ct p laticcheza erper P’emulatione, et competenza, cheui si scorge ne nostri Artefici, dicui pareva ad alcuni(come auuviene)deslere staii nelle cole fatte lasciatiin dietro, etpunacerta stravagazaet varietà dell’inuentioni, di che altre belle, et ingegnole, etaltre anche ridicole, et goffe fidimostrarono: apparte dico di molto vaga, et straordinaria belleza, anch’elia, etanch’ella dette in tata satie rà al riguardare popolo diletto, et piacere p auvérura iafpettato, et merauiglioso: et qsta fu una Bufolata, coposta, distira in diece squadre distribuite ol teaqlle, chei lourani Principi ple tolsero, parte ne Sig. della Corte, et fore stierier parte negétil’huomini della città, etnelle duc nattoni de mercanti Spagnuota, et Genouelse. Videli adunqueprimieraméte; zer sula prima Bufola, che alla destinata piaza coparse venire con grandarte, ergiuditio sdor nata la Scelerateza, che da fer Cavalieri ingegnofillimamére ach’effi pil Fla . gello, ò pi Flagelli figurati, pareva; che cacciata, ct stimolara, cr pcofla fusle,

dop: [p. 940 modifica]978 TERZA PARTE Ì

Dopo la qualein fu la Bufola seconda, che sembianza di pigro Afinello Has ucua, li vide venireil vecchio, & hebbro Sileno, da sei Baccanti sostenuto» mentre, che di stimolare, & pugnere l’afino nel medesimo tempo pareva, che Ksforzailero: sì come in su la terza, che forma di vitello haucua, ferite veni relimilmeéte l’antico Oliri accompagnato daseidi queluoi compagni, osol dati, co quali in molte parti del mondo trascorrendo li crede, che insegnalle alle: ancor nuoue, & roze genti lacoltivationede campi. Main su la quarta senza altrimenti rrasfiguratla cra stato l’humana vita a caval postazcacciatag & stimolacra anch’ella dasci Cavalicri, che gl’anni rappresenravano. S1comein lu la quiata senz’eslere similmente trasfigurara li uide venire con leta te bocche, & con leso’ite deliole, & grand’ali, la Fama, da sei Cavalieri, che laverru è le vertu raslembravano cacciata anch’ella: le quali vertu(a quanto fidisle)cacciandolaaspiravano acoleguire il debito, 8& meritato premio del l’honore: videli in su |a sesta venire poi un molto riccho Mercurio, che da sci altri fimuli Mercuri) pareva, che non meno degl’altri stimolato, & affrettato fusle: veggendosi in sula settima la Notrice di Romolo Acca Laurentiay acui sci de suoi Sacerdoti Aruali non pure con gli stimoli affrertavanoil pi groanimale al corso; ma parcua quali, chc stati icrodorti fuslero per fargli diceuole, 8 molto popola compagnia: videst in su l’ottava ucnit poi con molta gratia, & riccheza una grande, & narturalislima Ciuetta, acuii lei Cavalieri in forma di naturaiilimi, & rroppoaueri fimiglianti Pipistrelli hor da queKtapatre, & hor da quella co destrillimi Cavalli la Bufola stimolando sembra uano didare mille festoli, 8 giocondislimi aflalti. Ma per la nona con/fingo lareartifitio, & con ingegnolo inganno si uide una Nugolaa poco a poco cò parire: laquale, poi che per alquanto spatio gl’occhi de riguardanti tenuti so spesi hebbe si uidein un momento qualiscoppiare, & dilei uscire il marino Miseno su la Butola aseder posto, ilquale dalei ricchitlimi, & molto maestre uolmenteornati Tritonifi uide in un mométoeslere perseguitato, & puto: veggedosi p la decima, & ultima quasi co il medesimo artificio; ma ben codi uerla, & molto maggior fo: ma, & colore un’altra fimil Nugola venire: & ql la in fimil modo al debito luogo con fumo, & con fiamma, & con strepito horrendo lcoppiando, si uide dentro a se haucre l’infernal Plutone soprail foliro Carro tirato; dal quale con molto gratioso modo si uide spiccatcin ve ccdi Bufolail graade, & spauenteuole Cerbero, & quello esler cacciato da seidi quegl’anuchi, & glorioli Heroi, che ne capi Elifi si crede, che faccino ri posatadimora. Queste squadre tutte, poi che hebbero di mano i mano che fu la piaza coparsero, fatto di se debita, & grauosa mostra; zdopo un lungo rò perdi lancie, & dopo un grande atteggiar di Cavalli, & di mille altri si farti giuochi, conchele vaghe donne, & il riguardante popolo fu per buono spaa tio intrattenuto: condotti finalméreal luogo oue le Bufole a metterli in cor so haucuano, fonata la Tromba, & sforzadosi ciascuna squadra, che la sua Bufola innanzi all’altre alla destinata metà arrivalle; perualendo hor questa & hor quella, giunte per alquanto spatio al luogo uicine si uidein un momento tutta l’aria d’intorno empietli di terrore, & di spauento: peri grandi © & strepicroli fuochi che hor da qsta parte, & /hor da qllai mille, & strane gui fe le fcrivano; ztalche bene speslo li uide auuenire, che chi piu uicino era da

princi[p. 941 modifica]GIORGIO VASARI ge

Principio ftato ad acquistareil desiato premio: impaurédofi qllo spanéroso, & poco ubbidiente animale plo strepito, & pe fumi, & pe fuochi pdetti, che quaito piu innazi si andava maggiori sépre, & cò uiepiu impeto le pcuoreva no; & pcio in diuersa parte, & bene spello al tutto in fuga riuolgédohi; si uide dico, che molteuolte i primi eran fra gl’ultimi costretti a ritornare partorédo 1l uiluppo degl’huomini, & delle Bufole, & de Cavalli, & i lapi, & gli ftrepiri, & i fracassi strano, & nuouo, & incoparabile diletto, & piacere: con che, & coil quale sperracolo fu finalmére posto al lietissimo, & festeuolislimo Carnovalesplendido benche per auuenturaa molti noioso fine.

Neprimi, & sarti giorni poi della feguére Quaresima pésando di soddisfarealla religiosissima Sposa: ma cò soddisfatione certo gradiss. di tutto’! popo lo, che eslédone staro p molranni priuo, & cslédosi parte di qi fottiliss, instru méti smarriti, temeva, che mai piu riassumere n6 si doueslero, fu fattala tato famosa, & tato ne vecchi tépi celebrata festa dis. Felice; zcofi detta dalla chie faoueprimaordinar si soleva: ma qstauolta oltrea qlla, chei proprij Eccellé tllimi Signori hauer nevolsero cò cura, & spesa di quattro pricipali, & mol ro ingegnosi gétil’huemini dellacittà, in qlladi saro Spirito, come luogo piu capace, & piu bello rappresentata; cò ordine, & apparato grandiss. & c6tut rii vecchi instruméri, 8& cs n6 pochi di nuouo aggiunti incui, oltre a molti Proferi, & Sibille, che cò ql séplicez& antico modo catado, predicevano l’auuenimero di N. S. lefu Christo; notabile anzipurepeslerein Girozi secoli or dinato merauiglioso, 8 stupédo, & incoparabilefu il Paradiso, che in vn mo mento aprédoh, pieno di tutte Gerarchie degl’Angeli, & de santi, & delle sà te: & co’uarij mori le diuerse suesfere accennando li uide quasi, in terta man dare il diuino Gabbriello pieno d’infininsplédori in mezo adotto altri An

eletti ad annittiare la Vergine gloriosa, che tutta humile, & deuota sébrava

nella sua Camera dimorarli, calandosi, tutti, & risalédo poi cò fingolar mera viglia di ciascuno dalla piu alta parte della cupola di qlla Chiesa, oueil prescritto Paradiso era figurato, fino al palco della camera della Vergine: che ns pò molto spatio sopra il terreno si alzava, cò tata ficurta, & co si belli, & si faci I, & fiingegnofi modi, chea pena parle, che humano ingegno potesle tar’ol rre trapallare: con la qualele feste tutte dagl’Eccellerisl. Sig. p le realiss. noze apparecchiate hebbero nopure splédido, & famoso, ma come bene, & aueri & christiani Principi si conuenivareligioso, & deuoto componimento.

Sarebbéci da direancora molte cose d’un nobilis. spetracolo rappresenrato dal liberalislimo S. PauloGiordano Orsino Duca di Bracciano in vn gra de, & molto heroico Teatro, tutro nell’aria sospeso, da lui con real animo, & cò spesa incredibile n qsti giorni di legnami fabbricato, oue cò ricchiss. ins viétioni de Cavalieri matenitori, de quali egli fu uno, & degl’Auuenturieri, ficobatte cò diuerse armi una Sbarra, & si fece cò singolar diletto de riguar diti, co ammaecttrarissimi Cavalli quel gratioso ballo chiamato la Battaglia: ma pche qsto, impedito dalleumportune pioggie, fu p molti giorniprolugatoz& pche ricercherebbe uolendo a pieno trattarne quasi un’opera intera, eslendo oggimai stanco, senza piu dirne, credo che pdonatomifia, se anch’1o farò hor mai, a questa mia, non so se noiola fatica fine,

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